Breve resoconto poetico-emotivo, senza pretese di esaustività né di precisione descrittiva e men che mai di analisi critica, di unpomeriggio trascorso visitando la personale di Ray Caesar “The Trouble with Angels” (Torino, Appartamento Patronale di Palazzo Saluzzo Paesana): in mostra venti opere di medie e grandi dimensioni, alcune provenienti da collezioni private, altre più recenti esposte per la prima volta.
La pelle, geografia delicata di ogni delizia e di ogni male, la pelle così diafana attraversata da impercettibili vibrazioni di rosa sangue, pallida malata,potente fulcro di luce, il centro di ogni visione, scossa da fremiti di tonalità più scure e più chiare, ombre e improvvisi deserti di latte, mappa che non indica nessuna destinazione, cartina sgualcita in cui perdersi, la pelle offerta in pasto agli occhi.
E gli occhi si nutrono di tanto malessere vestito a festa, inguainato in abiti dalle fogge regali, fiocchetti e tulle, stoffe preziose che cedono, si aprono, diventano varco al biancore esposto delle cosce delle schiene delle braccia, lasciano sfuggire e si mischianoalle mostruosità che da sotto le gonne sgusciano fuori con movimenti languidi. Gli occhi sono due spilli che entrano dritti negli occhi di queste donne bambine dai tratti seducenti e feroci allo stesso modo, labbra di zucchero e denti aguzzi, un corpo di burro che spesso, come in un incubo, si svela all’improvviso in uno scarto, in un moto di ribellione alle prevedibili possibilità del reale, la fiaba che cresce nascosta in fondo a quei corpi e diventa orrore discreto e ossessione, il fantasma di una deformità che è vestita anch’essa a festa.
Le mani vorrebbero indagare quella carne promessa, che di angelico non ha che la morte cucita al centro, tra le ginocchia chiuse strette e il ventre appena accennato, le mani vorrebbero accarezzare ogni desiderio che ha la forma di volute di capelli raccolte in fiori sulle nuche di queste madonneinquietanti, le mani vorrebbero cacciare via le mosche dalla frutta, prendere una fettadella torta tagliata a metàal banchetto con la bestia, toccare le ali del bimbo che poggia lo sguardo alieno sul seno della madre, passare le dita sulla ceralacca delle lettere d’amore che spiovono contro il nero velluto, accogliere sul palmo l’uccellino a un passo di vento dalla trappola.
Le mani vorrebbero soprattuttoentrare dentro quel segreto di bambola, con furia e urgenza togliere gli abiti aprire frugare smarrirsi fare a pezzi la compostezza di quei corpi enigmatici e dei luoghi scrigno da cui si affacciano, invitanti, in attesa, con le bocche da mordere per far tacere quel silenzio così insistente chenon risparmia più nessuna paura alla conta dell’essere vivi, qui e ora, dall’altra parte dello specchio,di citazione in citazione fino a inciampare nell’appello conclusivo,l’essenza virtuale di ogni “se” che risuona forte in un pomeriggio qualsiasi, mentre il carillon di tutti i“per sempre” resta rotto a tempo indeterminato.
http://www.arte.it/calendario-arte/torino/mostra-ray-caesar-the-trouble-with-angels-6478
http://www.palazzosaluzzopaesana.it/ita/thetroublewithangels.html
articolo a cura di Silvia Rosa