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Un popolo con la valigia – 2014 Fuga dall’Italia

Creato il 05 febbraio 2014 da Fugadeitalenti

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Quattro milioni quattrocentoottandaduemila: sono gli italiani ufficialmente residenti all’estero al 31 dicembre 2013, secondo quanto reso noto in Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 gennaio.

Due milioni 430mila di loro risiedono in Europa, un milione 396mila in America Meridionale, 408mila in America Centrosettentrionale, 246mila nel resto del mondo.

L’incremento è di circa 140mila connazionali oltreconfine, rispetto all’anno precedente (31/12/2012).

Come sempre, occorre ricordare che questi dati sono ufficiali ma parziali, in quanto è noto come i nuovi emigranti italiani, per lo più giovani e qualificati, NON si iscrivono all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti Estero) – in media uno su due è nei fatti “latitante”.

In questo “post” proviamo a fare il punto sugli ultimi dati relativi agli italiani all’estero, riprendendo l’ultimo rapporto Istat, di cui abbiamo parlato non appena è stato reso pubblico (clicca qui per leggere).

Alcuni spunti di riflessione:

-il numero di italiani emigrati nel 2012 è stato pari ufficialmente a 68mila connazionali, il più alto degli ultimi dieci anni (+35,8% sul 2011);

-gli italiani rientrati nel 2012 si attestano intorno a quota 29mila, in calo di circa duemila unità;

-nel 2012 il saldo migratorio negativo per gli italiani è stato pari dunque a -39mila, più che raddoppiato se confrontato con il 2011 – l’ultimo anno in cui il saldo tra italiani in uscita e italiani in entrata appariva positivo è il 2007. Dal 2008 la forbice è andata divaricandosi – drammaticamente;

-principali Paesi di destinazione per gli italiani restano Germania, Svizzera, UK e Francia;

-sono 14mila 526 i laureati ad aver lasciato l’Italia nel 2012: sottraendo i 5697 rientrati a casa, la perdita netta si attesta intorno alle 9000 unità. Capitale umano andato in fumo, per il sistema-Paese;

-i principali Paesi di destinazione dei laureati sono Germania, UK, Svizzera e Francia. Al di fuori dell’Europa: USA e Brasile;

-last but not least, l’Italia appare sempre meno attrattiva anche per gli immigrati, ormai in calo a 350mila (nel 2007 erano 527mila).

Dati non dissimili registra l’Eurispes nel suo ultimo rapporto, all’interno del quale rileva come nell’ultimo decennio la cancellazione dei cittadini italiani per trasferimenti all’estero sia passata da 50mila a 106mila unità. Tra gli under 35 il tasso di crescita arriva al +54,1%.

Resta forte il trasferimento interno: nel 2011 oltre 173mila cittadini si sono spostati dal Sud al CentroNord, incrementando il rischio di desertificazione di capitale umano nel Mezzogiorno.

Resta infine alta la disoccupazione giovanile: 41,6% a dicembre, con 671mila giovani disoccupati e una perdita di ben 100mila posti di lavoro in questa fascia di età.

Ben sintetizzano i Giovani Italiani Bruxelles, che a fine gennaio hanno dedicato al tema della fuga dei talenti una conferenza al Parlamento Europeo:

“Per tanti giovani italiani la mobilità europea è un viaggio di sola andata. Le risorse umane, specialmente i giovani, che partono dall’Italia molto spesso non tornano con il loro bagaglio di esperienze. Questo fenomeno non si puó considerare di “mobilitá europea” ma una emigrazione classica se non c’é rientro.”

E’ triste sottolineare quanto abbiano ragione. E’ triste sottolineare come tutti gli indicatori statistici e i fatti degli ultimi mesi indichino sostanzialmente la fine di ogni speranza per l’Italia. Un Paese autocondannatosi al declino. Difficile dire quanto sarà rapido e quanto sarà drammatico.

Tuttavia, senza una vera sterzata, senza un cambio drammatico di classe dirigente e di modelli di gestione del sistema-Paese (eventualità al momento abbastanza improbabile), il percorso è segnato.

Abbandonate ogni speranza… voi che restate.

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