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Un posto dove vivere (e fotografare)

Da Marcoscataglini
Ho sempre pensato che per riuscire a conoscere davvero bene un contesto ambientale, e poterne trarre delle foto significative, uno dovesse viverci, almeno per un po'. Debbo dire che in effetti, la cosa funziona: ho trascorso periodi più o meno lunghi della mia vita nella Valle dell'Aterno, in Abruzzo, nella Val Comino, nel versante laziale del PNALM, ed ora sono qui, nella Tuscia. In tutt'e tre questi contesti, sono certo di aver realizzato alcune delle mie fotografie migliori. Però, l'insoddisfazione di fondo rimane: non per le foto, ma per la sensazione di trovarsi sempre "fuori posto", non "a casa". E questo anche quando vivevo ancora ad Anzio e Nettuno, le mie città natali (lo sono entrambe, in effetti).
Un posto dove vivere (e fotografare)
Per fotografare un luogo occorre conoscerlo davvero; io almeno la penso così. Però non sempre conoscere qualcosa significa amarlo, o apprezzarlo, o avere empatia. Poi, non molto tempo fa, mi sono reso conto che il problema non erano i luoghi, ma ero io. Potrei continuare a cambiare luogo in cui vivere, andare ad abitare nel posto più bello e spettacolare del mondo e dopo un po' essere sempre insoddisfatto, anche se magari con l'Hard Disk del computer stracolmo di belle foto. L'Hard Disk dell'anima, però, corre il rischio di rimanere vuoto. Così, mi torna utile una storiella che devo al critico, editore e fotografo Brooks Jensen, che ben riassume la questione, e ne rivela l'intima essenza. Eccola.
Un anziano, esperto e paziente guardiano sedeva alle porte di una città. Un giorno gli si avvicina un uomo che gli chiede: "stavo pensando di trasferirmi qui dalla mia vecchia città. Là le persone sono così spiacevoli, acide, tutto chiacchiera e pettegolezzo! Come sono le persone in questa città?". E l'anziano rispose: "tu troverai lo stesso tipo di persone anche qui". Dopo un po' di tempo, un'altra persona si avvicina alla porta della città e chiede al vecchio: "stavo pensando di trasferirmi qui, ma sono rattristato all'idea di lasciare la mia  città, dove la gente è così onesta, premurosa e gentile. Sai dirmi come sono le persone qui?". E il vecchio guardiano, con un leggero sorriso, rispose: "troverai lo stesso tipo di persone anche qui"...
La morale? Che ci sono persone (e situazioni) buone e gentili, oppure odiose e insopportabili ovunque: è il nostro atteggiamento verso il mondo a determinare se noteremo solo le une o solo le altre! Meditate gente, meditate!

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