Vorrei essere stato un marinaio,
migliaia di anni fa, sopra acque mute
avere veleggiato, da gennaio
All’infinito, tra le baie occhiute
dell’anima, – non questo ginepraio
di alibi, di tessere scadute.
Aldo Nove
*
Un posto sicuro è dove mi manchi.
Un posto sicuro è nelle tue parole.
Dove mi manchi.
Hanno un colore e un odore, bruciano
con tutti e cinque i sensi, vanno a capo
quando finisce la musica.
Un posto sicuro sono le tue parole.
Un posto dove non naufrago, dove mi trovo se mi cerco
e anche quando non mi cerco, mi trovo.
Un posto che non cambia è l’acqua tra le tue ciglia, dove mi tieni
come un pesce, dove non fuggo.
Un posto dove gocciola la quiete
dove lenta si asciuga la paura.
Un posto sicuro è dove gli atomi e tutto
quello che siamo diventano calore.
Dove ti muovi e respiri, dove ti stanchi, dove dormi e mangi è
dove ti sogno.
Dove le lettere si stagliano
maiuscole contro le ciminiere e i grattacieli,
contro le piazze, scritte murali nella notte.
Un posto dove non passi.
Dove resti diventi carezza.
Dove cambi cambiando stagione ma non passi
veleggiando da gennaio all’infinito.
Un posto dove non ti immagino è la neve,
dove non c’è sole e gli alberi
sono spogli e spogliati tutti i tuoi timori.
Dove mi trovo è nella distrazione, nella giacca che indossi
prima di uscire di casa.
Nelle attese che sebbene brevi restano attese.
Nei sassi lanciati sul velo del mare, sul velo
chiuso del mare che non infrangeremo.
Un posto sicuro è dove mi trovi
tutte le volte che mi cerchi
e anche quando non mi cerchi, mi trovi.