
Un paio di giorni prima di Natale ho pubblicato il mio più recente romanzo in formato digitale, La nave dei folli. Questo è il post di presentazione, con tutte le informazioni del caso, compreso il link di download (gratuito) e i commenti di chi nel mentre l’ha già letto.
La cosa particolare di questo ebook è che, pur essendo disponibile a costo zero, contempla un contributo volontario di un euro. Il messaggio di fondo è questo: a lettura finita, se la storia vi è piaciuta, potete dimostrare il vostro apprezzamento donando un euro tramite il servizio PayPal di questo blog.
Si tratta di un esperimento a cui tenevo molto e che ho fatto dopo diversi ripensamenti e dopo aver testato la strada dell’autopubblicazione su Simplicissimus.
Bene, le vacanze sono finite ed è ora di fare un primo, piccolo bilancio.
Com’è andato l’esperimento?
Direi bene. O quantomeno in modo incoraggiante.
Senza aver calcato particolarmente sull’aspetto promozionale (in fondo era Natale, inutile stressare i lettori), la pagina Lulu dedicata a La nave dei folli è stata visitata 93 volte. Considerando l’insensato sistema di conteggio di Lulu, che penalizza gli ebook gratuiti, posso ipotizzare che queste visite corrispondano ad altrettanti download. Se sommiamo le “hit” dei blog che hanno segnalato l’ebook possiamo ragionevolmente sperare nella cifra tonda.
Diciamo quindi che per ora La nave dei folli è stato scaricato 100 volte.
Nel mentre ho ricevuto dieci donazioni, di cui quattro di valore superiori all’euro richiesto.
Siamo quindi al temporaneo rapporto del 10% di lettori paganti.
Poco, direte voi.
In realtà, facendo le proporzioni tra i vari dati che compongono questa statistica, si tratta di una percentuale incoraggiante. Per dirla tutta sono molto più felice di questa esperienza che non della vendita di Scene Selezionate della Pandemia Gialla, per cui avevo speso molte forze in termini di promozione.
Facendo una stima a spanne, posso immaginare che nel giro di tre/quattro mesi La nave dei folli riceverà più introiti rispetto a SSPG, che è online dall’aprile scorso.
Intendiamoci: si tratta pur sempre di cifre che non fanno nemmeno la pari con una normale giornata di lavoro da impiegato. Eppure con queste donazioni potrei, per esempio, acquistare a mia volta cinque o sei ebook, oppure un libro cartaceo. Il che dà un senso di concretezza agli sforzi profusi in fase creativa.
Materialismo? Forse. O forse equità, nonché la piacevole sensazione di sentirsi apprezzati non solo a parole.
Non so se ritornerò a breve a vendere ebook su Simplicissimus. L’unico incentivo sarebbe l’inserimento automatico dei medesimi sul Kindle Store. Tuttavia è più probabile che coi prossimi lavori proverò di nuovo l’esperienza della donazione spontanea.
In fondo è anche più onesto. Chi, a lettura terminata, si sentirà insoddisfatto perché non scrivo come dettano i Soloni nostrani, o anche semplicemente perché la storia non gli è piaciuta, potrà semplicemente storcere il naso e dimenticarmi.
Contenti tutti, come si suol dire.
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