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Un robot, a misura di "villaggio globalizzato"…

Creato il 08 aprile 2012 da Tnepd
Ad un occhio attento e allenato, il lento procedere del “nazismo scientifico“  o, come lo chiama david Icke, il “totalitarismo in punta di piedi (tip-toe totalitarism), non passa comunque inosservato. La versione elitaria e sinistra, del vecchio caro “Uno-due-tre-stella”, non sorprende mai, non coglie mai di sorpresa, i vigili e i virtuosi. Tutti gli altri, purtroppo, sì. Parlo di una “scientificità” di metodi e propositi,  perché abbiamo a che fare con gente che conosce in profondità, e da molti secoli ormai, la natura umana, e lo stato di frammentazione interiore dell’individuo-uomo.
 Le élite all’opera verso il villaggio globale, conoscono la psiche e le reazione dell’uomo comune, meglio di come lui potrà mai imparare a conoscerla e a riconoscersi ( anche se dubito fortemente, che l’uomo comune abbia il benché minimo interesse, a conoscere se stesso).
 Ogni medaglia, lo ripeto sempre, possiede appunto due faccie.  E la faccia in ombra di un pugno di “signori del controllo totale“, è un uomo medio che da secoli ha preso commiato dalla ricerca spirituale di se stesso. O che guarda alla propria interiorità come ad un ingranaggio. Passivo; inerte. Programmabile.Questo disinteresse, da parte dell’uomo “comune”, nei confronti delle regioni occulte della propria anima,( delle domande di senso per cui vive e respira ogni autentico essere umano ), fa di certo molto comodo, a gente ai vertici che sa come programmare con lenta, paziente meticolosità, il processo di auto-alienazione dell’individuo da se stesso, per renderne infine l’esito IRREVERSIBILE…
La questione più tragica e comica ad un tempo, è che una maggioranza consistente della popolazione, continua inconsapevole ad assuefarsi all’idea che strumenti atti a rafforzare le loro catene, mentali e fisiche, siano in realtà strumenti di liberazione ed emancipazione personale. E’ affascinate, seppure grottesco, constatare a quali livelli di alienazione dal proprio giudizio critico, un essere umano possa giungere. E “verso” dove possa, di conseguenza, lasciarsi sospingere…Alla fine, è il sogno di ogni burattinaio una popolazione che non solo accetti, ma che dipenda totalmente, ed infine giunga ad amare, le proprie catene.Verso dove stanno sospingendo la psiche umana, i burattinai? Verso dove, si stanno lasciando placidi sospingere, gli abitanti medi “de-celebrati” e “auto-decelebratisi”, di questo pianeta? 

Bé, a occhio e croce, direi: verso una progressiva “robotizzazione” e “compartimentalizzazione a-settica”, della psiche  dell’essere umano…
L’uomo sempre più alieno a se stesso, diviene progressivamente il “terminator“della sua stessa capacità di sentirsi vivo, unico, e irripetibile. In una parola: INDIVIDUO. Un “killer interiore”, per la sua stessa individualità. 
 Grazie alla propaganda e all’indottrinamento continuo di programmi televisivi solo all’apparenza innocui, riviste scienfiche sovvenzionate “ad hoc”, e riviste “gossippare” inguardabili tanto vacue, quanto capaci di trasmettere efficacemente sistemi di credenze e costumi di vita, la gente “comune”( in vacanza perenne da sé), impara a percepire la propria trasformazione in macchina, in termini esclusivi di “benessere ” e “progresso”, da raggiungere a tappe.
Un ottimo esempio di “neo-lingua”orwelliana, non c’è che dire, associa progressivamente la distruzione interiore di quanto ci rende autenticamente umani, con il progresso della “collettività”. 
Ogni titalitarismo che si rispetti, del resto, da sempre aborrisce l’individualità (ne è totalmente terrorizzato), e promuove il sacrificio del singolo in favore dell’anonima “collettività”(un “fare” e “pensare” comune, molto più controllabile e manipolabile, ovviamente). Così ragionava Stalin; così ragionava Hitler. I colori, del resto, quando uno capisce il gioco, contano veramente poco nella storia effettiva dell’umanità fino ai nostri giorni.


Di questi tempi, e cito sono un paio di esempi, capita sempre più spesso di vedere programmi “culturali”, o leggere articoli, se così li si può chiamare, che narrano di ipotetici “potenziamenti” della mente umana, ottenibili attraverso l’istallazione di un chip nel cervello dei malcapitati volontari di turno ( e che tralasciano, naturalmente, di menzionare la possibilità inquietante di un computer centrale collegato “all’altro capo”, di questi “prodigi” di progresso tecnologico). Del resto sono almeno 20 anni, che élite prive di scrupoli cercano di rendere “appetibile” e “desiderabile”, la prospettiva di un corpo estraneo collegato, da un capo al nostro cervello, dall’altro a un LORO computer…..Chissà come mai:-)
Oppure, si trovano spesso elogiati altri tipi di  strumenti infernali, come certo “aggeggi” da impiantare anch’essi sottopelle, stile “cyborg”, e  capaci per via di impulsi elettrici, di staccare definitivamente la spina al dolore psichico dell’individuo, all’angoscia personale; alla depressione. E questi sono solo due piccoli esempi, dell’entusiasitica  campagna di promozione per un’ umanità a misura di robot.

A integrazione della guerra all’individualità umana, alla sovranità psichica dell’individuo su se stesso, condotta per anni attraverso la chimica delle droghe legali, eccoci allora alla fase della lobotomia emozionale e psichica più completa, fatta passare per “progresso e avanzamento scientifico e tecnologico”. Lungi da voler persuadere qualcuno, vi dirò semplicemente come la vedo io, al riguardo.  Il peggior ostacolo a ogni ideologia totalitaria, è un individuo che preservi la propria “sensazione” e “percezione” di unicità. Un individuo centrato in se stesso, indipendente, emozionalmente e psichicamente, e perciò capace di scegliere ed agire unicamente abbracciando il parametro di ciò che è GIUSTO, è la peggiore nemesi di ogni burattinaio di questo pianeta. Questa gente ai vertici, che ama premere bottoni, per determinare reazioni calcolabili, del resto, non teme certo rivolte violente, o proteste caotiche, contro il modello di villaggio globale che stanno cercando di portare a termine. La violenza, per così dire, è il loro pane quotidiano; il loro modus operandi (l’unico, di cui sono capaci, peccando di ogni qualsiasi empatia umana). No, quello che questi signori temono, sono gli individui consapevoli di se stessi, centrati e indipendenti da un punto di vista psichico. Individui interiormente liberi, cioè, capaci di pensare in maniera diversa e più aperta; capaci  immaginare e sottoporre ad esame le varie visioni possibili, di mondo diverso, finalmente pacifico e migliore: solo un individuo interiromente padrone di sé, indipendente, pularmarsi delle armi della non-collaborazione, della disobbedienza civile, e di tutto ciò che, a differenza di un robot o un computer, non si puà accendere e spengere premendo un pulsante. Per citare un paio di perle del Mahatma Gandhi: “L’unico tiranno che accetto, è la voce silenziosa dentro di me”.“Solo i forti, possono realmente prendere in mano lo strumento della non-violenza”.Ma  che cosa è, che rende un individuo veramente tale; e non, parte di un anonimo gregge di ripetitori? Fondamentalmente, la sua capacità di percepirsi spiritualmente, psicologicamente, emozionalmente, come una “Repubblica interiore inviolabile”; come un UNO. Chi ha autenticamente rispetto per se stesso, non ha il benche minimo interesse o bisogno, di nuocre agli altri. 
 Un UNO inviolabile: ovvero, tra le altre cose, totale indipendenza da ciò che pensano e fanno “GLI ALTRI” (e Dio solo sa quanto la gente rende la propria personale “traversata” un inferno, utilizzando come proprio “timone”il giudizio d’altri ). E’ solo attraverso il raggiungimento di una condizione di assoluta indipendenza interiore, che un individuo può poi “delegare consapevolmente”, e dare alle varie dimensioni della “vita associata”,  “tratti” minimamente verosimili e credibili di “democrazia”.
 L’alternativa, quella che ho tristemente constatato fino ad oggi, è la delega “per fuga”, dell’individuo; una fuga dalle proprie responsabilità; una fuga lontano dalla propria vita.L’altro aspetto, in realtà inscindibile dalla percezione dell’”inviolabile Tempio interiore” dell’individuo, che rende un individuo veramente “individuo”( ovvero unico e irripetibile ), è la dinamica di movimento energetico magica, che va sotto il nome di VOLONTA’. La volontà è la più personale e sacra, delle espressioni energetiche che dall’individuo si espandono nell’universo in cerca di risonanza.
Credete che la vostra volontà, in questo mondo che pare “degenerarvi inesorabilmente” intorno, non abbia alcuna rilevanza? Che lo crediate o meno, signori miei, la Volontà ( non il vago concetto che generalmente abbiamo in mente; ma il reale fenomeno energetico-vibrazionale, che va sotto il nome ontologico di VOLONTA’INDIVIDUALE) , ha il potere complessivo di cambiare niente meno che la cosiddetta materia. Solo che nessun vertice ha interesse, diciamo, a una divulgazione “scientifica” diffusa, di questa realtà di fatto. La progressiva robotizzazione dell’essere umano, mira perciò, su un fronte, a indebolire e infine sopprimere, la capacità di sentire e sentirsi uno dell’ UNO. Quella che io chiama “consapevolezza della propria differenza specifica”, è sicuramente uno dei bersagli principali, di questa deviata scientificità applicata all’ingegneria sociale.
 Chi vuol farsi un’idea di quelche intendo con “soppressione della propria capacità di sentire e sentirsi uno dell’UNO“, può dare uno sguardo al film EQUILIBRIUM, del 2004, con Christian Bale. Un film che contiene alcuni spunti molto interessanti in merito.La guerra connessa alla volontà dell’essere umano (la quale fondamentalmente è, in ogni sua espressione, niente altro che volontà di auto-determinazione, da parte dell’individuo, nei confronti del Macro-cosmo Universo) è perseguita convincendo per tappe l’individuo della sua totale insussisitenza, inconsistenza, inefficacia personale e  ontologica: una volta che la mente decodifichi questa “gabbia percettiva” come sua unica realtà, l’individuo si lascia ridurre a  fragile “foglia al vento”, diviene completamente passivo e ricettivo nei confronti di ogni proiezione di autorità esterna. E non può altro che continuare, ininterrottamente, ad affidarsi, terrorizzato dalla propria acquisita OPINIONE SU SE STESSO, a infinite, successive e sempre disponibili,  forme di delega, appunto, per FUGA.Le deleghe consapevoli, per come vedo le cose io, sono tutta un’altra cosa; e richiedono una persanalità viva e vivace; uno spiccato senso critico; una volontà personale in espansione; e quello che più manca a un computer e a un robot: un cuore che batta, e che non tema, tanto di soffrire, quanto di cercare la vera felicità. Ma in un quadro di tempi cupi, come quelli che stiamo vivendo, la “spia dell’autenticità”, l’importantissima angoscia esistenziale, che tutti proviamo, costretti tra ruoli alienatti e “doveri”spersonalizzanti, a deviare quotidianamente dalla nostra misione di unicità, è la prima delle risorse della nostra anima, che di sicuro la società robotica si propone di “curare”e sopprimere: una volta per tutte. Perché senza la nostra angoscia, smettiamo semplicemente di essere umani; creature spirituali in divenire.Non a caso, è proprio l’angoscia, con la sua deriva depressiva, che si promettono di curare i “medici senza frontiere”che si propongono di costruire l’uomo nuovo, l’uomo del futuro(che vorrebbero loro); l’uomo che non prova dolore per se stesso; per la propria mancanza enemica di identità con se stesso. Che si tratti di chimica, i circuiti elettrici, di chip o altro ancora, le panacee e scorciatoie artificiali per la  felicità, traggono la loro legittimità teorica da una serie di assiomi impliciti (che però tutti accettiamo senza avvedercene, nel momento in cui trattiamo “per realtà” certe idee assurde ), tra i quali uno particolarmente grottesco, che recita: il dolore, per l’individuo, è la spia del “male”. E  la mancanza di dolore, per converso, è la spia del “bene”. 
Peccato, che in realtà le cose stiano proprio ed esattamente al contrario. Nella vita concepita come “spirito individuale, in evoluzione verso il compimento”, l’angoscia personale che richiama all’ autenticità,  e il dolore inaggirato che pone di fronte alla scelta, sono gli strumento sublimi della trascendenza ( non a caso si parla di sfide, e prove spirituali, nella vita degli INDIVIDUI ) dell’anima; le armi della crisalide, che vuole diventare farfalla.
 Mentre il pacato e quieto: “Non sento alcun dolore, e confondo questa condizione di costante atarassia, con il vero”benessere” dell’anima”, nasconde la stasi più completa dell’anima stessa; la sua inerzia, la totale mancanza di centro e incapacità di auto-determinazione. Tutte involuzioni,  che la predispone alla cancrena esistenziale più assoluta.  Ma un robot, del resto, cosa volete se ne faccia, di un’anima?

Un abbraccio controcorrenteDavid The Hurricane Di Bella     

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