Un robot che vola come un uccello Inizia così il nuovo sito di “Doppiozero”

Creato il 28 settembre 2011 da Mandingodolceacqua

Con questa iniziativa vogliamo contribuire a diffondere le idee, i pensieri, le ricerche e il sapere delle migliori menti internazionali.

Markus Fischer e il suo team hanno costruito SmartBird, un robot in fibra di carbonio, traendo ispirazione dalla figura del Gabbiano Reale.

I suoi meccanismi interni sono coordinati in modo da riuscire a imitare perfettamente il volo di un uccello. Un modello potente e ultraleggero le cui qualità aerodinamiche aiutano a risparmiare energia. Con un’apertura alare di circa due metri, la lunghezza complessiva dipoco più di un metro e un peso di 450 grammi, spiega Fischer, il consumo energetico è di circa 25 watt al decollo e dai 16 ai 18 watt in volo.

All’improvviso si vede uno splendido uccello bianco che vola alto, lontano, irraggiungibile.

Dal buio originario un bagliore di luce fende lo schermo e tocca i nostri occhi: non vi è alcuna traccia di carne palpitante, nervi tesi o materia organica. Clicca quì per guardare il video

Una scia bianca, leggera, eterea colma lo sguardo e con il suo mistero avvolge le nostre cellule cerebrali.

Markus Fischer rinnova con un meccanismo il mito di una seconda creazione: la colomba che esce dall’arca di Noè. Poco importa se la sua struttura interna è di metallo, se non c’è un cuore che batte e dal suo becco non si ode alcun suono. I nostri occhi non riescono a staccarsi da quell’illusione in movimento, le braccia quasi ne ripetono le movenze.

Del golem conserva la leggerezza della parola soffiata come un alito di vento nelle pieghe delle sue ali. Ogni loro battito è un riscatto per tutti i passi goffi dell’albatro baudelairiano, mentre il suo volo rovescia la prospettiva terrena di chi guarda verso il basso: ora il pubblico in sala si muove a ondate come un unico corpo, gli occhi levati in alto ad ammirare quell’apertura alare che si riprende lo spazio dell’aria.

Uno spazio dove si affiancano tecnica e poesia, o meglio dove la tecnica diventa poesia, come se i versi di Charles Baudelaire potessero trasformarsi nella rete di filamenti che consentono a questo nuovo albatro, artificio incorporeo e poetico, di alzarsi in volo.

Non più ciurme che catturano uccelli marini e li pongono per scherno sulle tolde delle navi e nemmeno viaggiatori alati che trascinano ai loro fianchi le grandi ali inerti.

Il poeta non è più esiliato sulla terra, il grande albatro bianco vola libero e trasmuta l’ampia stanza chiusa in uno spazio senza gravità.

L’armonia è nei suoi movimenti, nelle linee immaginarie tracciate nel vuoto, nel profilo del suo corpo luminoso che rimane impresso nelle pupille e nei pensieri .

Ce qui manque à nous tous, suggerisce un’opera di Man Ray. Credo che questa creatura fiabesca sia uscita proprio da quella bolla di vetro.

Non è forse un sogno dell’umanità volare come un uccello?


Visita anche tu il sito Doppiozero

Una piccola ma importante notizia:

doppiozero.com inaugura la sua nuova home page più ricca e completa.

Con ogni probabilità la più ricca e ampia homepage dei periodici e blog culturali

oggi on line in Italia.

Un segno positivo e ottimista in un momento di grave crisi del nostro paese.

doppiozero ha oggi circa 40.000 visitatori mensili ed ha avuto 200.000 visitatori

dal giorno del lancio (18 febbraio 2011).

Gli autori sono oltre 150.

Gli articoli pubblicati sono circa 600.

Il trend di crescita è +10% a settimana.

I fan di facebook sono quasi 2000.

I followers di twitter sono circa 1500.

Abbiamo inaugurato da poco la serie di recensioni di libri dei narratori italiani,

Italic, redatta da tre giovani critiche, al loro debutto nel web. E una serie

settimanale di recensioni cinematografiche affidate a giovani critici.

Tra qualche giorno lanceremo una rubrica settimanale dedicata alla narrativa

straniera, e quindi una rubrica di segnalazioni di mostre fotografiche e incontri

con artisti curata da Elio Grazioli.

Quando il progetto di doppiozero è nato, ormai sette mesi fa, la homepage era

ancora un’idea, quasi una pagina bianca, e disegnarne la cornice, il layout, dicono

i grafici, era un po’ come fare la scenografia senza conoscere bene lo spettacolo. E

lo spettacolo, fortunatamente e forse inaspettatamente, è stato molto lungo, è

venuta molta gente e dentro quella scenografia, semplicemente, non ci stavamo

più.

Quindi abbiamo chiesto alla nostra art director, Paola Lenarduzzi

(www.studiopaola.it), di pensare a una struttura in cui stessimo più comodi, in cui

si potessero pubblicare gli oltre 150 autori e distinguere le tante aree che si sono

progressivamente delineate, e i temi, le tipologie, gli speciali, le rubriche, e così

via.

Di creare un sito policentrico e versatile.

Ed eccolo qua. Tre colonne, e un bel po’ di funzioni in più.

Proviamo a spiegarle a chi si vuole collegare a www.doppiozero.com .

Sulla colonna di destra c’è il menu, per orientarsi meglio, i link agli speciali

appena inaugurati o ancora in corso e una lunga lista, ordinata temporalmente, di

articoli provenienti dai blog dei nostri rubrichisti.

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