Una delle grandi qualità di Roberto Bolaño è quella di saper creare una tensione continua, uno stato di ansiosa attesa nei confronti di ciò che accadrà – che, tra l’altro, quasi regolarmente verrà frustrato – alimentato dalla conoscenza approssimativa e parziale che ci dà dei suoi personaggi, i quali, se non bastasse, seguono logiche spesso oblique oppure si lasciano guidare dai capricci dell’esistenza. Aggiungeteci la costante minaccia del male, che può assumere qualsiasi sembianza e seguire percorsi ancor più imprevedibili, e capirete che entrare in un libro del grande autore cileno significa quasi sempre perdersi in un mare di incertezze e uscirne con un’idea del mondo leggermente – quando non pesantemente – cambiata. E questo vale anche per opere minori e minuscole come questa, in cui quattro sbandati – se non sei sbandato, difficilmente entrerai in un’opera di Bolaño, e qualcuno preciserebbe se non sei sbandato e poeta – progettano un furto in casa di una ex stella del culturismo e del cinema, tale Maciste, ormai cieco e chissà mai se ricco davvero come credono. Ecco, il miracolo è che bastano le parole introduttive della protagonista-narratrice, bastano i suoi primi atti casuali e trascurati – come lasciar entrare nel suo letto a turno i due amici del fratello, senza mai voler sapere di quale dei due si tratti – per attivare questo stato di tensione, sufficiente a portarti fino al termine del libro. In mezzo, trasportato da questa freccia, da questo vettore, ti interesserai a un modo alieno di guardare le cose, ci discuterai, te ne approprierai o te ne dissocerai e ti porterai tutto il bagaglio di questa prova dialettica in tasca per parecchio tempo. Una magia di cui solo la grande letteratura e i grandi autori sono capaci. (Naturalmente, questo è un invito a leggere anche le opere più complesse di Bolaño: Un romanzetto lumpen/canaglia deve essere, nel caso, solo una spinta, se la scintilla di cui vi parlo la intravedete anche voi).
Un romanzetto canaglia, Roberto Bolaño, traduzione di Angelo Morino (Sellerio, 92 pp, 8 €)
Un romanzetto lumpen, Roberto Bolaño, traduzione di Ilide Carmignani (Adelphi, 119 pp, 14 €)
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