La settimana scorsa l’asilo ha organizzato un picnic in mio onore (trasformatosi in un buffet casalingo causa mal tempo) con genitori e bambini. E’ stato un pomeriggio davvero piacevole, i bambini si sono divertiti e ho avuto l’occasione di conoscere meglio alcuni genitori che si sono rivelati essere persone estremamente interessanti. Per ringraziarmi di aver fatto da volontaria questi sei mesi mi hanno regalato una giftcard con la quale ho acquistato un bellissimo paio di occhiali da sole per ricordarmi di tutti loro quando il sole lo vedrò…in Italia!
Abbiamo mangiato una torta deliziosa, costruito un puzzle sulla mappa dello stivale e poi ballato fino alla fine della mattinata, canzoni italiane ovviamente. Tutto era decorato in viola…e io che pensavo nessuno si fosse accorto che fosse il mio colore preferito! Tra i regali un paio di orecchini e dei fiori per i miei capelli.
Una delle insegnanti ha chiesto ai bambini cosa avrebbero voluto dirmi e lo ha scritto in un bellissimo portfolio dove ci sono tantissime foto (che non posso pubblicare per motivi di privacy), ma questo è quello che è uscito fuori da alcuni di loro:
E poi la mia preferita, la più piccolina alla quale a quanto sembra di me le sia rimasto impresso che mi piacciono i colori
Questi mesi sono stati davvero importanti per me, grazie a questa esperienza sono riuscita a rimanere in un posto dove non mi sento a casa, un posto che mi va stretto per tanti motivi, ma loro mi hanno fatto sentire bene e a mio agio. Mi sono affezionata ad ognuno di loro in modo diverso, ho trascorso tempo ad osservarli cercando di capire sempre quale lavoro meglio si adeguasse alle loro inclinazioni e desideri. E la soddisfazione più grande è stata martedì scorso quando usciti fuori per una passeggiata con l’intento di mostrare tutti i tipi di fiori presenti nel quartiere, alla richiesta di scelta di un partner per camminare il bambino più ostico, quello che per mesi mi ha scrutata prima di fidarsi, quello che credevo non avrei mai conquistato…ha scelto proprio me.
Parlare costantemente una lingua che non conoscono e che non ascoltano mai è faticoso; lo è quando vorresti solo farti capire, quando vorresti poter conversare di qualsiasi cosa e invece non puoi, quando vorresti che le tue parole fossero comprese in modo veloce ed efficiente per ottenere qualcosa in cambio e invece ti devi sforzare aiutandoti con gesti e tono di voce adatto. Ciò che mi ha spinto a persevera è il fatto che io credo nei bambini e nelle loro capacità, sempre. So che per insegnare una lingua è necessario parlarla anche quando si crede di non essere capiti, è vero 4 ore al giorno non sono tante ma è un inizio. E proprio oggi la più piccolina ha detto la sua prima parola in italiano durante la merenda: tutti gli altri si sono fermati e hanno cominciato a gridare “she said it she said it” , è stato un momento impagabile, vedere soprattutto il sostegno e il supporto che ogni bambino dà all’altro. I momenti più frustranti sono stati ripagati in pieno da una gioia simile.
A fine agosto tornerò, inizierò la scuola per prendere la certificazione Montessori e lavorerò in questo stesso asilo che grazie a me diventerà bilingue (ad immersione totale), la prima nello Stato di Washington (a quanto pare) ad essere una scuola Montessori con programma e materiali in italiano e inglese. La sfida è grande perché so che a differenza di chi metterà in pratica quello che imparerà durante il corso io non vedrò i frutti immediatamente, ma so anche che se ci riuscirò a fine anno sarà una delle cose più belle che avrò fatto nella mia vita. Vedremo.
Intanto ringrazio tutti questi bambini per il saluto speciale che hanno voluto dedicarmi oggi e sono sicura che non mi dimenticherò di neanche uno di loro.