"Con il sari rosa" è un libro che dovrebbero leggere tutti.
Lo dovrebbero leggere quelli che sono convinti che tutto ciò che non è giusto può essere cambiato anche se fa parte delle tradizioni millenarie di un popolo.
Lo dovrebbero leggere quelli che sono pessimisti, scettici o rassegnati perché questo libro è la dimostrazione che unendo le forze tutto diventa possibile
Sampat Pal narra della sua vita, una vita non diversa da quella delle altre donne indiane ma che lei è riuscita a cambiare con il coraggio di dire "no" alle ingiustizie.
E' facile ignorare la protesta di una donna sola ed è per questo che Sampat Pal ha dato vita alla Gulabi gang ( Pink gang ), una banda di donne che si identificano indossando un sari rosa.
Lei scrive: " La mia vita non è stata niente di eccezionale, né posso dire di aver sofferto più di altre donne....."
La sua storia inizia in uno sperduto villaggio tra i campi in uno stato dell' India settentrionale prevalentemente agricolo. I genitori sono analfabeti.
Un giorno vede passare dei bambini della sua età, puliti e ordinati, che attraversano il campo nel quale lei sta giocando nel fango e viene a sapere che stanno andando a scuola. Lei non sa esattamente cosa sia la scuola ma una mattina decide di seguirli. Inizialmente assiste alle lezioni rimanendo fuori dall'aula che è una tettoia aperta ma viene scoperta dai familiari. Per intercessione dello zio, l'unico della famiglia con un'istruzione, le concedono di studiare e viene iscritta regolarmente alla scuola
Entra in un mondo nuovo ma per lei la felicità dura solo due anni, fino a quando la famiglia si trasferisce in un piccolo villaggio sperduto dove non ci sono scuole raggiungibili . Deve rinunciare a studiare.
A dodici anni viene data in sposa, il marito ha dieci anni più di lei.
Secondo l'usanza indiana, gli sposi dovrebbero vivere separati fino a quando la ragazza non avrà quindici anni ma, su insistenza del marito, dopo due anni le viene chiesto se si sente pronta ad andare a vivere con lui.
Lei, che non conosce nulla del sesso e non ha neppure avuto il primo ciclo, risponde di sì perché le piace l'idea di trasferirsi in una nuova famiglia ed è piena di aspettative per la sua nuova vita.
Il suo corpo di bambina però non è pronto ....Scrive " Quando mi penetrò provai un dolore folgorante, che mi fece l'effetto di una punizione corporale. Spalancai le labbra, ma non ne uscì nemmeno un suono...."
Sampat, pur non serbando rancore verso il marito, non ha mai dimenticato la sofferenza di quella prima notte e scrive "Se non l'avessi subita non sarei mai riuscita ad essere così in sintonia con le tante donne per cui oggi mi batto"
Leggendo questo libro ho imparato molte cose, ad esempio che la legge indiana ha abolito le caste ma che le stesse nella realtà continuano ad esistere.
Sampat appartiene alla casta dei gadaria, i mandriani, che è una delle più bsse.
Deve sottomettersi a chiunque appartenga ad una casta superiore oltre a doversi sottomettere, come donna, al marito e alla suocera.
Lei però non sopporta le ingiustizie e non può fare a meno di reagire, sia quando le ingiustizie la riguardano personalmente, sia quando riguardano persone deboli come donne e bambini.
Reagisce nei confronti di un bramino che sfruttava le donne del villaggio e viene allontanata dalla famiglia con il marito e la figlia che è nata nel frattempo.
Per Sampat questo è l'inizio di una nuova vita, organizza corsi di cucito per le ragazze del paese ed insegna loro quello che ha imparato nei due anni di scuola.
Un giorno entra casualmente in contatto con un'organizzazione non governativa che si occupa dei diritti delle donne, Sampat si rende conto che con l'unione si potrà tentare di porre fine ai soprusi ed inizia un percorso che arriva fino ad oggi.
Sampat Pal ha deciso di scrivere questo libro perché è consapevole che prima di essere riconosciuto nel suo paese il suo lavoro deve superare il giudizio dell'opinione pubblica internazionale
"Mi hanno detto che a Parigi c'è una replica della statua della Libertà. Se un giorno avrò la fortuna di vederla mi inginocchierò ai suoi piedi e pregherò per la liberazione di tutte le donne dell'India, tenute prigioniere da catene invisibili, ma più forti del titanio"
Sampat Pal è stata ospite alla fiera del libro di Torino nel 2010. La scrittrice ha tenuto a precisare che la sua gang non è affatto contro gli uomini, ma contro la società sempre più corrotta, sostenendo che sia importante lottare tutti insieme, verso un ideale comune: infatti alcuni uomini fanno parte del suo movimento
E' un libro che consiglio e spero tanto che qualcuno segua il mio suggerimento di lettura.
un saluto da Marta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
COMMENTI (1)
Inviato il 07 novembre a 21:47
Se volete vedere Pink Gang! il film di Enrico Bisi che documenta la storia di Sampat Pal e del suo gruppo di "eroine in rosa", potrete assistere alla sua proiezione sabato 26 novembre 2011 al Teatro Litta di Milano. Il film sarà proiettato all'interno della rassegna cinematografica Siamo Pari! La parola alle donne, organizzata da Intervita Onlus dal 24 al 26 novembre. Tutte le info su www.intervita.it