Nel libro Un secolo azzurro – Cent’anni di Italia raccontati dalla nazionale di calcio (Longanesi, 587 pag, 18,80 euro), Alfio Caruso descrive l’inestricabile intreccio che ha legato il pallone alla realtà politica, sociale, culturale del nostro Paese. Lo ha ripreso il blog Tacco Pinta Gol e proponiamo la sua recensione.
Un secolo azzurro di Alfio Caruso descrive proprio come la Nazionale e la Nazione italiana sono cresciute e diventate adulte — o rimaste adolescenti — insieme.
Un’epopea, quella del calcio in Italia, che ha avuto il merito di tenere unita la Nazione persino nei suoi periodi più bui. Fra trionfi, sconfitte, sospetti, delusioni, la favola del calcio continua.
Nel 1925, Edoardo Agnelli spiega a Benito Mussolini come l’apertura nel campionato di calcio ai figli degli espatriati in America possa costituire il primo passo della futura espansione politica: comincia l’epopea degli oriundi. Il duce che interviene per garantire alla nazionale i favori di un arbitro svedese, fascista, designato per dirigere (caso unico nella storia) la semifinale e la finale del mondiale 1934.
L’assoluta sicurezza di Vittorio Pozzo nel guidare gli azzurri allo stesso modo in cui aveva guidato gli alpini nelle trincee della prima guerra mondiale. La seconda vittoria nel mondiale 1938, che apre la strada alle infami leggi razziali. Il secco 3-0 dell’Ungheria sull’Italia nel 1953, utilizzato dal PCI di Palmiro Togliatti per magnificare, in vista delle elezioni, la superiorità della società comunista su quella occidentale.
Gli intrighi della P2 per assicurare alle Tv di Silvio Berlusconi la trasmissione del Mundialito in Uruguay. L’ascesa politica del Cavaliere favorita dai trionfi del Milan. Sono soltanto alcuni episodi e retroscena che hanno accompagnato cent’anni di storia patria (dal 1910 al 2010) raccontati dall’osservatorio della squadra azzurra di calcio.