Un secolo di vicende umane: il viaggio di Martin Scorsese a Ciminna e Polizzi

Creato il 08 luglio 2014 da Stupefatti

1) Un brano del libro "Baaria Bagheria", un lungo dialogo tra il regista Giuseppe Tornatore e il fotografo Ferdinando Scianna, pubblicato nel 2009 poco prima dell'uscita del film Baaria di Tornatore. GT - Una volta, nel 1993 o forse nel 1994, ero in giuria al festival di Venezia. Quell'anno venne Scorsese a presentare il suo film L'Età dell'innocenza. La sera del film io andai a salutarlo, ci fu una cena, e io andai lì, e lui s'era portato la madre, la signora Catherine, di Ciminna.FT - L'ho conosciuta molto bene, ho mangiato a casa sua.GT - Io ho parlato tutta la sera con la madre di Scorsese in dialetto siciliano.FT - Anche perchè lei credeva che fosse italiano!GT - E lei...le ho sentito dire parole che non ricordavo più, che avevo sentito dire a mia nonna quando avevo sei o sette anni e non avevo mai più ascoltato da nessuno. Era straordinaria. (...)FT - E da parte di una persona che peraltro non era mai venuta in Sicilia. Mi aveva detto: quella cretina di mia nipote, Domenica, non si vuole insegnare l'italiano. Lei credeva che l'italiano fosse quell'arcaico dialetto che aveva imparato da sua madre. Ma io te l'ho raccontata questa storia fantastica, che sembra sintetizzare la storia vissuta da migliaia di persone durante tutto un secolo? Mi sono trovato a fare un lavoro su Scorsese su Vogue Francia (...) La cosa mi affascinava perchè abbiamo la stessa identica età io e Scorsese. Suo nonno è partito lo stesso anno in cui è partito il fratello di mio nonno. E avevo visto quel suo straordinario film, Italianamerican, con quell'intervista memorabile con i suoi genitori (l'immagine è un fotogramma di questa intervista). Sono stato a Ciminna, a Polizzi, e naturalmente sono andato a fare delle foto a New York a casa sua e a casa dei genitori dove la madre mi ha preparato le polpette che sono il leitmotiv di quel film. Dunque, Scorsese mi ha raccontato questa storia. A un certo punto, quando stava con Isabella Rossellini era era stato preso dall'ossessione delle origini, della memoria delle origini, dei suoi genitori, dei suoi nonni, fa un viaggio in Sicilia e aveva dei nomi che gli aveva dato sua madre, nomi degli ultimi cugini con cui c'erano stati scambi di cartoline per Natale e cose del genere. E va a Polizzi. E domanda, o meglio, dice a Isabella Rossellini di domandare: conoscete questo tizio, dove abita? Ti puoi immaginare, Polizzi, questi stranieri che domandano. Per il si e per il no, la prima risposta è non ne sappiamo niente. Dopo cominciano loro a fare domande: ma perchè lo cercate? Fossero carabinieri, creditori, che ne so.GT - Killer!FT - Allora avviene questa fantastica triangolazione: Scorsese dice in inglese a Isabella cosa vuole chiedere, lei glielo traduce in italiano, quelli rispondono in siciliano stretto. Isabella non capisce, ma Scorsese si. E lui traduce in inglese per lei le risposte. Un dialogo a tre lingue in cui l'americano capisce il siciliano, e lo traduce in inglese all'italiana. E' la storia di un secolo di vicende umane. 
2) Un articolo di Luciano Mirone, ottobre 2002, La RepubblicaEra l' estate del 1979 quando Martin Scorsese si recò a Polizzi Generosa, un piccolo centro delle Madonie in provincia di Palermo, per cercare le sue radici siciliane. I nonni e i genitori gli avevano sempre parlato di questo paese circondato dai noccioleti dal quale erano partiti negli anni Venti per cercare fortuna in America; lui nella little Italy di New York fantasticava e sognava - le case di pietra, i dedali di viuzze, le chiese antiche, la nebbia che quando cala ammanta ogni cosa dando la sensazione di essere sospesi in aria, la festa di San Gandolfo, le gesta eroiche di Federico II che proprio qui soleva trascorrere dei lunghi periodi di riposo. Un mito alimentato dal cinema degli anni Quaranta e Cinquanta, quando in America venivano proiettati i film del neorealismo italiano, "Sciuscià", "Paisà", "Ladri di biciclette", storie italiane che raccontavano i drammi umani e sociali di un Paese ancora molto povero. «La musicalità del dialetto, ora napoletano ora romano, che sentivo nei film - afferma Scorsese nella sua biografia - mi era familiare: somigliava tanto a quella dei nonni siciliani. In quella gente trovavo un' umanità che mi commuoveva e mi appassionava tanto». Era ancora un bambino, Martin, ma fu allora che dentro di sé scattò qualcosa, un amore profondo per la sua terra d' origine e una passione fortissima per il cinema neorealista. A Polizzi Generosa, in quell' estate del '79, il grande regista si recò con una giovane e affascinante Isabella Rossellini, innamorata dell' uomo che aveva sposato da poco, anche lei estasiata ed emozionata da quel pezzo di Sicilia che si presentava ai suoi occhi. A un certo punto Scorsese ordinò all' autista di fermarsi, scese dall' auto e si avviò verso il municipio. Isabella lo aspettò in macchina. Il regista di "New York New York" era venuto in Sicilia con la ferma intenzione di scoprire chi era e da dove proveniva, di ricostruire un albero genealogico del quale conosceva solo i rami americani. Al dipendente comunale fornì le sue generalità, assieme a quelle del padre e dei nonni, sicuro che, partendo da loro, avrebbe scoperto gli antenati più lontani. L' impiegato scartabellò negli scaffali dello stato civile e tornò dopo alcuni minuti: «Spiacente, a Polizzi non è mai esistito nessuno con questo cognome». Martin tornò in macchina deluso, si coprì il volto con le mani e scoppiò in un pianto che nemmeno le parole della dolce Isabella riuscirono a placare. Chi assistette alla scena dice di averlo visto piangere per parecchi minuti. Il sogno di scoprire se stesso, di conoscere la sua gente, di vedere i luoghi delle sue favole, si era infranto in un anonimo ufficio di un municipio siciliano, dove quel cognome, Scorsese, non era mai stato registrato. «Si trattava di un banale errore anagrafico», spiega il sindaco di Polizzi Generosa, Giuseppe Lo Verde, cugino di secondo grado del grande regista. «Il cognome originario della famiglia era Scozzese: negli anni Venti, quando i nonni e il padre di Martin emigrarono in America, la doppia zeta fu sostituita erroneamente con la erre e la esse. Martin ovviamente era all' oscuro di tutto. Fortunatamente scoprimmo l' equivoco e lui potette tornare felice negli Stati Uniti». Trascorsero undici anni. Nel '90 il regista di "Taxi driver" e di "Toro scatenato" tornò in Sicilia. Non più con la figlia di Ingrid Bergman e di Roberto Rossellini - dalla quale nel frattempo si era separato - ma con i genitori Luciano (Charlie per gli americani) e Caterina, ai quali in occasione del loro cinquantaseiesimo anniversario di matrimonio regalò una vacanza di diversi giorni nell' Isola. Tappe: Polizzi Generosa e Ciminna, paese d' origine della madre. Era una Sicilia che né Luciano né Caterina, ormai settantenni (sarebbero morti sei anni dopo, a due mesi di distanza l' uno dall' altra), conoscevano. Erano piccolissimi quando emigrarono, in un' epoca in cui nell' Isola la fame si tagliava col coltello e molti siciliani per guadagnarsi da vivere erano costretti a partire per terre lontane. Eppure anche loro, gli Scorsese-Scozzese, attraverso i ricordi dei genitori si erano portati dentro il mito di una Sicilia fantastica. Il primo luogo che visitarono fu la casa degli Scorsese, in piazza San Giovanni; in apparenza un' abitazione come tante, in realtà lo scrigno che conserva i ricordi, i respiri, l' anima di questa famiglia. Di fronte c' è l' abbeveratoio dal quale sgorga l' acqua delle Madonie, poco più in là la chiesa della Commenda risalente al 1100, la più antica di Polizzi. Cosa fece il regista nella primavera del '90 in Sicilia? «Portò una telecamera e si mise a filmare qualsiasi cosa, le chiese, i vicoli, i balconi, gli archi delle case, i cortili, perfino le pietre», ricorda Giuseppe Lo Verde che ospitò gli Scorsese a casa sua. «Era avido di notizie, voleva conoscere tutto, le origini, le tradizioni, le specialità gastronomiche e dolciarie del paese. Si appassionava nell' apprendere la vita del santo protettore e andava matto per gli spaghetti alla norma e per lo "sfoglio", un dolce locale con il formaggio fresco e la cannella». Nei giorni successivi la famiglia si spostò a Ciminna, ottanta chilometri da Polizzi, ospiti di Leonardo Bucaro (cugino di Caterina Scorsese) e della moglie Giuseppina. Probabilmente Martin non sapeva che in questo paesino situato tra le province di Palermo e Agrigento uno dei più grandi registi italiani, Luchino Visconti, considerato un maestro dallo stesso Scorsese, trent' anni prima aveva girato gli esterni de "Il gattopardo". I Bucaro vivono in una casa di campagna in contrada Setteventi, denominata così per via dei frequenti venti che prendono d' infilata questa vallata che in primavera si tinge di verde e in estate di giallo, inframezzata da ulivi ed eucaliptus. Sotto il pergolato di uva, Martin soleva leggere e trascorrere ore di relax. In quella camera da letto dormì profondamente per diverse notti, a dispetto dell' insonnia di cui parlava mamma Caterina. «Nostra cugina - racconta Giuseppina Bucaro - diceva che negli Stati Uniti il regista dormiva poco. Sarà stata l' aria o il cibo, fatto sta che qui ha riposato benissimo». Giuseppina va nell' altra stanza e torna con un album di fotografie: ci sono le immagini del soggiorno degli Scorsese a Ciminna. Leonardo osserva quelle foto: «Sono trascorsi dodici anni, ma Martin non si è mai fatto vivo. Certo, i film, gli impegni, le tournée per il mondo, ma qualche volta una cartolina ai cugini siciliani avrebbe potuto scriverla. Un po' ci siamo rimasti male». Fa una pausa, insegue un pensiero, sorride: «Anche perché qui è stato veramente bene: non avete idea di quanto ha mangiato. Una sera da solo ha divorato una forma di formaggio primosale». «è vero, Martin è una buona forchetta - interviene Giuseppina - Mi chiedeva sempre di preparargli la frittata di carciofi. Tutta roba genuina, proveniente dalle nostre campagne. In America, invece, il suo piatto preferito sono i fagioli. La mamma glieli preparava spesso e lui ne faceva grandi scorpacciate, invitando nel suo appartamento, al venticinquesimo piano di un grattacielo di Manhattan, soltanto due persone, Francis Ford Coppola e Robert De Niro. Mia cugina per scherzo li definiva "i miei tre fagiolari"». Confidenze che mamma Caterina faceva ai cugini siciliani durante il suo soggiorno a Ciminna, mentre si cucinava o si prendeva il fresco sotto il pergolato. Poi il discorso scivolava sugli amori del grande regista e lì la signora Scorsese faceva un grande sospiro: «Lei ha sempre avuto nostalgia per Isabella Rossellini - aggiunge Giuseppina Bucaro - Diceva che era stata l' unica, fra le donne di Martin, a volergli bene veramente. Ne parlava sempre con grande rimpianto e con grande rispetto». Poi Scorsese tornò in America. Da allora le strade del grande regista e dei cugini siciliani si sono divise. Ma solo apparentemente. Il sindaco di Polizzi Generosa ha sempre cercato di mantenere i contatti - in verità non sempre ricambiato - scrivendogli lettere e cartoline. Fino a quando, nel marzo dello scorso anno, in seguito al solito biglietto che conteneva la solita domanda («Quando torni a Polizzi?»), il grande regista gli risponde: «Si trovava a Cinecittà per girare "The gangs of New York", un film che uscirà prossimamente in tutto il mondo - racconta Giuseppe Lo Verde - Un giorno ricevetti una lettera del regista: "Perché non sali a Cinecittà?". Non credevo ai miei occhi, feci la valigia e il giorno dopo ero a Roma. Lui mi ricevette e mi fece assistere alla lavorazione del film. Trascorremmo una giornata insieme: nelle pause, mentre gli parlavo di venire a Polizzi, lui rideva (ride sempre quando gli parlo). Poi mi disse: "Verrò senz' altro. Sarei contento se invitassi Mimì Dolce (anche il fondatore della Dolce e Gabbana è originario di questo paese), Roberto Benigni e soprattutto Giuseppe Tornatore, che stimo moltissimo; mi piacerebbe tanto poter fare un film con lui"».2-bis) Leggi anche "L'emozione di Scorsese, quando Il Gattopardo mi aprì gli occhi" (Corriere). 1999, esce il film sul cinema italiano di Martin Scorsese, leggi qui e qui3) Su Isabella Rossellini, altra grande triangolazione moderna, figlia di Roberto Rossellini e di Ingrid Bergman, leggi la biografia (biografie online) e quest'altro articolo di Grazia in occasione dei suoi 60anni. 4) La storia di Michele Cassata di Ciminna, stilista dei sacerdoti, maestro nei ricami sacri (Il Giornale).


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