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I fatti. Nella mattinata di domenica, recandomi ad un seggio elettorale, mi è balzato agli occhi che tre esponenti svolgevano qualcosa di più del loro semplice compito: i tre furbetti, infatti, davanti alle forze dell'ordine (!) cercavano di influenzare i cittadini che si recavano al voto, fermandoli e intrattenendoli con discorsi demagogici e palesemente faziosi, insomma facendo della chiara ed esplicita campagna elettorale.
Dunque, avvicinandomi alle porte del seggio, confermo la mia sensazione sopra descritta e chiedo delucidazioni in merito agli stessi (per dovere esclusivamente di cronaca due esponenti della Lega e uno del PD), ricordando loro che non è possibile svolgere propaganda elettorale soprattutto nei giorni delle elezioni e, ancor di più, nei pressi limitrofi di un seggio. Ed è stato proprio a questo punto che, entrando nella parte con tempismo e autorevolezza, i tre rappresentanti mi hanno in modo unanime risposto con il famoso: "Mi citi le fonti".
Appurando il fatto che non appartengo né allo staff della Gazzetta Ufficiale, né, tanto meno, impersono una banca dati di leggi nazionali, ho sostenuto la mia "accusa" precisando che non ricordavo gli estremi legislativi che vietavano la loro azione, ma che ero bensì sicuro del divieto di esercitare le funzioni di influenza politica di cui i rappresentanti facevano chiaramente e illegittimamente uso, intrattenendo i cittadini al voto come titolari di bancherelle al mercato cittadino.
Dopo aver ribadito il concetto diverse volte, il silenzio l'ha fatta da padrone e il loro imbarazzo ha conquistato l'esterno del seggio, poiché la consapevolezza di star compiendo un atto irregolare ha avuto la meglio.
Solo il lunedì mattina, facendo ricerche su internet e interpellando l'ufficio elettorale della città di Rimini, ho avuto la conferma della bontà delle mie lamentele. E' stato lo stesso ufficio elettorale, infatti, a delucidarmi in merito alla questione rispondendo in questo modo alla mia mail di richiesta informazioni: "(...) La possibilità di designare propri rappresentati presso i seggi è una facoltà attribuita per legge alle liste in competizione, quindi la presenza di tali rappresentanti è assolutamente legittima, se rispetta i limiti e le regole fissate dalla legge in questione, e non è da intendersi come propaganda elettorale (...)" (e la propaganda elettorale di quei signori era chiara come la luce del sole).
Non pago, però, sono andato a fondo nella questione e ho, per la gioia dei rappresentanti, trovato le benedette fonti!
E', infatti, il comma 2, dell'art. 9 della legge n. 212 del 1956 a dichiarare: "Nei giorni della votazione, è altresì vietata ogni forma di propaganda elettorale nel raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali."
La prossima volta (e, purtroppo, sono sicuro che ci sarà) che ricapiterò in una situazione di questo tipo, saprò citare le fonti. Chissà in quali parti si caleranno allora i rappresentanti.
Ancora una volta il principio del cittadino informato si dimostra vittorioso contro l'ignoranza e la superbia di questi politicanti da quattro soldi che abusano di un cartellino con impresso il nome di un partito per aggirare gli elettori. Fonti a parte, naturalmente!
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