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Un Sogno chiamato Timavo

Creato il 25 gennaio 2013 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

By Giorgia de Colle on gennaio 25th, 2013

L’umanità ha sete di scoperta, sete d’esplorazione.
Nella storia, l’uomo, vuoi per necessità pratica, vuoi per puro piacere personale, ha esplorato ed analizzato ogni punto del globo a sua portata, sprezzante dei pericoli, amante del Sapere.

Oggi però, nel 2013, non esistono più immense chiazze bianche sulle nostre cartine geografiche; il giovane esploratore, non può più spendere le ore notturne seduto al suo calamaio, a luce di candela, analizzando e pianificando impaziente i suoi futuri viaggi alla scoperta dell’ignoto.
Come dice il grande Michel Siffre, emblema di queste generazioni di sognatori e baldi giovani, ci sono rimasti solo tre ambienti capaci di regalarci il brivido della scoperta: lo Spazio, le profondità oceaniche e l’immenso mondo sotterraneo: le grotte.

Infatti, nell’era delle nuove tecnologie, degli Ipad e di Facebook, esiste ancora un grande mistero che scorre tumultuoso sotto i nostri piedi: chilometri di gallerie, canyon e rapide inesplorate… questo mistero si chiama Timavo.
Il Timavo o Reka, è un fiume che nasce in territorio croato e che percorre Slovenia e Italia per novanta chilometri, per poi sfociare nel golfo di Trieste, in Venezia Giulia.
Di questi novanta chilometri ,circa quaranta sono sotterranei: sappiamo dove il fiume viene inghiottito dalla Terra e sappiamo dove riemerge in superficie, ma il suo percorso ipogeo è quasi totalmente sconosciuto.

Già nel secolo ottocentesco, Trieste, bisognosa di acqua potabile per la sua popolazione in continua crescita, aveva iniziato i suoi studi ed esplorazioni per cercare di comprendere dove poter attingere ai miliardi di metri cubi d’acqua pura del Fiume Nascosto, ma le ricerche non hanno dato frutti soddisfacenti.
Fino ad ora, si sa che il fiume intercetta le grotte di San Canziano in Slovenia, l’Abisso di Trebiciano in territorio italiano, e poche altre cavità del Carso, ma non è abbastanza; esso sembra sfuggire agli esploratori percorrendo cavità apparentemente impraticabili dall’essere umano.
Ma speleologi e studiosi non si danno per vinti! Per risolvere questo dilemma, si stanno dedicando all’analisi sistematica del territorio e finalmente, a Trieste, culla della speleologia, una parte di loro si sono incontrati per confrontarsi e cercare collaborazioni.

Ieri 24 gennaio 2013, infatti, alle 17.30, al Centro di Fisica Teorica a Miramare (Trieste) si è svolto un incontro informale tra tutti quei personaggi che, in un modo o nell’altro, si stanno dedicando alla scoperta del Timavo.
Erano presenti speleologi , biologi, fisici, ingegneri, programmatori, geologi, naturalisti, divers e speleosub.

Durante l’incontro, ognuno è intervenuto esplicando ai colleghi le sue idee, i suoi studi ed i suoi progetti, mettendo a disposizione i dati raccolti per poter, tutti assieme, raggiungere l’obiettivo.
Particolarmente interessante l’intervento del professor Franco Chucchi dell’Università di Trieste, che, con le sue constatazioni, da buon geologo ha spiegato a tutti i presenti, con una semplicità assoluta, i fenomeni carsici e la natura del Reka.

Tra gli altri, ha partecipato anche Marco Restaino , membro della Società Adriatica di Speleologia di Trieste, giovanissimo speleologo che dedica anima e corpo, ormai da molti anni, alla ricerca del magico fiume, esplorando con passione il carso triestino e le sue profonde cavità.
Le sue imprese e quelle del suo inseparabile collega Piero Slama, sono state immortalate nel documentario del National Geographic “Alla ricerca del Fiume Nascosto”:

http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2011/03/24/video/fiume_perduto-251657/1/

Gli esperti, con l’augurio di poter portare nuove avvincenti scoperte, si sono dati appuntamento a febbraio 2014, per un nuovo meeting.
Tutti gli interessati, in questo sito creato dal Centro di Fisica Teorica ,potranno seguire “passo passo”, tutte le novità in merito:

http://timavo.net/

Giorgia de Colle


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