Cosa può far sentire autorizzato un uomo a strappare il vestito alla rivale della “sua donna” per farci un tappeto rosso?
Il nuovo spot della Lancia Musa che offre la più vergognosa riduzione della donna ad oggetto non sessuale ma alla pari di una pezza da piedi. Insomma ne abbiamo viste di tutti i colori: donne ridotte a tavolino per appoggiarci la birra durante una prestazione sessuale, donne ridotte a gambe del tavolo, appese come prosciutti e chi ne ha più ne metta.
I pubblicitari della Lancia Musa, sicuramente ispirati dalla gaffe compiuta da Elisabetta Canalis a Sanremo, la quale pestava il vestito della sua rivale Belen, compiono l’ennesimo svilimento all’immagine femminile.
Il vestito rosso della modella anonima che sfila su un gradino viene praticamente strappato dal ragazzo-forse il suo autista, forse la versione moderna del principe azzurro- facendo intravedere un vedo non vedo con le sue nudità per farci camminare sopra una canalis “divizzata” e ridotta a trofeo anche se vestita in modo casual e priva di segnali che erotizzano il proprio corpo rispetto a Carla Bruni nel precedente spot.
Come al solito la Lancia mette sul mercato un prodotto femminile che non solo si presenta pieno di competizioni tra donne e privo di ogni spiegazione sul contenuto tecnico dell’auto ma addirittura qui alla donna non è nemmeno concesso di guidare.
Questa volta non è il marito a guidare l’auto ma un misterioso autista di una limousine dei poveri, ed una Elisabetta che gioca a fare la diva tamarra. Malgrado questo, la rappresentazione femminile in pubblicità è sempre più lontana da quella reale e molto stereotipata, anche se i pubblicitari si sforzano a mentenere le nudità della Canalis ben contenute.
Ps: ma la Lancia sta pubblicizzando l’auto o le modelle? Quelle sfilate sono ambigue.