Un tè “alla marocchina” (però più a modo mio)

Da Lasere

Giorni incerti di caldo e nuvole e vento e ancora caldo e ancora nuvole e ancora vento, senza requie e senza verso. Pensieri ed emozioni altrettanto dubbiosi e inquieti. Cerco sollievo camminando in giardino: annuso osservo raccolgo, poi tutto finisce per sciogliersi in una tazza.

Quasi tutte le piante aromatiche sono nel pieno del loro tempo balsamico: sarebbe un peccato non approfittarne. Mi sono inventata un tè che accogliesse le mie preferite: un tè “alla marocchina” (però più a modo mio :-).

Ecco cosa serve per prepararlo (le dosi sono per una persona e orientativamente 200 ml di acqua, esclusa quella per il lavaggio):

  • un cucchiaino di tè verde cinese senza nome che vi abbiano appena portato in regalo dalla Tunisia, con un inconsueto profumo che mi ricorda tanto i frutti rossi disidratati (ma tranquilli, andrà benissimo anche un Gunpowder! ;-)
  • un cucchiaino di zucchero di canna
  • una manciatina di pinoli tostati (metteteli in un padellino ben caldo e fateli saltellare un po’: cercate di resistere al profumino delizioso che sprigioneranno con il calore… anzi no, meglio: usatene un po’ di più così che possiate mangiucchiarne qualcuno durante la preparazione)
  • un profumatissimo mazzetto appena raccolto composto a piacimento da menta, salvia e nipitella

La menta è considerata un analgesico naturale a livello gastrointestinale, uno stimolante del sistema nervoso centrale e le sono riconosciute proprietà carminative (riduzione dei gas intestinali) e stomachiche (azione tonica per le fibre muscolari dello stomaco), che la rendono un’erba preziosa per indurre appetito e favorire la digestione [fonte]. La salvia ha proprietà ipoglicemizzanti (diminuisce il tasso di glucosio nel sangue) dunque antidiabetiche; antisettiche, stimolanti del sistema nervoso centrale, eupeptiche (stimola le secrezioni gastriche e quindi appetito e digestione) e antispasmodiche (favorisce il rilassamento delle muscolature lisce degli organi interni); può essere inoltre indicata in caso di dismenorrea o amenorrea per il suo effetto emmenagogo ormonale (stimola la comparsa delle mestruazioni e ne aumenta il flusso) [fonte]. La nipitella è una pianta spontanea a tendenza infestante con un intenso profumo a metà tra la menta e l’origano, che coadiuva le altre due con le sue proprietà stimolanti e benefiche per il buon funzionamento dell’apparato gastrointestinale [fonte].

Ponete nella teiera marocchina o chi per lei (io la uso solo quando lo preparo per più persone; se sono da sola il mio fido gaiwan in vetro fa altrettanto al caso) il mazzetto verde e odoroso, il tè e qualche pinolo tostato. Versateci sopra un po’ d’acqua appena sotto il punto di bollore, agitate delicatamente e dopo qualche secondo buttate il risultato (stando ben attenti che insieme all’acqua non se ne escano anche le foglie di tè e compagnia). Aggiungete ora anche lo zucchero (ma se volete potete aggiungerlo dopo, direttamente in tazza) ed effettuate l’infusione vera e propria: acqua sempre poco meno che bollente, non meno di 5 minuti di attesa. Al termine, mescolate ben bene con un cucchiaino affinché lo zucchero e gli aromi si amalgamino a dovere. Versate in tazza, in cui avrete messo i restanti pinoli tostati che se ne resteranno beati a galleggiare in superficie.

Se poi aveste la fortuna di avere una teiera marocchina e i tradizionali bicchierini in vetro colorato (beati voi!, ché a me quelli mancano) potete tentare quel gesto altamente coreografico del versare dall’alto l’infuso affinché, ossigenandosi, formi una schiumetta in superficie.

Ed ecco pronto il vostro tè “alla marocchina” (però più a modo mio!): rinfrescante, digestivo, rinfrancante, buonissimo; e c’è anche un premio, alla fine: raccogliere col cucchiaino i pinoli rimasti sul fondo della tazza o dei bicchierini e mangiarseli con adeguata goduria! ;-)

Al di là di questi miei esperimenti, vi invito a guardare questo video in cui è mostrata la preparazione di un vero tè “alla marocchina” dai simpatici (son proprio simpatici! :-) Omar e Mustafà:

Come potete vedere, il vero tè marocchino prevede solo tè (un cucchiaio colmo di Gunpowder per teiera), menta fresca e zucchero; la quantità di quest’ultimo è assai superiore a quella che ho usato io: siamo nell’ordine dei tre cucchiai da minestra colmi di zucchero per ogni cucchiaio di tè.
E’ interessante notare come la teiera venga posta sul fornello durante l’attesa tra un passaggio e l’altro, per mantenere l’acqua sempre molto calda e dar vita ad un’infusione particolarmente forte e concentrata.
I dolci serviti con il tè marocchino sono dolcissimi, per l’appunto, ché altrimenti scomparirebbero al cospetto dell’estrema zuccherosità dell’infuso: oltre a quella specie di pancakes compaiono i tradizionali biscottini bianchi chiamati “corna di gazzella”, a base di mandorle e zucchero (avendone la ricetta, magari la prossima volta li prepariamo insieme).

Inevitabile: la voglia di trovarsi subito, adesso, intorno ad uno di quei meravigliosi vassoi, a condividere sorsi dolci e forti racchiusi in arabeschi dorati. Nostalgia di cose mai vissute, curiosità di conoscere e scoprire, di perdersi nella contemplazione di complicati intarsi o negli ingannevoli riflessi di una miriade di piccole tessere di vetro colorato, di camminare in giardini lontani e diversi: il tè è anche questo. Forse soprattutto questo. Buona fantasia :-)

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