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Un TEA&NOVELS

Creato il 21 dicembre 2014 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

Un TEA&NOVELS: a Marino, Andrea e Manuela scaldano l’atmosfera!

Di Andrea Marinucci Foa e Manuela Leoni

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Tutto nasce con un invito: l’associazione Punto a Capo ONLUS di Marino prepara una Tea&Novels, un tè pomeridiano allietato dalla lettura di racconti, e questa volta fa una scelta controcorrente.
E così, eccoci a Marino. La prima cosa che notiamo è che non c’è il mare, la seconda è che l’associazione Punto a Capo è esattamente e precisamente in cima a un bel monte. E allora pensiamo: non l’hanno chiamato Montano perché avevano paura che la gente avrebbe detto ‘no, in cima al cucuzzolo no, troppa fatica’?
Scherzi a parte, Marino è un incanto. L’aria è pulita al punto che ti chiedi se non avresti fatto meglio a portarti un po’ di smog da casa. L’associazione è piccola, calda, accogliente. Sembra una casa hobbit, i soffitti sono bassi ed è piena di gente allegra e colorata.
No, che c’entrano i vestiti? E’ colorata dentro: energia, creatività, passione, entusiasmo.
I sorrisi scaldano l’atmosfera che è già calda di suo e ci liberiamo in fretta delle giacche e della strizza da palcoscenico, con un solo gesto. La sala la conosciamo, ma oggi è diversa. Invece di trenta sedie in file ordinate ha sei tavolini quadrati, con tovaglie colorate e un cesto di buonissimi biscottoni fatti in casa al centro. Sul palco ci sono due leggii, un piccolo albero di natale e un grosso salvadanaio a forma di gatto che raccoglie le offerte per un “gattile”. Quando ci sediamo è tutto pieno, con la classica prevalenza femminile degli eventi culturali (maschi di tutto il mondo, svejateve!) ed è ora di cominciare.
Una breve introduzione di Francesca, ideatrice e regista dello spettacolo, ci fa salire il groppo in gola. Negli anni passati si sono letti autori come Dickens, ma oggi si legge qualcosa di moderno, i cui autori possono essere interpellati senza bisogno di una seduta spiritica, ed infatti eccoli lì.

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Infatti eccoci qui, un po’ imbarazzati di seguire Dickens e molto incuriositi.
Qualche parole molto lusinghiera sui nostri racconti e arriva il tea, poi subito si parte con le novel.
Musica d’atmosfera e Sauro che legge Il Sogno di Nina con la sua voce ricca e musicale e la sua grandissima sensibilità interpretativa.
Sauro è un attore dal sorriso facile e dai capelli bianchi, una di quelle persone che irradiano quel talento sereno, avvolgente e attento al mondo che noi tentiamo di sviluppare nel nostro ambito.
Sullo sfondo è proiettato un sentiero nel bosco. Il racconto prende vita e ti sembra nuovo, anche se lo hai letto e riletto cento volte. E’ uscito dal suo nido di carta ed è volato via, leggero e raffinato, commuovente. Il pubblico segue e apprezza ogni frase, sorride al finale e applaude.
Si passa subito a La Chat, ed entra in gioco Anna, la moglie di Sauro, alla sua primissima esibizione. Bravissima, come se avesse recitato fin dalla culla. Il duo si parla da un capo all’altro della sala, per simulare il dialogo a distanza, sullo sfondo una musica elettronica che sembra scritta apposta e un’immagine alla matrix.
Avevo tenuto quella pagina SF in un angoletto del blog perché non ero sicuro di riuscire a raccontare una storia intera in un dialogo di 37 righe. Invece, con Anna e Sauro va alla grande. Accidenti, quanto sono bravi!
Si passa a Indigestione mezza pagina scritta attorno a una battuta, con l’immagine di una cappuccetto rosso inquietante e minacciosa di sfondo. Il pubblico ride alla battuta finale. Perfetto. Sauro fa benissimo il lupo e si gratta la pelliccia con una naturalezza incredibile.
Ade-lirio è più lungo, ma le due voci mettono in scena il racconto. E’ un momento di teatro, non è una lettura. Ade e Persefone prendono letteralmente vita (e non dico altro, perché mi viene la lacrimuccia all’occhio).
Si chiude in delicatezza con Note di Sogno, terrazza sul mare sullo sfondo e musica per violino (“Sonata per violino in Sol minore” di Giuseppe Tartini): commovente e perfettamente equilibrato per concludere la lettura, o meglio lo spettacolo, alla grande e in un tempo che ci sembra quello giusto, tra la mezz’ora e i tre quarti d’ora, per mantenere l’attenzione alle storie senza stancare.
Veniamo energicamente trasferiti sul palco: è ora di parlare un po’. L’atmosfera è così amichevole e calda che il terrore di parlare in pubblico evapora prima ancora di sentire la prima domanda. Ci fanno parlare di noi, di quando abbiamo cominciato a scrivere e di come la scrittura pervade le nostre esistenze.
Parliamo a turno della nostra casa ad alta frequentazione, figlie, gatti, gente che arriva e parte a tutte le ore del giorno e della notte, di come ci organizziamo per raccogliere le idee e delle fughe al bar per buttare giù delle scalette seduti al tavolino con un caffè fumante davanti (fa molto Rowling, ma noi siamo in due e facciamo molto più casino). Ci chiamiamo fuori dallo stereotipo dello scrittore che vive in un eremo silenzioso, e sveliamo che scriviamo in mezzo alla gente e alle situazioni. Le storie, le ambientazioni e i personaggi vengono da un panorama, da un incontro, da un sorriso, dal rumore di fondo. Scriviamo intensamente perché viviamo intensamente. Poi, certo, per mettere tutto su carta fisicamente c’è bisogno di un minimo di calma, ma è una fase successiva.
Insomma per noi scrivere è divertente: si studia molto, si lavora moltissimo, ma si ride un sacco.
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Raccontiamo dell’editing, e lì bisogna spiegare bene. L’editing è un’attività misteriosa, per alcuni una pratica sado-maso in cui un estraneo fustiga a sangue un manoscritto innocente sotto gli occhi impotenti dell’autore, per altri una correzione di bozze con un nome cool. Parliamo del lavoro accurato…
E lì si vira subito sul disastro delle librerie, perché il pubblico prende l’occasione al Volo.

Fabio, lo so che ci leggi. Si fa per scherzare, eh.

Ci dicono che i testi di autori come Volo e come quello dei lucchetti, Moccia, sono vuoti, dietro non c’è nulla. Vorrebbero testi come i nostri in libreria. Noi siamo d’accordo, sono gli editori che remano contro.
Approfittiamo di una pausa e riportiamo il discorso fuori dalla palude delle stelline televisive e dei personaggi tv che riempiono gli scaffali. Su queste cose è meglio stendere un Volo pietoso.
Parliamo un po’ di Korrigan e promettiamo una presentazione con musica folk dal vivo (sarà bellissimo organizzare il tutto con Punto a Capo). La storia di Korrigan è complessa e non vogliamo anticipare troppo, restiamo sul vago, cercando di suscitare un minimo di curiosità sul libro.
Ci domandano se facciamo tutto da soli o se ci sono strutture o circuiti e allora raccontiamo delle opportunità dei social network, della solidarietà tra autori nella promozione, nello scambio di informazioni, nella crescita artistica e professionale. C’è una parte della scrittura che si può condividere e, se lo spirito è quello giusto, si ride insieme mentre ci si perfeziona.
Il discorso torna due o tre volte sulla pessima qualità degli autori famosi, sul perché con tutto quello che abbiamo in Italia prendiamo Volo e non prendiamo il volo.

Fabio, ti hanno fatto il cappotto. Ma tanto fa freddo, no?

Poi si fa spinoso: l’ebook. Perché abbiamo pubblicato in ebook? In realtà uno dei nostri romanzi è anche di carta, ma tanto l’ebook è un tema caldo e non si scappa. Andiamo subito sul pratico: l’ebook non costa nulla di stampa e distribuzione, è il veicolo più idoneo con cui sperimentare generi nuovi, contaminazioni tra generi, per scrivere e far girare cose che un editore non pubblicherebbe mai, magari non per mancanza di coraggio, ma per mancanza di sbocchi di mercato.
La situazione oggi è confusa, un brodo primordiale in cui viene cucinata la letteratura di domani e mentre accade sotto i nostri occhi non sappiamo cosa funzionerà e cosa non funzionerà. Ma è bello esserci.
L’evento è finito, lasciamo l’associazione domandandoci se per par condicio domani verrà Fabio Volo a parlare male di noi.

Ringraziamo infinitamente Francesca, Sauro, Anna e tutta l’associazione Punto a Capo ONLUS di Marino. Abbiamo saltato apposta i cognomi per due motivi: per prima cosa, ci hanno accolto in modo così caloroso che ci pare opportuno ricambiare in questo modo (che volete, siamo un po’ hippy), e poi così sarete costretti tutti a fare un giro nel loro sito per vedere come si chiamano di cognome e guardare così gli eventi che stanno organizzando. Un consiglio: andate a trovarli appena potrete, in una qualsiasi delle loro poliedriche attività.
http://www.puntoacapo.info

P.S. Non abbiamo nulla contro Fabio Volo, che è un ottimo venditore, e non è certo un mestiere facile. Si fa per scherzare, Fabio!

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