La leggenda vuole che qualche volta ci abbia preso, ma si tratta appunto solo di leggende. Ricordo molto bene che nessuna delle previsioni, fornite in quantità industriale a giornali e agenzie di stampa negli anni ’70, si è mai verificato. Sempre che naturalmente si dia a previsione il significato corretto. Chiunque di noi puoi dire, prendendoci in pieno che questa settimana ci sarà un terremoto: siamo un territorio sismico e scosse solo strumentali se ne verificano in continuazione. Magari anche a Roma e soprattutto nel frusinate
Ma per la verità ho perso qualsiasi fiducia nella lucidità dei miei concittadini da quando ho scoperto che persino un folle mentecatto come Hamer trova udienza e qualche corrivo apprezzamento. Pazienza.
Il problema però è che sta abbandonando Roma, in un misto di ci credo e non ci credo, in un happening della paura salottiera, quella che potrebbe chiamarsi classe dirigente, quella che dovrebbe invece rimanere o per aver miracolosamente conservato un minimo di raziocinio o per dovere morale nel caso credesse davvero al terremoto. La piccola fuga dimostra invece che assieme all’intelligenza si perde spesso anche spessore morale. Oltre che il senso del ridicolo.
E così si scappa fingendo di andare fuori città, come se fosse un gioco. In un Paese dove si è negata ogni possibilità che l’imponente sciame sismico verificatosi a L’Aquila per mesi potesse anche portare a una scossa più forte della media, ci si inquieta invece per balzane previsioni contenute in vecchie carte. Il futuro fa così paura che non si è più capaci di prevedere e di progettare ma ci si rivolge a improbabili profeti, persino ai nostradamus che leggono nel Sangiovese.
Del resto fanno meno paura questi eventi immaginari con i loro brividi fasulli di un avvenire lucidamente scandagliato alla luce di quanto viviamo e vediamo: al declino generale cui andiamo incontro, al mutismo della speranza. Meglio ciò contro cui non puoi nulla, rispetto a qualcosa che richiede sforzo e impegno per essere affrontato. Così anche il gioco del terremoto non è altro che un distogliere lo sguardo dal Big one tutto umano che giorno per giorno di annuncia.