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Un test innovativo prevede la data precisa del parto

Creato il 16 novembre 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Un test è in grado di prevedere in modo accurato la data esatta del parto, misurando con una sonda a ultrasuoni la lunghezza della cervice uterina.

Conservazione cordone ombelicale - GuidaDi: Redazione

Un nuovo esame predice in modo accurato quale sarà la data di nascita del bambino mediante la misurazione della lunghezza della cervice uterina.

Si tratta di un test che in precedenza era utilizzato nel caso di donne incinte con rischio di parto prematuro, ma fino a oggi non era noto se questo esame potesse essere applicato anche alle gestanti che erano arrivate al termine della gravidanza senza alcun rischio.

I risultati di una ricerca resa nota dalla rivista scientifica “British Journal of Obstetrics and Gynaecology” mostrano come si possa affermare quando la lunghezza della cervice uterina è minore di 1 centimetro, vi è l’85% di possibilità che la futura mamma si partorisca entro al massimo una settimana. Determinare la data del parto può essere un fatto molto importante, da momento che questa data può influenzare alcune procedure, dagli esami obbligatori da effettuare prima del parto fino all’induzione delle contrazioni che viene decisa quando si oltrepassa il termine.

La ricerca, che è stata coordinata da Vincenzo Berghella della Thomas Jefferson University di Philadelphia, negli USA, afferma che questo test può essere effettuato anche dopo lo scadere dei “classici”9 mesi. La cervice di una donna ha una misura standard che va dai 3 ai 5 centimetri;  lo studio ha compreso che, se a ridosso del termine fissato per il parto il collo dell’utero è ancora maggiore di 3 centimetri, il rischio di partorire entro 7 giorni è di meno del 40%.

Questa metodologia potrebbe essere utilizzata dai medici per prendere delle decisioni sul fatto di indurre il travaglio in presenza di rischi per la salute del feto: qualora la cervice fosse ancora lunga, l’induzione del parto avrebbe minori probabilità di successo. Il taglio cesareo sarebbe dunque preferibile.

Fonte: “Il Corriere della Sera”


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