Ma non è di questo.
Se Cigolino in auto è ormai viaggiatore esperto e si è arreso all'evidenza che si sopravvive bene anche a diverse ore di noia, in nave è stata un'altra storia.
La popolazione dei passeggeri era divisa in 3 categorie: quelli che andavano in vacanza, quelli che tornavano a casa e quelli che andavano in vacanza con i bambini.
Festosi i primi, a scattarsi foto, a fare programmi e rumore; contenti e impazienti di arrivare i secondi.
I terzi. Sguardi di chi si trova in una strana deriva: bisognosi più degli altri di ritemprarsi, condannati a non poterlo fare. Sguardi vagamente spenti, rianimati solo da frequenti caffè, scintille di vera gioia all'addormentarsi del pargolo. Sospiri. Richiami sempre più deboli, energie calanti, fino ad essere nulle dopo 6 ore di traversata. La nave, diciamolo, non è per niente a prova di bambino piccolo. Va meglio dai 3 - 4 anni in sù, ma fino ad allora è un mezzo ostile.
Prima di tutto è praticamente impossibile usare il passeggino.
Perché c'è tanta gente, gente sparpagliata, che si stende in mezzo ai corridoi. In una traversata notturna è abbastanza comprensibile, in una pomeridiana molto meno.
C'è gente non disposta a condividere spazi con bambini piccolissimi, che sbuffa, alza occhi al cielo, mentre tu improvvisi acrobazie per non calpestare nessuno, per non spintonare o investire.
Perché un traghetto ha mille barriere architettoniche. Dalle porte antivento, con gradino e pesantissime da aprire, a infinite teorie di scale e scalette, di passaggi stretti, di percorsi non segnalati che finiscono in niente.
Perché comincio a credere che sia più comodo, economico pensare, che i bambini under 3 anni non debbano muoversi mai, a casa, via e poche storie.
La mia ora di vagabondaggio con passeggino, alla ricerca di un po' di sonno (di Cigolino, io il mio l'avevo trovato da ore) è stata un calvario, con tanto di stazioni.
Scalvalca la nonna abbandonata in mezzo al corridoio, salta il labrador di 60 kg, evita l'esercito dei nanetti urlanti, non investire la bionda con tacco a spillo e borsetta elegante, ringrazia il marinaio che mosso a pietà ti aiuta a farti strada, evita i soffioni di aria gelata, improvvisi e molesti, aggrappati esasperata al bancone del bar a supplicare un caffè, costoso come champagne. In tutto ciò, l'unico conforto, è lo sguardo degli altri genitori, quelli che come te stanno facendo il triathlon: specialità passeggino, salto a ostacoli, sollevamento pesi e borse.
Basterebbe pochissimo, pensavo ieri, per rendere il viaggio di tutti confortevole e anche divertente: basterebbe un ponte dedicato agli under 36 mesi. Un ponte che fai il giro completo con il passeggino, che trovi almeno tre punti fasciatoio, con un bar con cose adatte a loro, con qualche gioco, con poltrone comode per le mamme che allattano, con qualche schermo con i cartoni animati, invece del caos da bolgia, musica rilassante, maggiore pulizia (ecco forse questo sarebbe l'investimento più oneroso), cabine per famiglie, libri, qualche poltrona per chiacchierare con gli altri, magari un paio di babysitter, se proprio vogliamo esagerare, e il tutto più accogliente dei canili/gattili che sempre ci sono sulle navi (mentre non sempre ci sono spazi bambini ... va a capire).
Poca roba. Davvero, non è che devi rifare le navi. Ci sarebbero genitori eternamente grati (e un genitore grato sarà sempre un buon cliente, sappiatelo); ci sarebbero viaggiatori senza bambini più rilassati (e un viaggiatore più rilassato sarà sempre un buon cliente, sappiatelo); ci sarebbero rientri a casa meno somiglianti al trasporto animali vivi (e un essere umano che si sente trattato come tale sarà sempre un buon cliente, sappiatelo).
Ecco. Adesso lo fate sapere voi alle varie Moby, Tirrenia, Grimaldi, Corsica ferries? Perchè noi ci dobbiamo ancora riprendere dal viaggio di ieri :)
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