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Un tubo lungo 687 chilometri

Creato il 28 luglio 2010 da Speradisole

UN TUBO LUNGO 687 CHILOMETRI

Per fortuna che ci sono deputati spagnoli al Parlamento europeo che si sono accorti di che cosa sta succedendo in Abruzzo. Infatti un deputato spagnolo di nome Raul Romeva I Rueda del gruppo Verdi, ha presentato un’interrogazione prioritaria per chiedere un intervento della Commissione europea contro il progetto Snam “Rete Adriatica”di un gasdotto che, per un bel pezzo del suo percorso, dovrebbe attraversare le zone interessate dal devastante terremoto dell’Aquila.

Sono anni che il progetto giaceva indisturbato nei cassetti della burocrazia. Nel 2004, durante il governo Berlusconi, senza alcun preavviso il suo percorso originario, previsto lungo la costa adriatica, da Brindisi a Minerbio (Bo), è stato modificato.

L’allora ministro alle infrastrutture, Lunardi, disse che erano stati riscontrati problemi di “criticità idrogeologiche ed urbanistiche”, perciò la Snam, insieme ad suddetto ministro, decisero un nuovo percorso. Questo nuovo percorso interessa dieci regioni, in particolare, attraversa la dorsale appenninica. Le località interessate sono: L’Aquila, Navelli, Barisciano, Pizzoli, Poggio Picenze, località devastate dal terremoto del 6 aprile 2009.

Sono cinque tronconi del gasdotto, più una centrale di compressione del gas,  che,  oltre a passare in zone altamente a rischio sismico (Abruzzo, Marche e Umbria),  se realizzati, sventreranno “tre parchi nazionali, un parco naturale regionale e 21 siti di importanza comunitaria - come ha sottolineato il deputato spagnolo che ha sollevato la questione alla Commissione europea – senza che sia stato effettuato un procedimento unico di valutazione di impatto ambientale né una procedura di valutazione ambientale strategica”.

I cittadini marchigiani ed umbri hanno già costituito un comitato “No Tubo”, gli aquilani se ne stanno accorgendo ora, dopo la grande tragiedia che li ha colpiti.

A Sulmona, dove dovrebbe sorgere la centrale di compressione del gas, i cittadini hanno costituito  una rete di associazioni “Cittadini per l’Ambiente”.

 “ E’ una cosa  assurda, forse non si è compreso a quale rischio sismico siamo sottoposti, cosa sarebbe accaduto se fosse stato già in funzione durante il sisma aquilano?” Si chiede l’assessore all’ambiente dell’Aquila, Alfredo Moroni.

Un aiuto alla realizzazione del nuovo tragitto del gasdotto l’ha dato Tremonti  nella manovra (lacrime e sangue), quella votata con la fiducia, che introduce, forse non a caso, il “silenzio-assenso” per il Via e Vas: nessuna risposta entro 60 giorni equivale ad un ok.

Il metanodotto è lungo 687 chilometri. Di questi 187 chilometri riguardano il tratto tra Foligno- Sulmona e 106 corrono entro l’Abruzzo.

Il metano viene introdotto in forma gassosa ad alta pressione (75 bar), dentro un tubo dal diametro di 120 centimetri, sotterrato a 5 metri di profondità.

La legge prevede che dopo cinque anni, la dichiarazione di pubblica utilità per il progetto Snam “Rete Adriatica”, il progetto decada. Ma, incredibilmente l’8 aprile 2009, mentre ancora si cercavano i vivi sotto le macerie aquilane, la Snam ripresenta la richiesta e ottiene di nuovo il certificato necessario per l’avvio dei lavori. I soggetti interessati, comuni, regioni e provincie, avevano 30 giorni di tempo per opporsi “in forma scritta”, secondo l’avviso di avvio del procedimento emesso pochi giorni dopo dal ministro Scajola.

Figuriamoci se il comune dell’Aquila e la regione Abruzzo erano in grado di seguire questa faccenda, così a ridosso del sisma” spiega l’assessore Moroni.

Nel giugno scorso le province di Pesaro-Urbino e Perugia, il comune di Gubbio ed alcune associazioni ecologiste hanno presentato ricorso alla Commissione europea.

Però il governo, prevedendo le reazioni delle associazioni ambientalistiche  e altri enti, ha approvato pochissimi giorni fa, un decreto legge (uno dei tanti) proprio per le infrastrutture di produzione, trasmissione e distribuzione di energia, decreto che prevede “l’istituzione di commissari straordinari ad acta che agiscono in sostituzione di tutte le autorità ordinarie  e quindi possono bypassare anche le regioni, in caso di contenzioso”.

 Il progetto della Snam è quello di raddoppiare la portata della rete Tirrenica, aprire un canale di approvvigionamento dai paesi nordafricani (Libia, Algeria, Tunisia), emancipandosi dai produttori dell’est  e costruire nel nord Italia un hub-gas da cui far partire le diramazioni per rifornire tutti i paesi nordeuropei.

Alla centrale di compressione di Sulmona lavorerà in joint-venture con la Snam, la British Gas consorella della Bp, quella della marea nera.(Fonte: Il Manifesto)


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