Magazine Rugby
C'eravamo astenuti non perché noi solo Inghilterra, Sudafrica e Francia; piuttosto, ritenevamo ci fosse poco da commentare rispetto a quanto già detto in giro e preferiremmo attendere fatti e decisioni da analizzare.
Tant'è, anche questo è un fatto: come saprete Marzio Innocenti (in foto), già capitano della nazionale, poi allenatore e ds, livornese di nascita ma di cultura patavina, rugbistica (quattro scudetti col Petrarca) e non (è medico), espressione del "blocco Monigo" ha prevalso sull'uscente Bortolato, candidato per il quarto mandato e catalogato come "dondiano di ferro".
Prima, ovvia considerazione: si conferma la consistenza del blocco véneto di minoranza, coagulatosi nelle recenti elezioni per la Presidenza Fir attorno al nome di Zatta, più forte dei tentativi di "erosione del consenso" attuati dai federali coi mezzi a loro disposizione: allungamento della campagna, tour delle società locali stile "Re Magi" recando oro, incenso e birra etc.etc. Evabbé, così fan tutti.
Ciononostante Innocenti ha vinto. Una rupture notevole rispetto alla Bulgaria dell'era Dondi, quando il solo candidarsi contro era considerato un affronto personale al Presidente e trattato di conseguenza. La "resistenza" per la prima volta non cessa e l'attuale dirigenza Fir, dopo un po' di attendismo dovrà prenderne atto: esiste una minoranza vitale, robusta, con tanto di stronghold istituzionale e non più solo societario e è la regione più significativa dal punto di vista rugbistico, il Galles de'noantri. Roccaforte salda: se Innocenti si è affermato con poco più del 50% dei voti rispetto all'80% andati a Zatta in regione, invece i suoi candidati consiglieri han riportato un consenso generalizzato, compattando il futuro Comitato: quasi come se molti votanti Bortolato avessero voluto sottolineare mediante "voto disgiunto" la crasi esistente tra voler essere e potersi permettere d'essere. Scompare ad esempio dalla regione il Richelieu Tullio Rosolen, peraltro già riciclato a prescindere in posizione federale (responsabile Progetto Giovani se non ricordo male).
Tutto ciò già noto, si diceva che preferiremmo attendere i fatti, ammesso e non concesso che ce ne saranno. Infatti temiamo che un Comitato Regionale somigli molto al governo italiano: tutti a sgomitare e far promesse per arrivarci, quando il potere reale è in ben altri luoghi (Bruxelles, Berlino, la City, Wall Street ...) e lì rimangono solo chiacchiere, piccolo cabotaggio e sottopotere. La presidenza del CRV di fatto "lavora" coi e sui soldi stanziati dal vertice federale centrale, e abbiamo detto tutto.
In ogni caso per i fatti, c'è perlomeno da attendere che si posi la polvere e gli stracci che volano in tempo d'elezioni, soprattutto in provincia, da tutte le parti. Innocenti in una lettera aperta scriveva che questi vertici Fir non lo rappresentano - affermazione istituzionalmente gravissima, da studente dei Comitati di Base; Gavazzi rispose definendolo "persona non gradita" - manco fosse un doganiere, o Innocenti avesse presentato domanda d'assunzione nella sua azienda.
La speranza che la polvere si posi rapidamente e i personalismi vengano deposti è rafforzata dal notare che il Presidente, pur spesosi molto nella citata operazione di diluizione del consenso, se la sia sempre presa con la "testa di legno" Innocenti senza mai attaccare i mandanti dell'operazione cioè i vertici della Benetton Rugby. A conferma di una certa aria di appeasement Fir - Treviso post-dondiano che segnaliamo da tempo. Assenza di conflitto positiva tra Federazione e ... Società degli Azzurri, ci mancherebbe; ma scordiamoci pure visioni di cambiamento di grande respiro e vigiliamo sulla qualità dei compromessi che le due parti si e ci concederanno.
A ulteriore conferma del clima, compare in un sito "sospetto" una considerazione tanto sottile da sembrare ammiccamento ventriloquo: la sconfitta, si legge, potrebbe indicare a Gavazzi lo sgretolamento del fronte dei "pretoriani dondiani duri e puri", rendendolo quindi paradossalmente più libero di realizzare finalmente un vero "programma Gavazzi" originale, invece di proseguire controvoglia quello di Dondi. Vedarèm se e come tale careless whisper verrà accolto.
Per adesso siamo ancora in mezzo al polverone e si registrano solo "alzate d'ingegno", tipo da una parte rivendicare che dopo tutto le elezioni mostrerebbero che 'sto Véneto tanto unitario non sarebbe (evabbé, allora vale lo stesso per Gavazzi a livello nazionale); rispondono dall'altra, proclami regional-popolari di franchigia veneta non solo trevigiana per la Celtic League.
Sia come sia, visto che siamo ancora immersi nelle chiacchiere, Innocenti vince alla grande il titolo per la battuta più fulminante: "convento ricco e frati poveri", ovvero la Fir contrapposta a tutti i suoi stakeholders - società, comitati, giocatori etc. ... Urge redistribuzione? La può spingere un Comitato solo, sia pure il più importante? Mica è una Union ... ancora.
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