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Un’unica grande ossessione: la letteratura

Creato il 13 ottobre 2013 da Libereditor

rbolLa letteratura nazista in America si presenta come un dizionario biografico che raccoglie trenta brevi racconti di poeti, scrittori e redattori (tutti inventati) che sposano idee politiche fasciste o di estrema destra.
Diversi fra loro mantengono un atteggiamento estremista e violento nei confronti del mondo, ma, in fondo, la maggior parte sono semplicemente dei sentimentali illusi o dei letterati frustrati. Provengono da tutti i paesi latino-americani, ma almeno una mezza dozzina sono cittadini degli Stati Uniti, tra cui il predicatore fanatico Rory Lungo, il poeta e il giocatore di football Jim O’Bannon, lo scrittore di fantascienza JMS Hill e il fondatore della Fratellanza Ariana, Thomas R. Murchison, alias il texano.
Sono tutti più o meno legati, in modi diversi, fra loro. Ci sono mondani, avventurieri, psicopatici, delinquenti, tanti sognatori. Tutti uniti da un’unica grande ossessione: la letteratura.
Ciò che colpisce di questi ritratti non è tanto la loro plausibilità (in un certo modo esile e intermittente), ma la loro abbondanza e la notevole varietà.
Bolaño, con La letteratura nazista in America, testimonia la potenza pura della letteratura e prova a giocare un gioco complicato bilanciando in modo accurato derisione e umorismo nero. Solo di tanto in tanto ricorda gli orrori del Reich di Hitler e della Spagna di Franco o le atrocità perpetrate dai generalissimos.
Vero punto satirico di Bolaño sembra essere quello di mettere in evidenza come tutti questi immaginari fanatici, con le loro meschine rivalità e i loro movimenti ridicoli, non sono poi tanto diversi dai veri scrittori e dagli editori della scena letteraria contemporanea. In fondo vogliono quello che tutti gli artisti vogliono è che la loro integrità estetica sia riconosciuta e soprattutto premiata.

Roberto Bolaño, La letteratura nazista in America, traduzione di Maria Nicola, Fabula, Adelphi, 2013.


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