Magazine Diario personale
Un universo favolistico visionario e dalle forti tinte dark: Biancaneve e il cacciatore
Creato il 18 settembre 2013 da Luca Rossi @LucaRossi369Sanders, la cui carriera pregressa nel mondo degli spot televisivi ci ricorda come questo mondo frenetico fatto di appena sessanta secondi sia in grado di formare in maniera eccelsa i registi – e Ridley Scott ne è l'esempio lampante – con la sua sapiente regia riesce a dar vita ad un universo favolistico visionario e dalle forti tinte dark, in grado di stregare lo spettatore e immergerlo in un mondo onirico che affascina e spaventa al tempo stesso. E la sua rappresentazione allucinata della Foresta Nera è un chiaro esempio del tono che si è voluto dare a questa pellicola. Le atmosfere da sogno tipiche delle favole, ovattate e paradisiache, sono relegate a pochi fulgidi momenti come quelli in cui ci viene presentato lo splendido Santuario delle Fate, ricco di creature fantasiose. Ma non c'è molto spazio in questa pellicola per il mondo fatato, e la Biancaneve che ci viene proposta, per quanto pura di cuore e dall'animo gentile è tutt'altro che una principessina indifesa in attesa che il principe azzurro arrivi a salvarla da un crudele destino. La forza di questa pellicola, a tratti talmente epica da ricordare addirittura la saga de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, risiede proprio nella grande forza di carattere delle donne protagoniste: da una parte abbiamo una Regina Cattiva dal passato oscuro e travagliato, terribile e fragile al tempo stesso, che odia gli uomini e la loro logica più di qualsiasi altra cosa e vede nella bellezza l'unica forma di potere possibile; dall'altra una Neve combattiva e risoluta, pura di cuore ma non per questo codarda, agguerrita e pronta a qualsiasi sacrificio pur di riprendersi il suo regno e governarlo con giustizia.
Una fiaba che quindi scardina i classici topoi del genere, munendo Neve di un'efferata sete di vendetta, con tanto di spada ed armatura, rendendo la Regina se possibile ancor più cattiva con le sue urla isteriche, gli occhi di ghiaccio e le unghie ad uncino che strappano cuori di fringuelli e umani a profusione, anelando però all'unico cuore che le garantirebbe l'eterna giovinezza. Ma, soprattutto, quello che più colpisce e più si discosta dalla dimensione favolistica di appartenenza, è il rifiuto della classica dicotomia Principe/Principessa a favore di un Cacciatore dal passato doloroso, risoluto e dai muscoli d'acciaio come solo il dio del tuono Chris Hemsworth sa essere. Per non parlare poi dei Sette Nani – o meglio otto, aguzzate la vista! E preparatevi al dramma...– capitanati dal magistrale Ian McShane, che tanto per fattezze quanto per temperamento ricorda l'agguerritissimo Gimli, e con lui tutti i nani concepiti da Tolkien.
A far da valido supporto alla sorprendente regia di Sanders troviamo una colonna sonora assolutamente azzeccata, firmata James Newton Howard, dei costumi ammalianti, specialmente quelli della malvagia Ravenna, ad opera di Coleen Atwood e una fotografia impeccabile perfettamente orchestrata da Greig Fraser. Peccato solo per il finale, assurdamente sottotono visti i ritmi da kolossal action che permeano la pellicola e a cui lo spettatore ormai è abituato. Insomma, anche se è previsto un seguito, se non addirittura l'istituzione di un franchise, è impensabile concludere un film del genere così.
Silvia Fanasca
Silvia Fanasca
"Una giovane "choosy" qualunque con un po' di immaginazione e una laurea-quasi-due con cui sventolarsi quando fa caldo. Peccato sia inverno."
Specializzata in critica cinematografica, ha pubblicato diversi articoli e recensioni sulle riviste Sci-fi Magazine, Tenebre, Game Republic, Ps mania e Xbox 360. Ha inoltre collaborato online con sentieriselvaggi.it e viagginews.com.
Sulla piattaforma interattiva The Incipit, è autrice del racconto Buongiorno Italia, presentato anche su questo blog.
La trovate su Facebook all'indirizzo facebook.com/Snake.Fanasca.
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