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Un uovo in primavera

Creato il 22 aprile 2014 da Ariannarossoni

Lo sapete che frutta e verdura non sono gli unici alimenti che possono vantare una propria stagionalità? Se dovessimo (o potessimo) seguire i ritmi della natura, nulla di ciò che mangiamo potrebbe essere consumato 365 giorni l’anno: le farine andrebbero macinate solo in autunno e consumate in inverno per preservare i preziosi oli del germe dei cereali; il pesce sarebbe più pescoso in tarda primavera ed estate; la frutta secca sarebbe un alimento invernale, mentre il burro avrebbe il suo massimo sapore in estate.
… e le uova, la primavera sarebbe la loro stagionalità ideale! Le galline depongono uova in armonia con le ore di luce solare: chiedete a qualsiasi persona che tenga galline razzolanti e scoprirete che con i primi freddi e nei mesi più rigidi dell’anno è ben difficile avere un rifornimento costante di uova, mentre da aprile a settembre ve n’è abbondanza. 
Ovviamente, stiamo parlando di uova da animali liberi e felici, non di certo delle uova da allevamento in gabbia. A proposito, avevate letto questo mio articolo per indirizzarvi nella scelta delle uova? E sapevate che alle galline di categoria 3 (ossia, quelle allevate in gabbia) vengono dati di default antibiotici nel mangime, che siano malate oppure no non ha importanza…?

L’uovo è l’alimento-simbolo della primavera sotto molti aspetti: pensiamo all’uovo di Pasqua, o al binomio uovo-fertilità. Ecco perché avevo chiesto a Cristina se aveva una ricettina sfiziosa con le uova, desiderio prontamente esaudito con questo splendido scrigno di uova e asparagi, del quale abbiamo anche un utilissimo tutorial fotografico.
Un altro motivo per cui ho chiesto qualcosa con le uova è anche perché secondo la Bioterapia nutrizionale questo alimento è un presidio prezioso in caso di infertilità tanto maschile quanto femminile: potrebbe essere altrimenti, visto che l’uovo altro non è che una gigantesca cellula pronta a sviluppare un pulcino qualora venisse fecondata?
A proposito di uova fecondate… Sempre secondo la Bioterapia, sono proprio queste le migliori per l’effetto pro-fertilità: riconoscerle è impossibile finché rimangono nel guscio, ma da aperte sono facilmente riconoscibili perché il tuorlo presenta delle minuscole striature rosse. Una nota penso superflua ma doverosa: quest’uovo potrebbe formare il pulcino solo ed esclusivamente se venisse covato dalla gallina, quindi non preoccupatevi se ne trovate uno fecondato (o “gallato”) perché non potrebbe mai o poi mai diventare un pulcino!

L’ipotesi bioterapeutica sembra essere avvallata dalla ricca presenza di colesterolo nel tuorlo delle uova: ben lontano dal causare ipercolesterolemia -ormai sono decine e decine gli studi che smentiscono questa falsa credenza-, il colesterolo alimentare è un importante precursore degli ormoni femminili e maschili, poiché è proprio sulla base steroidea del colesterolo che il nostro corpo andrà a costruire gli ormoni sessuali. Questa connessione è tra i motivi per cui una donna che passa da un’alimentazione onnivora ad una vegetariana o vegana può accusare problemi ad avere un ciclo regolare. Non dobbiamo inoltre dimenticare che il follicolo maturo, pronto ad essere fecondato dopo l’ovulazione, è infarcito di colesterolo.

Le uova sono utili tanto alla donna come stimolazione all’ovulazione (specialmente se consumate nel periodo periovulatorio, quindi dall’11 al 15 giorno di ciclo) quanto all’uomo ai fini della spermatogenesi.

La digeribilità delle uova è tanto più complessa e lunga quanto più l’uovo viene cotto: la cottura al vapore, in camicia o alla coque richiederà meno di due ore di digestione, mentre per le uova sode o fritte si arriva addirittura a quattro ore.

Dopo queste curiosità, ecco a voi la ricetta di Cristina, con tutorial fotografico; l’uovo così cotto può essere servito come antipasto o come secondo piatto; se lo mangiate come piatto unico consiglio di raddoppiare le dosi, considerano n.2 uova per ciascuna persona.
E’ un pasto ipoglucidico, a basso carico glicemico e ad elevato valore biologico. Perfetto anche per chi amasse la colazione salata, in abbinamento a pane di segale o di grano duro appena tostati.

fagottino
Scrigno di uova e asparagi con finocchi alla curcuma e scaglie di grana

Ingredienti per 3 persone
10 asparagi verdi
3 uova biologiche
Un finocchio
Parmigiano reggiano
Un cucchiaino di curcuma
Sale
Uno spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva

procedimento
Procedimento
Prendete ogni asparago precedentemente lavato per le estremità: piegatelo e si spezzerà da solo; eliminate la parte finale più dura e tenete la parte con la punta. Tagliate le punte, mentre pelate il resto degli asparagi facendoli a fettine sottili con l’aiuto del pelapatate. Fateli cuocere a vapore per 10 minuti (anche le punte) e poi metteteli da parte a raffreddare.
Eliminate la parte superiore del finocchio, tagliatelo a metà; con l’aiuto di un coltellino eliminate la parte centrale del finocchio. Tagliatelo poi a fette sottili.
Scaldate una padella antiaderente con 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio e il cucchiaino di curcuma. Aggiungete poi i finocchi lavati, salate e fate saltare per 10 minuti mantenendo le verdure croccanti; se necessario aiutatevi aggiungendo un goccio d’acqua calda.
Prendete delle piccole bacinelle e foderatele con la pellicola alimentare, adagiate gli asparagi foderando il fondo, salate e poi aggiungete un uovo, salate di nuovo e poi chiudete bene la pellicola formando un piccolo fagottino e chiudendo bene l’estremità con un nodo.
Fate cuocere in acqua bollente dai 6 ai 10 minuti: il tuorlo dovrà rimanere liquido; il tempo di cottura dipende dai gusti e dalla grandezza dell’uovo.
Trascorso il tempo di cottura scolate i fagottini, tagliate il nodo, rigirate il fagotto direttamente sul piatto di portata (mantenendo l’apertura verso il basso) ed eliminate delicatamente la pellicola; servite con il contorno di finocchi alla curcuma e le scaglie di parmigiano reggiano.

tabellauova


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