Odio l’autunno e la sua saggezza: Ti apre il cuore, scava nelle vecchie ferite, apre quelle porte che avevi chiuso a chiave per tanto tempo solo per sbatterti in faccia quella stanza buia che occupa un pezzo di te.
Ti fa girare per una Roma mezza addormentata da questo cielo a tratti rosa per farti scoprire- grazie al suo vento- dei dettagli che non avresti mai visto.
Ti fa cantare.. è come se mi si creasse una compilation nella testa, fatta di ricordi e di attualità. La scorsa settimana ho aggiunto qualche pezzo alla mia playlist: gli stornelli romani! Tutto grazie ad una vecchina si 100 anni che mi ha permesso di viaggiare nei suoi e nei miei ricordi grazie alla musica che da giovane cantava e si faceva cantava in una Roma che forse ora non riconoscerebbe più. Quello che sto facendo con questa signora a tirocinio è la MUSICOTERAPIA , un modo per elaborare e tirare fuori da ognuno di noi quella parte ormai sbiadita della storia.. fa cantare, ballare (anche se sei bloccato nel letto di una clinica) e fa piangere. Il problema è che ha fatto piangere anche a me. Quella musica ormai lontana alla mia generazione mi ha riportata indietro nel tempo, quando quelle canzoni me le cantavano i miei nonni!
Ne son passati di anni da quando due tumori se li son portati via, ma io a loro ci penso spesso: avrebbero preso a bastonate il mio ex? sarebbero stati contenti del Secchione o si sarebbero coalizzati per scacciare qualsiasi essere umano del sesso opposto dalla loro unica nipotina? sarebbero stati orgogliosi di me e della laurea che si avvicina? avrebbero portato per le vie del centro anche la nuova nipote che non hanno fatto in tempo a conoscere? gli avrebbero raccontato della guerra? si sarebbero inviperiti con mio fratello per la scuola? avrebbero ancora litigato con le mie nonne, per poi far pace con un mazzo di fiori? sarebbero stati contenti dell’amore finalmente trovato da mio zio? avrebbero continuato a criticare la cucina moderna di mia madre per un buon piatto di pajata? avrebbero continuato ad insegnarmi gli stornelli di quella Roma ormai sepolta e ghettizzata egli ZTL?
Di tutto questo non riesco a darmi una risposta ma solo colpe: avrei potuto ascoltarli di più; avrei potuto rinunciare a tante cazzate per rimanere un’ora in più con loro sul divano e farmi inebriare dalle loro storie; avrei dovuto coccolarli come ora coccolo dei loro coetanei rinchiusi in una clinica da delle famiglie senza cuore; avrei voluto chiedergli tante cose sulla vita, sull’amore, sulla storia, sugli studi e sule nostre famiglie… ma ero troppo piccola e cretina per capire che patrimonio avessi tra le mani!
Ed ora non mi resta che cantare Lando Fiorini, e far scendere una lacrima mentre finisco questo post….
Io odio l’autunno!