Se le innovazioni sul fronte delle problematiche giuridiche ed economiche sono state notevoli, tali sono anche quelle sul fronte religioso e spirituale. Basando la sua missione sulla povertà e la carità, Francesco ha voluto continuare per alcuni aspetti l’attività di Benedetto XVI, con il quale convive e ha scritto un’enciclica sulle virtù teologali (è la prima volta nella storia che due pontefici convivono e agiscono insieme), mentre in altri casi si è allontanato dal suo predecessore mostrando un desiderio di apertura maggiore. Punti cardinali della missione del pontefice argentino sono l’attenzione agli umili e la povertà. Il suo desiderio di umiltà e l’idea che lo stesso pontefice debba attenersi a questa sono chiari già dal suo primo discorso. L’abbigliamento, l’anello pescatorio e la stessa semplicità del suo agire, sono simboli di una maggiore apertura verso i popoli. Se aveva già stupito la franchezza di questo pontefice, ancor più l’opinione pubblica è stata affascinata dal desiderio di dialogo con gli omosessuali e le coppie di fatto. Pur impostando la famiglia su un rapporto fra uomo e donna, questo pontefice non esclude gli omosessuali e le coppie di fatto, mostrando, se non altro, un desiderio di dialogo e di comprensione particolarmente stimolanti per il mondo della cultura e per l’opinione pubblica. Durante una conferenza al suo ritorno dal Brasile, Francesco ha affermato di non voler emarginare i gay dalla società ma anzi di integrarli. Ha dichiarato invece del tutto sbagliato parlare di lobby poiché, oltre a essere troppo spesso frutto della fantasia dell’opinione pubblica, sono immorali. Forse proprio per questa franchezza, il pontefice argentino è sempre più apprezzato. L’ex arcivescovo di Buenos Aires, inoltre, si oppone apertamente al potere economico e alle ingiustizie. Lo dimostra tutta la sua attività pastorale precedente e anche quella attuale. L’idea di affiancare i poveri e di opporsi ad una accettazione totale delle ingiustizie e differenze economiche sembra essere diventato uno scopo importante per Papa Francesco. Non va dimenticato che durante la crisi argentina, l’allora arcivescovo ebbe parole di fuoco contro i soprusi economici della politica e delle lobby. Nel 2002, quando la crisi argentina divenne sempre più forte, Bergoglio affermò che “non dobbiamo tollerare il triste spettacolo di coloro che non sanno più come mentire e si contraddistinguono per il tentativo di mantenere i loro privilegi, la loro avidità e la loro ricchezza guadagnata con disonestà”. Queste parole furono all’origine di molti movimenti e sembrano dettate da un vivo desiderio di rendere il Cristianesimo una matrice di cambiamento sociale effettivo. Giunto al soglio pontificio passando dalla Teologia della Liberazione, da lui rifiutata, almeno nei suoi tratti più estremi, e combattuta dall’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede cardinal Ratzinger, Bergoglio è diventato un simbolo di speranza e di cambiamento per l’intero mondo cattolico e non solo, tramutandosi in un simbolo cui tutti ora guardano.
Enrico Cipriani
Articoli Collegati:
- Müller nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede
- La fine dell’era di Giovanni Paolo II
- Il Cardinal Mahony al Conclave?
- Luci e Ombre sul nuovo Papa Francesco