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“Un vestito color del vento” – Sophie Nicholls

Creato il 10 novembre 2014 da Temperamente

Se oggi vi sentite più audaci, più coraggiosi del solito, forse all’interno di una cucitura della vostra camicia, o magari nascosta nell’orlo dei pantaloni, qualcuno ha cucito una parola magica che riesce a tirare fuori il meglio di voi; e se l’abito che indossate è stato acquistato nel negozio vintage di Fabia Moreno, potete averne la certezza matematica.

Il prodotto di un crogiolo di lingue e tradizioni diverse, la giovane vedova Fabia Moreno arriva a York, nel nord dell’Inghilterra, decisa a dare una svolta alla sua vita: dopo anni di umiliazioni e sacrifici, riesce finalmente a realizzare il suo sogno, quello di aprire un negozio di abiti vintage. Con lei c’è la figlia quindicenne Ella, una ragazzina perspicace e silenziosa, alle prese con il disagio di essere al mondo e un rapporto non sempre facile con la madre che pure ama molto; insieme, le due Moreno dovranno fare i conti con la realtà spesso insidiosa di una città in cui sono delle estranee.

La trama semplice e lineare di questo romanzo, che per l’autrice Sophie Nicholls costituisce l’esordio letterario, è ricca di emozioni e dolori, raccontati attraverso le percezioni particolari di madre e figlia. Le sensazioni fisiche e spirituali delle due donne, infatti, si manifestano in quelle che sono quasi delle visioni, divenendo lampi di luce colorata, linee pallide o sgargianti, macchie di colore dai bordi frastagliati di cui Fabia ed Ella sentono costantemente la presenza. I “Segnali”, così come vengono chiamati nel libro, guidano il lettore fin dentro la fantasia delle Moreno, riuscendo perfettamente a dipingere ciò che è soltanto scritto sulla carta; e così come la giovane Ella, che sta imparando a conoscere i suoi Segnali e a fidarsi di loro, anche il lettore comincerà a capirli, interpretandoli assieme alle protagoniste.

Un’altra presenza prepotente nel romanzo è quella degli abiti vintage di cui Fabia Moreno è esperta cultrice: dietro ogni tessuto, descritto con fluida semplicità dalla penna affascinante della Nicholls, dietro ogni piega, orlo e cucitura, si nasconde una storia, una miniera di potenzialità, il fascino di ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. Ed è per questo che Fabia riesce a trovare per ogni cliente il vestito o l’accessorio più adatto, congiungendo oggetto e proprietaria in un vero e proprio rituale; ma prima di affidare l’acquisto nelle mani della donna che lo indosserà, Fabia si preoccupa di cucire, nascosta laddove nessuno potrà mai scovarla, una parola propiziatoria, un incoraggiamento, suggerito direttamente dalla sapienza dei Segnali. Il potere delle parole è, infatti, continuamente esaltato nel romanzo; e con il potere, anche i danni che le parole possono procurare, specialmente se intrecciate a un passato difficile

Nonostante il cognome, infatti, Fabia Moreno non ha davvero origini italiane: le sue radici affondano nel Vecchio Paese, quell’Iran che non si stanca mai di risalire a galla con l’inesorabilità di una marea…

Scritto in maniera impeccabile nonostante la trama un po’ troppo prevedibile, Un vestito color del vento è un romanzo dolce e avvolgente, che incanta il lettore con la sua delicatezza; e alla fine, dopo aver terminato anche l’ultima pagina, non ci si può fare a meno di chiedere quali siano le forme e i colori dei nostri pensieri.

Mariachiara Eredia

Sophie Nicholls, Un vestito color del vento, tre60 Editore 2014, 265 pp., euro 9,90.

Il nostro voto:

3 su 5


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