In tema di cultura e innovazioni Napoli non manca mai di reinventarsi, rimettersi in gioco e rimodellarsi. La bella Partenope è un cantiere sempre aperto e per citare Gianrico Carofiglio “assomiglia a un serpente che cambia continuamente pelle”; non fanno eccezione alcuni musei di Napoli che per i mesi autunnali aprono i battenti alle novità per stupire e affascinare cittadini e turisti.
Nello specifico il Museo della Pietrarsa, sito a Portici nella Traversa Pietrarsa, per tutti i venerdì dei mesi di settembre e ottobre, prolungherà l’apertura e le visite guidate fino alle ore 22.00 sempre allo stesso prezzo; si tratta di un’iniziativa promossa dalla Fondazione delle Ferrovie dello Stato Italiane che grazie all’ampliamento degli orari di apertura, consentirà al pubblico di effettuare una visita guidata molto più lunga alla riscoperta dei meravigliosi e storici treni, nonché le antiche e fascinose locomotive.
L’orario d’apertura infatti dalle 9.00 alle 22.00 regalerà al pubblico un’incredibile esperienza in quanto in questo modo i visitatori potranno godere dei padiglioni e degli spazi esterni che affacciano direttamente sul mare, gustando quindi tutta la suggestione di cui il Museo è pregno; i turisti potranno godere del Museo della Pietrarsa con la particolare luce del tramonto e la magica atmosfera notturna tra le ombre delle locomotive storiche e le bellissime carrozze. Il Museo sarà aperto anche nei week-end dalle ore 9.00 alle 16.30.
Il Museo della Pietrarsa in realtà è uno dei luoghi topici, un simbolo, per la grande ‘azienda’ delle Ferrovie dello Stato; un ponte sospeso tra passato e presente che congiunge la nostalgica Bayard (una delle prime locomotive a vapore che collegava Napoli a Portici – ndr) ai super tecnologici treni moderni dell’Alta Velocità. Al centro del piazzale del magnifico complesso museale si trova una delle più grandi statue in ghisa realizzate in Italia, raffigurante re Ferdinando II di Borbone, il ‘fautore’ delle ferrovie; la statua ritrae infatti Ferdinando nell’atto di indicare un punto preciso in terra, il punto da dove cominciare a costruire le prime officine ferroviarie del Regno delle Due Sicilie e quindi dell’intera Penisola. Un’iscrizione marmorea ricorda difatti che il lungimirante sovrano perseguiva lo scopo di liberare lo sviluppo ingegneristico e tecnico-industriale dai vincoli dell’intelligenza straniera. Le prime officine borboniche nacquero nel lontano 1840 e furono battezzate con il termine Pietra Bianca, solo in seguito poi l’aggettivo mutò in Pietra Arsa a causa dell’eruzione del Vesuvio che aveva portato la lava sino a quel punto della costa. Il Museo pertanto si trova precisamente da un punto di vista storico-architettonico, proprio laddove l’embrionale progetto ‘unificatore’ di Ferdinando prese vita.
Oggi il Museo della Pietrarsa offre al pubblico un’immediata rilettura della sua storia personale, viva e critica, ricca di curiosità e aneddoti del duro lavoro dei meccanici e degli operai che lavoravano nelle antiche Officine di Pietrarsa. Il Museo si prefigge di intessere un discorso storico volto a ricostruire le tappe dell’evoluzione del lavoro, e perché no, anche dei sogni, dell’uomo; al suo rapporto in costante mutamento e crescita tra e con le macchine.
Per saperne di più, visita il sito ufficiale del Museo di Pietrarsa