Ho riflettuto molto prima di scrivere questo articolo. Ancora adesso, è mia convinzione, che sprecare noi stessi, il nostro tempo, le capacità intellettive per spiegare il concetto del nulla, possa trasformarsi in un esercizio di mera retorica che non porta da nessuna parte se non a circumnavigare il vuoto. E’ pur vero che in qualche modo bisogna difendersi e non rimanere passivi a tutto ciò che il mercato e soprattutto l’ITALIOTA medio vuole propinarci forzatamente.
Mister OVVIO Fabio Volo è il prototipo esatto e veritiero della società nostrana. Mentre altri pseudo-scrittori già da me esaminati appartengono comunque ad una nicchia ben definita e allineata, il soggetto in questione abbraccia l’intero universo evolutivo dell’homo basic. Quell’ignominia evolutiva che inesorabilmente crea mostri a propria immagine e somiglianza per poi demonizzarli disconoscendoli.
Prima di iniziare le mie divagazioni è bene precisare, per onoestà intellettuale che anche il sottoscritto, in un periodo di oziosità culturale, ha letto le opere omnie del Pulcino Pio, questo per anticipare i soliti noti che si appresteranno in modo pavido (perché sia mai commentassero il loro dissenso) a pensare che il Vostro è un povero coglione frustrato e ignora la grandezza letteraria di sua maestà Fabio Volo.
Le prime apparizioni di Mr. OVVIO si rifanno alla tv in un famoso programma televisivo chiamato Le Iene. Insomma uno dei tanti pseudo-programmi che si definiscono al servizio del cittadino ma che poi fanno da servi ai soliti noti. Proprio questo suo pedigree televisivo-nazional-popolare, spinge Volo a volersi cimentare in altre attività “artistiche”, che svolazzano (scusate il gioco di parole) dal cinema al teatro fino ad atterrare sulla meta più ambita dal panorama televisivo italico ; la scrittura.
Il poveraccio, non è stupido. Capisce subito che, in questo paese inutile, c’è un profondo buco “letterario” da colmare assolutamente. Una lacuna che deve forzatamente essere riempita, altrimenti il baratro tanto agognato non può essere raggiunto.
L’ormai dipartita dei famosi romanzi Harmony.
Traduco per chi fosse troppo giovane. Negli anni ottanta, non c’era ombrellone, asciugamano o lettino che non annoverasse fra le sue pieghe uno di questi libretti rosa, scritti da zappaterra in cerca di fama, il cui tema era sempre e comunque incentrato sula storia d’amore, condita dai soliti ed inutili stereotipi da quattro soldi, tanto cari alle casalinghe annoiate in cerca di una qualsiasi realtà che non fosse la loro. Credo, ma non ne sono sicuro, che anche questi tascabili a loro volta avessero sostituito un altro sottoprodotto orripilante che rispondeva al nome di fotoromanzo.
Insomma, Mr. OVVIO, capisce al volo (altro gioco di parole…non resisto!) l’occasione e si prepara alla sue sei fatiche letterarie di cui vi risparmio titoli e trame per il solo fatto di potermi elevare a salvatore incontrastato delle vostre menti. Colui che vi ha risparmiato il limbo eterno chiedendovi se mai si possa vivere non conoscendo i pensierini di questo pupazzo semi analfabeta.
Però è giusto e mia convinzione capire il perché del successo dei suoi libri.
In primis, la portata principale di cui si nutrono i suoi romanzi è l’amore. Il sentimento più alto e variegato dell’essere umano diviene sotto la sua penna lillipuziano a tal punto da renderlo, come dicono i suoi seguaci, “normale”. Non pensando che magari quel tipo di normalità, che il Volo traccia sulle pagine non è altro che un paradigma di amori talmente noiosi e inutile da rasentare la mediocrità più estrema.
Lo ricetta di ogni libro è sempre ben delineata :
Un amore difficile e banale, un paio di lutti che non fanno mai male, qualche scopata che vende sempre, e per finire una bella sfilza di luoghi comuni che farebbero impallidire persino l’almanacco di frate Indovino. Per intenderci, tutto quello che l’homo basic sogna e a cui aspira nella vita.
Credo che meglio di qualsiasi personaggio moderno, Fabio OVVIO Volo rappresenti la BANALITA’ che è il vero male di questo tempo. Un male che rifiuta qualsiasi forma che non sia quella prestabilita, che inneggia al rogo per colui che rifiuta schematizzarsi al sistema, che disconosce l’arte ma finge di occuparsene. Un’aberrazione non riconosciuta che viene imposta come consuetudine con il solo scopo di “normalizzare” il popolino.
Secondo il mio parere è questo il vero nodo centrale, cioè l’omologazione.
Il vero scopo dell’editoria nostrana e non solo, è quello di incanalare l’arte in un senso ben determinato in modo tale da creare pseudo automi privi di quel libero arbitrio che tanto infastidisce i lor signori. Risultato che devo ammettere ormai raggiunto, con l’aiuto dei tanti Volatili e scopiazzature varie che passano l’esistenza a recitare il ruolo di intelletualoidi di sinistra ma che in verità sono dei poveri idioti radical-chic pronti a squartare la propria madre per qualche euro in più sul conto in banca. Mi domando come mai non vadano a proferire i loro vangeli nel fosso delle marianne evitandoci le loro amenità senza senso.
In conclusione spero vivamente che Mr. OVVIO abbia occasione di leggere queste righe. Magari in lui nascerà la convinzione di non propinarci più la sua merda, di lasciare perdere i suoi voli (è più forte di me…)pindarici sulla filosofia, che tra l’altro credo non abbia proprio capito o studiato. Altresì spero che le menti di questo paese si sveglino finalmente e contrastino questa situazione surreale, in qualsiasi modo, anche scatenando una guerra mediatica contro questo esercito di scimmie…che proprio dodici non sono.
N.B. Homo Basic : Ringrazio D.R. e C.O. perché in una discussione serale, paragonarono l’italiano medio alla linea di una nota marca di intimo. La linea Basic. La cui particolarità è di essere di soli due colori…Bianco o Nero senza nessuna sfumatura.
Filed under: scritture, visioni letterarie Tagged: Dinamiche, Fabio Volo, scritture, visioni, WSF