Il 27 Settembre 2012 all’interno del Social Media Week di Torino conduco un evento che ho titolato:
Socialtainment: dove, come e quando della social tv
Che cosa è la social tv
La social tv è un epifenomeno, non è un modello, non è un prodotto, non è un modo di produzione.
La social tv è un biscotto farcito che al centro ha un device/media e sopra e sotto due oggetti distanti tra loro nel tempo e nello spazio che sono l’evento e la rete.
Gli oggetti distanti sono integrati dal mezzo elettronico, un connettore che nel suo specifico deve avere caratteristiche broadcast, sia perchè i due elementi distanti devono ravvicinarsi sincronizzando il contenuto, sia perchè allo stato dell’arte non esiste un aggregatore di messaggi che renda fruibile molteplici punti di vista, nel vero senso letterale, contemporaneamente dall’occhio che documenta a tutti i destinatari.
Il monopolista della ripresa di un evento è sempre ancora chi ha investito finanziariamente per aver l’esclusiva della sua messa in onda.
Il punto di vista, per quante telecamere, videocamere, droni, elicotteri siano connessi alla cabina di regia è sempre Unico.
Il Pensiero Unico brodcast è sempre quello del detentore dei diritti televisivi.
Lo sport come traino della social tv
L’episodio che ha fatto percepire l’epifenomeno social tv in Italia sono strati i campionati europei di calcio 2012.Gli eventi sportivi, d’altronde sono quelli che nelle altre parti del mondo hanno fatto esplodere la convergenza tra televisione social media.
Negli USA lo stesso è stato in occasione di quegli eventi sportivi, il super Bowl e la finale NBA, dentro i quali il tifo e gli sponsor hanno riversato interessi tribali ed emozioni pubblicitarie.
Le Olimpiadi di Londra hanno conclamato e amplificato la coda lunga tra le tante cerchie di community sportive interessate alle singole discipline, ai suoi eroi e personaggi di riferimento, alle narrazioni ed alle epiche che ogni sport si destina.
Mobile fa rima con evento
Nielsen già nel 2011 aveva evidenziato, in un suo studio americano, come accanto all’evento televisivo la quasi totalità delle persone restassero in connessione con amici e contatti virtuali attraverso la modalità mobile, con l’utilizzo di un secondo schermo tramite smartphone o tablet. Questo dato oggettivo mette in correlazione la triangolazione evento-device-social per identificare quando ci si trova di fronte allo specifico social tv, differenziato totalmente da web tv e piattaforme online di contenuti televisivi. Perchè si possa parlare di social tv, a mio parere, ci devono essere:1) un evento che determini il tempo narrativo 2) un device televisivo che sincronizzi l’evento al lato social 3) una community di conversatori che interagiscono tra loro In questi casi l’evento può essere un un fenomeno che ha luogo nell’istante ( evento sportivo o musicale, catastrofe naturale, concentramento socio-politico ) o che sia stato programmato ( prodotto seriale, talk show in diretta o registrato, film, reality ) Prima dell’evento ci sarà sempre un prologo, momento dell’attesa e delle predizioni, del posizionamento, della presentazione. Seguirà sempre l’epilogo, lo svuotamento delle emozioni e delle previsioni, le recriminazioni, le accuse, la festa e la parata.
Il prima e il dopo sono indifferenti alla presenza e alle sollecitazioni del prodotto televisivo, ma ne fanno costantemento riferimento, sia come narrazione, come oggetto e come tempi.
Queste fase probabilmente sostituiranno il vecchio palinsesto e al loro interno si collocheranno i modelli di business, dal vecchio spot pubblicitario all’on demand.
Perchè la social tv è luogo dell’entertainement e non del infotainement
Nella social tv l’elemento di valore aggiunto non è la ricerca della verità/veridicità/coerenza ma quella dell’emozione Quindi l’emozione che intercorre tra i tre momenti costituenti (prima, durante, dopo) sono quelli che determinano la costruzione, il consumo e quindi la nostalgia dell’emozione.Pertanto quando a farla da padrone sono l’attesa, il coinvoglimento e poi la nostalgia mi sembra doveroso chiarire che manca la distanza per poter essere obiettivi e poter produrre/consumare informazione.