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Una ballata del mare salato: la letteratura d’avventura dell’800 a fumetti

Creato il 29 giugno 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

 “Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese”
(Umberto Eco)

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Siamo ormai alle porte della prima guerra mondiale, è il 1° novembre 1913, Tarowean: il Giorno delle Sorprese. 
È appena passata una gran tempesta ed è l’Oceano Pacifico in persona a raccontarcelo, mentre tra i flutti affiora debolmente la figura di un uomo legato ad una zattera: Corto Maltese.
 Issato sull’imbarcazione del capitano Rasputin, raggiungerà sulla segreta isola Escondida il misterioso Monaco, per il quale entrambi lavorano, conducendo azioni di pirateria al soldo della marina tedesca.
 Alle loro vicende si intrecciano quelle dei giovani Cain e Pandora Groovesnore, rampolli di una ricca famiglia inglese, tratti in salvo anch’essi da Rasputin, ma tenuti in ostaggio per ottenere un riscatto.

corto6corto6Le vicende si sviluppano lasciando intendere che esse non siano frutto d’invenzione, ma bensì tratte da una missiva del sedicente R. Obregon Carranza, nipote di Cain Groovesnore; il che riporta alla mente la finzione letteraria del “manoscritto” da cui Manzoni trasse i suoi Promessi Sposi. La storia, quindi sfrutta un affascinante intreccio di piani narrativi: è introdotta dalla voce dell’Oceano Pacifico, si dispiega attraverso la narrazione in terza persona ed è infine conclusa da una voce narrante fuori campo.
La stessa denominazione dei personaggi risulta un omaggio alla letteratura: il nome del protagonista, Corto, potrebbe avere due possibili derivazioni: dal soprannome di Jimmy Lea, detto appunto Corto, soggetto che appare in un’altra opera di Pratt: Sgt.Kirk; oppure da Kurtz, il protagonista di “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad, dalle cui storie trae ispirazione. Il suo cognome, Maltese, deriva dal titolo del romanzo hard boiled di Dashell Hammet, “Il falcone maltese“, che ha per protagonista un investigatore cinico e riservato, ma con un profondo spirito etico, di cui Corto rispecchia in molti aspetti la personalità. Nessun nome sembra peraltro essere casuale: quello di Pandora, in riferimento alla mitologia greca, quello di Rasputin, che oltre a rimandare al famigerato personaggio della corte russa, deriva da “Rasputa“, dissoluto, a caratterizzare quindi l’animo del personaggio, pronto a tutto per realizzare i propri fini.

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Sono l’Oceano Pacifico e sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto tempo ma non è vero che sono sempre calmo. A volte mi secco e allora do una spazzolata a tutti e a tutto. Oggi per esempio mi sono appena calmato dall’ultima arrabbiatura. Ieri devo aver spolverato via tre o quattro isole e altrettanti gusci di noci che gli uomini chiamano navi…questa qui…sì questa che vedete, non so come sia riuscita a farcela. Forse perché il capitano Rasputin è uno che sa il fatto suo e suoi marinai sono delle isole Figi. Oppure perché hanno un patto con il diavolo. Ma questo non importa ora. Oggi è “Tarowean”, il giorno delle sorprese. Giorno di tutti i santi, 1° Novembre 1913.

In questa Ballata, che rappresenta  una sorta di atto corale in cui il singolo si perde nel tutto, non spicca un vero protagonista, tutti i caratteri contribuiscono al realizzarsi della finzione.
 Pratt ci presenta un protagonista non-protagonista, un antieroe, che entra in scena in maniera tutt’altro che dignitosa, legato ad una zattera a seguito di un ammutinamento. 
Corto Maltese è un personaggio riservato, romantico e idealista, un pirata che non rispetta la legge, ma che segue un proprio codice etico:

“Dopo tanti eroi del fumetto che salvano il mondo, Hugo Pratt ne inventa uno che al massimo riesce a salvare se stesso. E il proprio onore. Non è poco, però.”
(Andrea Plazzi)

Ogni personaggio sembra avere un ruolo indispensabile ma non primario nel racconto, e ad ognuno di essi corrisponde una sorta di doppio negativo.
 Rasputin, è il simbolo della dissolutezza, della mancanza totale di qualsiasi principio etico e morale, l’egoismo esasperato sino ai suoi limiti, pronto a tutto pur di soddisfare i propri desideri. corto4corto4Corto è invece l’emblema dell’uomo poetico e romantico, del codice personale e della propria integrità, da dimostrare prima di tutto a se stessi che agli altri. Pandora rispecchia il modello della donna risoluta e pragmatica, dotata di sangue freddo ma soprattutto di inarrivabile dolcezza.
Ogni protagonista presenta delle mancanze che vengono completate da un altro personaggio, in un incastro di caratteri che pare esaurire una generalità: ogni soggetto rappresenta un “tipo” ed ha come contrappeso un suo doppio negativo; tali doppi, uniti fra loro, creano un carattere completo e tutti questi caratteri conclusi, messi insieme, creano a loro volta una generalità: una sorta di soggetto unico ed omogeneo che ingloba la maggior parte delle visioni del mondo che un uomo possa assumere.
Ogni personaggio ha un modo diverso di vedere il mondo, che non è né assolutamente corretto, né assolutamente scorretto, ed è per questo completato dalle posizioni degli altri co-protagonisti.

La Ballata si fonda dunque su un gioco di delicati equilibri, una massa corale ed eterogenea che tuttavia, in maniera quasi inspiegabile, mette in scena un’unità in cui tutto è necessario, nulla spicca sul resto e nessun elemento pare mancare, in una danza armoniosa e collettiva: appunto una Ballata.

È su questo sfondo così evocativo e citazionistico che Pratt mette in scena L’Avventura, presentandoci la sua storia sulla scia dei più grandi romanzi dell’800; un connubio fra racconto e introspezione dei personaggi.
Non un semplice scritto popolare corto4corto4contemporaneo, caratterizzato da una trama accattivante ma povera di significato, ma una storia in cui i personaggi non risultano sbiaditi, in cui le tematiche non sono attenuate per lasciare il passo alla semplicità del linguaggio e alla velocità bruciante della lettura, che tuttavia non lascia nulla nella memoria del lettore e si riduce “tutto a trama”; né una letteratura eccessivamente aulica e formale volta integralmente alla speculazione filosofica e all’allegoria con quel tipico gusto antico, ma una lettura impegnata, scorrevole e coinvolgente.

Il romanzo d’avventura dell’800 nacque da primarie esigenze di evasione, gli autori dipingevano scenari che agli occhi del lettore risultavano totalmente sconosciuti e gli permettevano di viaggiare con la fantasia, unitamente, tuttavia, ad un approfondimento dei sentimenti umani, ad una visione romantica e ad un’introspezione profonda dovuta alla solitudine: una lotta fra l’uomo e la natura e fra l’uomo e le sue paure, che da sempre lo inseguono e lo tormentano, e che egli dovrà prima o poi decidersi ad affrontare; senza mancare oltretutto una critica alla società moderna, così lontana ormai dalla pace sociale, dalla tranquillità dei luoghi non civilizzati e dall’esigenza di collaborazione per cui nasce il consorzio umano (come non ricordare Moby Dick o Cuore di Tenebra?).

Conrad, Melville, Salgari, Kipling, Stevenson,Verne,Twain, London… È sulla scia di questi autori che Pratt si pone, corto8corto8creando un’avventura in cui reale (verosimile) e fantastico (meraviglioso/fiabesco/esotico) sono intrecciati in maniera indissolubile, che trae il suo fascino proprio da tale doppia natura. Nella Ballata abbiamo infatti da una parte l’Oceano Pacifico, non solo sfondo ma anche simbolo della natura sovrana e padrone (se non dio indifferente e regolatore) del destino dei naviganti; dall’altra una memoria (il manoscritto), una pretesa di realtà vissuta in prima persona, a cui Pratt dà ulteriore sostanza tramite la meticolosa riproduzione dei costumi degli indigeni e delle uniformi tedesche e britanniche.
Ecco che il dettaglio realista cattura l’occhio, aggancia la lettura al reale quasi documentaristico, mentre lo svolgersi dell’intreccio, la caratterizzazione dei personaggi sfrutta un registro con forti componenti epicheUna storia quindi che permette di viaggiare con la fantasia, presentando luoghi inesplorati, senza però dimenticare che il soggetto principale è l’animo umano.

“Una ballata del mare salato” è una sintesi perfetta fra letteratura e fumetto, fra introspezione e narrazione, fra romanzo e vignetta:

“Il mio disegno cerca di essere una scrittura. Disegno la mia scrittura e scrivo i miei disegni”
Hugo Pratt)

La Ballata richiede (e merita) un tempo di lettura particolarmente lungo: alterna lunghe riflessioni di coscienza e dialoghi con frasi ad effetto, a vignette mute ma che suscitano altrettanti spunti di ragionamento. I veri punti di forza di quest’opera risultano essere le ambientazioni esotiche, che ci permettono di viaggiare e sognare con la fantasia, suscitando quelle riflessioni che possono regalarci solo certe immagini, unite alla solitudine, luogo ideale per la riflessione:

ballata3ballata3L’immensità del profondo Oceano blu che circonda un’imbarcazione, l’infinita linea dell’orizzonte, le acque color smeraldo degli atolli più sperduti dell’Indonesia, il rosso acceso del tramonto di una spiaggia tropicale, i riti indigeni alla luce di un falò, la fresca e salmastra brezza marina sulla pelle, la leggera ala di un albatro, la minacciosa pinna di un pescecane che spunta a filo d’acqua, l’urlo fragoroso del vento, la furia cieca di un uragano, i gorghi sconosciuti del Maelstrom.

Come la bianca vela dell’albatros sul monotono respiro del pacifico, così, vagabonda per vagare, va la vela del vero marinaio. Ieri come oggi, un giorno qualsiasi di questo gennaio-febbraio del 1915 che vede la fine di una ballata del mare salato.

Ecco la conclusione della ballata, che racchiude in sé il senso di tutto questo racconto: il semplice piacere, puro, dell’Avventura, il viaggio senza scopo, “vagabondo per vagare”, la piena libertà.

Con i suoi racconti Pratt, per utilizzare un appellativo tanto caro al nostro Sergio Toppi, ci rende “viaggiatori immobili”, attraverso fantasie che sin dall’infanzia ci hanno fatto viaggiare con la mente, ci trascina in un’Avventura che è un viaggio senza meta, attraverso sentieri mai battuti, un viaggio attraverso noi stessi, che ci costringe ad affrontare le paure della nostra mente, spesso più profonde e reali dei pericoli “materiali”, sebbene l’esperienza di vita più bella, che è priva di meta, e che si scopre solo quando la si raggiunge o si vuole averla raggiunta.

E in fondo è proprio quello che ogni uomo da sempre cerca; uscire da questa immobile Bonaccia, al di la della monotona risacca di un’asciutta riva, per inseguire quella fresca brezza che con vento generoso ci spinga a vele spiegate verso una nuova avventura nel mare aperto del mondo, un’esperienza tanto fantastica quanto irreale che la realtà stessa spesso non può darci, e che solo un buon libro può regalare.

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Abbiamo parlato di:
Una ballata del mare salato
Hugo Pratt
, Collana Tutto Pratt – aprile 2014
255 pagine, cartonato, colori – € 10,99
ISSN: 182445804001 9771824458421


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