DPLA: questo l’acronimo della prima biblioteca statunitense solo digitale. Cosa significa? La “neonata” Digital Public Library of America, attiva da ieri, è una piattaforma frutto di due anni e mezzo di gestazione. E il risultato ripaga per l’attesa ed è di tutto rispetto.
DPLA è infatti uno strumento sul web, facilmente consultabile e con diverse feature di ricerca, che raccoglie in un unico luogo, seppure virtuale, archivi e collezioni distribuiti su tutto il territorio federale.
Tutto ciò anche grazie agli accordi stretti con numerosi enti, tra cui i National Archives, la New York Public Library, Harvard e la Digital Library of Georgia.
Come ha affermato Dan Cohen, direttore esecutivo della DPLA, la biblioteca digitale contiene, al momento, “solo” poco più di due milioni di documenti. Ma l’obiettivo è quello di arrivare, negli anni a venire, a decine di milioni di item. Lo scopo dichiarato, dunque, è fungere da portale facile da utilizzare, user-friendly, come si direbbe oggi, e allo stesso tempo rappresentare e un mattone su cui poter costruire sopra, e far compiere i primi passi ad una grande istituzione a sostegno della lettura e della ricerca.
Dobbiamo dire che abbiamo fatto un “giro esplorativo” sul sito di questa nuova biblioteca, ché tale è a tutti gli effetti, e l’impressione è molto positiva: una bella interfaccia, intuitiva, gradevole alla vista, e rapida (cosa non indifferente) esplicita un approccio multi-codice e fa presagire bene per questa autentica meta-biblioteca.
Insomma: è il digitale, bellezza.
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