Ma non è cibo per tutti i palati
di Marco Cagnotti
La meccanica quantistica l’hanno mescolata con tutto: da Alice nel paese delle meraviglie fino a Star Trek. Lodevoli tentativi di far digerire i paradossi quantistici ibridandoli con la cultura popolare. Tentativi che però, dopo un po’… per chi la fisica già la mastica, vuoi perché gli piace, vuoi perché se l’è puppata ai tempi dell’università, vuoi perché fa proprio il mestiere del divulgatore… insomma, dopo un po’ diventano stucchevoli. Aspettiamo con una certa inquietudine l’interpretazione quantistica del sesso (e no, al momento non ci risulta che qualcuno ci abbia ancora pensato, e i tentativi divulgativi di commistione fra la fisica e il sesso per il momento si limitano alla fisica classica).In questo panorama, un libro come Quantum è una specie di boccata d’aria fresca: una sana, semplice, lineare, cronologica storia della meccanica quantistica dalla crisi della fine dell’Ottocento fino all’esperimento di Alain Aspect. Chiaro sul piano scientifico e sfizioso sul piano umano perché ricco di aneddoti. E pure approfondito sul piano filosofico, perché non si stanca di tornare sempre lì, dove la fisica quantistica fa più male, dove si scontrano non solo teorie fisiche ma intere epistemologie. A tutto ciò si aggiungono, per chi davvero vuol farsi del male, una cronologia, un glossario e una sterminata bibliografia.
Certo, non è cibo per tutti i palati: astenersi lettori veloci e superficiali che sperano di poter capire tutto al volo. Qui ci vuole una certa di concentrazione. Qualche appunto da tenere a portata di mano. Un po’ di avanti e indietro fra le pagine per ripescare, rivedere, rinfrescare. Ma, fatta questa piccola fatica, il resto è puro godimento intellettuale. Anche se…
…anche se qualche foto in più ci sarebbe stata bene, senza per forza trasformarlo in un libro fotografico.
…anche se alla fine sorvola un po’ sugli ultimi sviluppi e addirittura a Everett accenna appena.
Piace: la tradizionalità della struttura, la chiarezza espositiva, la ricchezza di aneddoti.
Non piace: la povertà iconografica, lo scarso approfondimento sugli ultimi sviluppi teorici.
Voto: 8/10