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Una bomba per l’ispettore di Polizia

Creato il 07 novembre 2011 da Maurizio Lorenzi

Una bomba per l’ispettore di PoliziaCasarza Ligure – La violenza della deflagrazione è stata tale che l’auto, una monovolume Fiat “Ulysse” del peso di oltre una tonnellata, è stata scagliata in aria e spostata di almeno sessanta centimetri.

Un chilo di polvere nera, una miccia corta, poi il boato assordante, schegge metalliche scagliate a venti metri di distanza per un attentato dinamitardo compiuto nella notte tra lunedì e ieri (NDR: 1 NOV 2011) a Casarza Ligure contro un ispettore in forza alla squadra di polizia giudiziaria della Procura di Chiavari. L’identità dell’investigatore resta coperta da un rigido, quanto comprensibile riserbo. Silenzio che impone pure di non rivelare dove esattamente sia avvenuto lo scoppio: «L’allarme è scattato alle 3.20 a Casarza Ligure, in val Petronio», si limitano a ripetere al commissariato di polizia chiavarese. Le indagini sull’agguato sono coordinate dal sostituto procuratore Francesco Saverio Brancaccio e sono affidate agli uomini del distretto e agli agenti della squadra mobile di Genova. Il pm ha disposto i primi accertamenti come «atti urgenti», ma già nella tarda mattinata di ieri ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di detenzione e porto di materiale esplosivo e danneggiamento aggravato. Ci sarà tempo per formulare altri capi d’accusa: prima occorre attendere che gli esperti della Scientifica abbiano concluso l’esame sui resti della vettura dilaniata dallo scoppio e abbiano analizzato ogni più piccolo reperto. Per il momento non v’è certezza nemmeno sul materiale usato per il confezionamento del «rudimentale ordigno», per usare le parole del questore Massimo Maria Mazza, accorso ieri mattina a Chiavari per esprimere la solidarietà propria e di tutti i colleghi all’ispettore vittima dell’attentato. Il lavoro nei laboratori del commissariato è proseguito fino a sera inoltrata, poi un primo, sommario responso: «Pare trattarsi di polvere nera compressa in un contenitore metallico e innescata grazie a una miccia non troppo lunga». Una bomba costruita con evidente maestria, utilizzando «un chilo, un chilo e mezzo di esplosivo». Poteva uccidere? «Certamente sì, visto che l’auto è stata sollevata e spostata dalla potenza della deflagrazione. Eppoi – aggiungono gli investigatori – l’attentato è stato compiuto a notte fonda, quando la via dov’era parcheggiata la vettura era deserta».

Fonte Il secolo XIX

 

Ad ognuno, le proprie conclusioni.   MaLo.


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