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Una breve riflessione su Quo Vado? (di Gennaro Nunziante, 2016)
Creato il 14 marzo 2016 da Frank_romantico @Combinazione_CEd eccoci qui, a fare quel che avevo rimandato per tanto tempo per evitare di cavalcare l'onda di un successo che non era mio, così come per non denigrarlo come tanti altri, o non esaltarlo neanche fossi la massa. Che poi la massa decide sempre e sì, è vero, andrebbe educata piuttosto che strumentalizzata, ma nel bene e nel male è lei che segna il punto, è lei che conta. Quindi il successo che ha decretato per un film come Quo Vado?, il quarto della premiata ditta Gennaro Nunziante/Checco Zalone, non è da sottovalutare, né da ridimensionare. E di un successo come questo non si può tacere, che ne si voglia parlar male oppure bene. Non si può tacere sul film italiano più visto di sempre dall'anno 2000 o su quello che ha totalizzato l'incasso più alto di sempre. Perché, che ci piaccia oppure no, è storia anche questa.
Ora, preferisco parlare di questo film partendo dall'opinione soggettiva che ho di esso: mi è piaciuto? No. Mi ha fatto ridere? Sì. Alla faccia di quelli che pensano che solo gli idioti possano ridere con Luca Medici. Perché io sì, non sarò "una cima", ma lo sapete che idiota non sono, altrimenti non stareste qui a leggermi. Devo ammettere però che le risate me le suscita proprio lui, Checco, vuoi per la sua faccia, vuoi per il mio background. Perché, in casi come questi, la baresità delle battute, dei modi di dire, delle parolacce, ha un peso enorme che può percepire solo chi con quelle battute, quei modi di dire (e di fare) e quelle parolacce ha a che fare da tutta una vita. Le stesse situazioni, il contesto in cui il personaggio viene calato, in cui si muove e da cui fuoriesce, sono facilmente riconoscibili da un pugliese e da un barese soprattutto, facendo scaturire quegli effetti ilari che poi sono il succo di un film che, per il resto, ha poco o niente da dire.
Partendo proprio dalle tematiche, che potremmo definire interessanti ma stantie, riciclate, per nulla originali, arrivando agli sviluppi per finire poi con il buonismo finale, che sminuisce quel po' di critica che si era fatta all'inizio. E allora siamo lontani anni luce dalla commedia all'italiana e qualsiasi paragone (che poi è stato fatto) non ha senso di esistere ed è persino dissacrante. ma non ha senso di esistere anche tutto l'astio, tutto il veleno che è stato e continua ad essere sputato su un personaggio (Checco Zalone questo è) che non è che abbia chissà quali colpe, proponendo quel che nel nostro paese è sempre stato proposto - ed è sempre stato criticato -, non meritando di certo tutto quel successo ma essendoselo comunque guadagnato. Perché nessuno ha puntato la pistola alla testa di tutte le persone che sono andate al cinema a vederlo, nessuno le ha prese in giro, nessuno ha spacciato un prodotto per quello che non è. E non capisco ancora come si possa demonizzare un fenomeno che si è dimostrato iperbolico, certo, ma per nulla nuovo. E magari a farlo sono state le stesse persone che poi si scandalizzano quando il loro film preferito non viene compreso o viene sminuito. Allora ve la dico io qual è la verità: siete vittime dello stesso effetto, uguale ma contrario, in nome di non si sa quale onesta intellettuale, di non si sa quale verità assoluta o principio estetico che voi pensate di possedere e gli altri no.
Lo ripeto, a me il film non è piaciuto. E' l'esatto opposto di quel che cerco in un'opera cinematografica. Sì, mi ha fatto ridere, ho già spiegato il perché. Ma nell'insieme, preso come film e basta, non mi è piaciuto. Non per questo però mi metto a demonizzarlo. Questo film non abbassa il livello, questo film rappresenta "il livello" e per quanto sia triste una cosa del genere non è lui il problema, ma solo uno degli effetti di un problema ben più grande e generalizzato. Non sono Nunziante e Medici i cattivi e certe volte bisognerebbe solo lasciare che la gente si diverta senza farsi schiumare la bocca per la rabbia. Una critica ragionata è sempre buona cosa, ma le crociate "contro" facciamole sulle cose importanti oppure lasciamole al Medioevo. Quo vado? resta comunque un film qualunquista, buonista, poco brillante. irritante per quell'intermezzo musicale inutile e stupido. Io credo non si meriti neanche lontanamente tutti i suoi record, quell'accorrere in massa nei cinema. E spero sempre che un giorno Nunziante, compagno di tante risate sulle TV locali quando ero bambino. rinsavisca e si metta a fare qualcosa di più maturo, magari meno di successo, ma classico ridere per ridere senza voler ricorrere alla solita critichetta bonaria, quella da pacca sulla spalla perché sì. c'è tutto 'sto squallore, 'sto schifo e 'sto pattume, ma tanto l'italiano medio è fondamentalmente buono, tanto in un modo o nell'altro tutto si sistema. Intanto però sono contento per Luca, che so da dove viene e so chi è, e fa piacere che ogni tanto il successo sorrida a gente come noi.
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