Cosa c’è di più comune di una carota? Una carota nera! Da quest’anno si incominciano a vedere in giro per ortolani e supermercati. Ma non la carota di Sant’Ippazio. Si chiama pestanaca (in dialetto pugliese è la carota) ed è una variante della più comune carota, viola focata in giallo. E’ ovviamente una varietà di pastinaca sativa, che peraltro condivide con la comune carota (daucus carota) classe, ordine e famiglia, differendo solo nella specie. Hanno un sapore dolce e aromatico con un gusto molto particolare.
Tornando alla rarità, pare sia buonissima anche cotta, ma ovviamente cruda mantiene intatte le sue virtù, superiori quelle delle normali carote (sono ricche di vitamina E e di B- carotene, di potassio, di calcio, di ferro e di fosforo, antiossidanti ottimi per denti capelli e ossa).
Viene coltivata nella zona di Zapponeta e di Tiggiano nel leccese ed è associata alla festa di Sant'Ippazio, santo protettore dell'apparato genito-urinario maschile. Pare infatti che da tempo immemore, per propiziarsi il santo e preservarsi tale apparato, si mangiassero le pastenache, salvando così le sementi dall’oblìo.
Un po’ per scaramanzia verso salutistica, un po’ per buona volontà verso un prodotto raro, la Pro Loco di Tiggiano ha istituito una sagra della "pestanaca di Santu Pati", che cade il 19 gennaio, periodo della maturazione dell’ortaggio
Nei giorni di sagra le tenere pestanache vengono cucinate in svariati modi sia dolci che salati nei ravioli, nei tortini e nei contorni che accompagnano carni arrosto o al sugo.
Però, per chi voglia cimentarsi, occorre un notevole pollice verde perché è un ortaggio difficile da coltivare, si seminano in luglio e si raccolgono in gennaio, ma secondo gli esperti è difficile ottenerle sufficientemente grosse, dritte e tenere. E per le sementi? Pare siano introvabili, se non siete simpatici agli abitanti delle succitate località.
A San Valentino Torio, in Campania, esiste addirittura la sagra della “Purpetta ‘e Pestanaca”, ovviamente nel giorno di San Valentino. Andatela a vedere in Foodstories.
inserito da Elena Bianco