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Una carriera manageriale in Lussemburgo

Creato il 12 novembre 2012 da Fugadeitalenti

Ora gestisco un team che ha rappresentanti in Francia, Perù, Polonia, Guatemala, Belgio e Germania… e pensare che fino a poco tempo fa non riuscivo nemmeno a farmi assumere come area manager per il Triveneto…

Un vero paradosso, la storia di Dario Dall’Oste, 34enne Direttore Commerciale nel piccolo Granducato di Lussemburgo per International Lacquers, quarto produttore al mondo di smalto per unghie.

Dario si laurea in Giurisprudenza, accompagnando gli studi con un’esperienza quale responsabile vendite all’interno dell’azienda di famiglia. La sorpresa più amara arriva per lui, non appena prova a intraprendere una carriera lavorativa in solitario: invia oltre 30 curricula ai potenziali datori di lavoro, ricevendo in cambio risposte demoralizzanti e persino contraddittorie, quali “lei è troppo qualificato”, oppure “lei non ha l’esperienza richiesta”… il tutto quando -ovviamente- le risposte arrivavano. A nulla serve l’Mba conseguito nel frattempo.

Completamente ribaltata la situazione sul fronte estero: due colloqui, due proposte ricevute. Dario sceglie l’opzione lussemburghese, che lui stesso definisce “salvifica”. Scopre persino che l’Mba all’estero conta ed è apprezzato, mentre in Italia costituisce -nei fatti- solo una “nota stilistica” all’interno del curriculum o degli annunci di lavoro.

La carriera di Dario in Lussemburgo è fulminea: assunto nel maggio 2010 come “sales manager Italia”, scala rapidamente le posizioni, arrivando in poco meno di due anni ad assumere la direzione commerciale (mondo).

Qui non è il paradiso, la mia azienda non è perfetta, non si trova su un altro pianeta: è semplicemente un ambiente competitivo, dove si deve produrre, dove contano i numeri e non le buone intenzioni, dove se vali te lo riconoscono“, annota Dario nel suo diario lussemburghese. E l’Italia?, viene da chiedersi… “In due anni e mezzo ho ricevuto dalla Penisola solo una buona proposta, che ho rifiutato, per continuare la mia avventura qui. Punto. Evidentemente non valgo ancora abbastanza, sono ancora troppo giovane per le responsabilità, non mi accontento di salari ultrabassi, non mi bastano dei “poi vedremo”, pretendo progettualità“.

Ospite della puntata è Stefano Michieletto, direttore commerciale di un’azienda veneta di medie dimensioni, che ha frequentato con Dario l’Mba. Stefano è rimasto in Italia. E ha dovuto confrontarsi con un tessuto lavorativo ben diverso.

Nella rubrica “Expats” vi presentiamo un progetto molto innovativo, per fare rete tra espatriati. Una piattaforma, già “esportata” con successo all’interno di varie associazioni regionali di emigrati, che unisce chi ha lasciato il Paese con la propria regione di origine. Il progetto di chiama Braindock: ne parliamo con Christian Girardi, amministratore delegato.

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La discussione di novembre: E’ auspicabile un rinnovo della classe dirigente italiana, attraverso i giovani professionisti attualmente all’estero? Merito, innovazione e trasparenza: solo loro possono “importare” in Italia queste regole-base del cambiamento?

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Alla prossima puntata: sabato 17 novembre, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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