Sealand (foto: Richard Lazenby - Fonte: Wikimedia Commons)
di Gianluca VecchiQuella di oggi è una cartolina virtuale, che un giorno mi piacerebbe poter spedire per davvero anche se sarà molto difficile farlo. Diversamente dal mio solito, l'argomento di questo post è un cosiddetto fantaviaggio, che parla di un luogo reale dalla storia rocambolesca: il Principato di Sealand.
Sealand è una micro-nazione dal controverso riconoscimento internazionale, che si trova nel Mare del Nord a circa 6 miglia nautiche dalle coste inglesi, ad est della foce del Tamigi (nota: al momento della stesura di questo articolo, Google Maps ignora l'esistenza di Sealand). Il suo territorio è costituito da una ex piattaforma militare britannica, una della tante costruite ai tempi della Seconda Guerra Mondiale per motivi difensivi e che dopo le ostilità è stata abbandonata. Trovandosi fuori dalle acque territoriali del Regno Unito, un ex maggiore dell'esercito di nome Roy Bates ne ha preso possesso nel 1967 assieme a famiglia e qualche amico, reclamandone la proprietà sulla base delle leggi che regolano il ritrovamento e l'occupazione di cose e territori in mare aperto, e vi ha fondato il suo personale stato.
Raccontare i retroscena che stanno dietro la creazione e l'esistenza di Sealand sarebbe molto lungo e difficile. Lunghezza e difficoltà risiedono, oltre che nel fatto che non ci sono mai stato di persona, anche nella veridicità delle notizie, che dipende dalle fonti che si consultano. In breve, potremmo riassumere il tutto con: la fondazione una radio pirata off-shore, la voglia di apparire e fare notizia, assalti della Royal Navy, il tentativo di colpo si stato di un ministro ribelle (con tanto di mercenari stranieri), lo stesso ministro che viene poi preso prigioniero, ed altre amenità. Se siete interessati c'è una sezione storica nel sito ufficiale del Principato, altrimenti potreste sentire un'altra campana leggendo la pagina dedicata da Wikipedia.
Roy Bates e signora hanno dato il via ad una dinastia reale, con tanto di principi ereditari, governo, banca nazionale e squadra di calcio. E con un reparto marketing, visto che si vendono titoli nobiliari, francobolli, passaporti, porzioni di territorio (sic), monete, indirizzi di posta elettronica. C'è anche un'azienda locale di servizi web. Purtroppo, come accennavo all'inizio, è molto difficile raggiungere Sealand: bisogna richiedere un visto d'ingresso, che però viene definito dallo stesso governo locale come molto difficile da ottenere (leggendo sul sito, sembra che tutte le richieste siano attualmente bloccate). E arrivare senza permesso e/o invito è severamente vietato dalle leggi del mini-stato, se non per casi d'emergenza.
Peccato, Sealand sarebbe davvero una meta originale da visitare. Chissà, se cercassimo di organizzare un blogtour magari... Saluti, alla prossima cartolina!