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Una cartolina della mia città

Creato il 06 ottobre 2012 da Sambruno
Un paio di giorni fa lo hanno detto in tutti i telegiornali: il settore crocieristico regge molto bene, nonostante la crisi, e le città di mare italiane sono mete desiderate.
Messina è tra le cinque maggiori città su cui il settore punta.

Una cartolina della mia città

Foto © Sam


Fuggite, sciocchi!
Dovrebbero mandare in loop questo avvertimento di Gandalf sugli schermi delle navi che attraccano qui.
Sono messinese e sono fuggita da Messina per disperazione.
Eppure, qualche tempo fa, nonostante la situazione disastrata della città, ho preso in considerazione seriamente l'idea di tornare, rimboccarmi le maniche e aprire un negozio: c'è una drammatica e sconsiderata carenza di parecchie tipologie di esercizi, turistici soprattutto. Paradossalmente, siamo meta di crociere, ma non abbiamo negozi di souvenir che si possano definire tali, non abbiamo negozi in cui proporre degnamente i nostri prodotti (la pasticceria siciliana! I nostri vini dolci! Il pescato della Sicilia! Per dirne un paio), non abbiamo info-point (quindi è frequente vedere turisti spaesati che ruotano su se stessi come trottole in cerca di qualcuno che mastichi anche un inglese maccheronico purché ci si possa intendere, magari con l'ausilio dell'universale linguaggio dei segni)! Uno pensa che aprendo una qualunque di queste attività potrebbe riuscire non solo a tenersi a galla, ma anche a guadagnare bene.
Solo che...
  • mafiosi sessualmente impotenti che cercano di farselo venire duro imponendo il pizzo
  • menefreghismo
  • inciviltà
  • sporcizia
  • burocrazia lenta, se non totalmente ferma - causa assenteismo
  • sanità medievale (qui la medicina, più che pratica salva vita, è una pratica d'assassinio: sono stata ricoverata un mese al Policlinico, sette anni fa, a causa della RCU di cui soffro. Ne sono uscita con una flebite e un'infezione delle vie urinarie. E sono stata fortunata. C'è tanta, troppa gente che da quel budello è uscita in una cassa, inclusa mia madre: emorragia cerebrale in atto; dimessa con diagnosi di crisi isterica; morta dopo una settimana di coma)
Spiacente, ma non resisto.
Quando sei solo - e lo sei, perché le istituzioni ti ci lasciano - è una lotta contro i mulini a vento. Tanto per fare un esempio: sono l'unica, nella zona di periferia dove vive attualmente mio padre, a raccogliere le deiezioni dei miei cani... e pure c'è gente che protesta perché la fanno per strada. Da notare che non esiste nessuna area attrezzata per la sosta degli animali. Da notare che detta strada è disseminata di patacche che sembrano lasciate da brontosauri. E l'unica che raccoglie, viene pure aggredita verbalmente.
Ma fosse solo questo!
Vai in giro per la città e ti trovi: gente che piscia per strada, dietro ai cassoni dell'immondizia. Cassoni che spesso sono vuoti, con la spazzatura buttata per terra, ma altrettanto spesso sono strapieni come nella foto (vi lascio immaginare la fine che fa la salubre aria di mare, tra puzza e mosche). Vecchie che buttano immondizia dove capita, pur di non fare cinquanta metri e raggiungere i cassoni. I già citati proprietari di cani, che non raccolgono le deiezioni dei loro animali.
E ancora: motorini che invadono le corsie opposte costringendo gli automobilisti a manovre d'emergnza, col pericolo di tamponare le auto accanto. I guidatori di detti scooter che ti danno pure del coglione se non li fai passare. Automobilisti che non mettono la freccia e si piantano in mezzo alla strada per svoltare, parcheggiare o fare inversioni a U vietate... costringendo chi segue a frenate micidiali o sterzate dell'ultimo secondo.  Gente che va a zig zag da una corsia all'altra e se gli suoni o gli lampeggi, ti aggredisce e si giustifica con "e vabbe', ero distratto". Gente che parcheggia in seconda e terza fila e davanti agli accessi alle strade private, impedendo il passaggio. Gente che ti mette il banchetto del pesce in mezzo alla strada e in curva! Incroci non regolati da semafori. E anche dove i semafori e la segnalatica ci sono... chissenefrega! I messinesi sono impressionisti della guida.
E ancora: persone che vanno in giro con le magliette alzate sul torace e i pantaloni abbassati sui fianchi. Gente che strilla (e il dialetto siciliano, sì, è bello perché è colorito, ma sentirlo gridare non è per niente affascinante). Truzzi che passano e spassano con la macchina e lo stereo a tutto volume (anche all'una di notte)... e ascoltano pure i neomelodici! Da uccidere all'istante. Loro e i neomelodici. Branchi di adolescenti che camminano in mezzo alla strada come ne fossero i padroni.
E poi furti continui, scippi, aggressioni (da parte di chi ha torto, generalmente).
Strade che sono un colabrodo.
Edifici fatiscenti. Quelli storici inclusi.
Fogne a cielo aperto e perdite d'acqua segnalate, ma mai riparate (e interi quartieri, ogni sera, restano senza acqua fino al mattino dopo).
Il mare ridotto a una discarica. Eccerto: mancano i cestini, quindi i poveri messinesi dove devono buttare cicche, bottiglie, cartacce?...
Aree verdi insufficienti e mal tenute, nonostante lo sforzo degli operatori ecologici (e dobbiamo ringraziare in ginocchio che ci sia almeno una area di sgambamento per i cani).
Trasporti urbani allo sbando, perché gli autisti saltano le corse per farsi il caffettino e quattro chiacchiere, mentre nonnini disperati attendono in piedi, sotto il sole o sotto la pioggia, perché non ci sono né tettoie né sedili. In compenso, quando tram e bus vanno, trovate a bordo controllori in borghese che sembrano mafiosetti di quartiere.
Musei perennemente chiusi e poveri.
Un acquario che fa ridere i polli, tanto è piccolo e spopolato (e che è stato spesso al centro di polemiche per via di una povera tartaruga costretta a nuotare su e giù in una miserabile colonnina d'acqua! Non so se quella povera bestiola sia ancora lì, non entro all'acquario da qualcosa come quindici anni).
Ovunque, sia negli uffici che nei negozi, personale sgarbato, disinformato, arrogante e lento. Tanto che quando trovi qualcuno che svolge il proprio incarico con competenza, sollecitudine e gentilezza ti viene quasi da piangere per la commozione. Ma qui fare i prepotenti e gli sboroni (sboroni, sì) significa essere scaltri. E con quanto orgoglio i messinesi si vantano d'essere cafoni!
E dire che Messina è una bella città.
Sotto il sudiciume e il dissesto... è bella davvero.
Potrebbe dare tantissimo, dal punto di vista e turistico e della vivibilità, se solo fosse tenuta come si deve. Se solo quei messinesi che sono la rovina della città si decidessero a evolvere da trogloditi a persone civili. Se solo chi la governa cominciasse a ristrutturare, a combattere il malcostume, a inculcare nei messinesi il rispetto del codice della strada e delle norme igieniche.
Ora come ora, mi metto nei panni della turista - e quasi lo sono, si può dire - e quello che vedo è un porcile in cui, se non avessi amici e parenti, non metterei mai più piede.
Non mi fa piacere pensare una cosa del genere della mia città, proprio per niente. Ma non sono sentimentale al punto di non dire la verità o edulcorarla.
Messina potrebbe vivere di turismo. Potrebbe. Utopia. Anzi, di più: un'idea quasi fantasy.

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