Magazine Diario personale

Una casa editrice è un’azienda

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Quello che dico nel titolo non credo sia una rivelazione, almeno credo. Spero che tutti ci rendiamo conto che le case editrici sono aziende, e non lo dico in senso dispregiativo. Una casa editrice ha i suoi dipendenti, i conti da controllare, bilanci da redigere, target e obiettivi da raggiungere e fatturati da mantenere.

azienda

 

Ora, quando si parla invece di case editrici, c’è sempre quella strana idea un po’ romantica e un po’ ideologica per cui se un romanzo vale verrà pubblicato. Ed è qui che c’è qualcosa di perfino ingenuo nella dichiarazione che molti si ostinano a usare come unica arma (ma c’è bisogno davvero di armi e di guerre? Gesù…) per denigrare gli autori indipendenti.
Certo, si usa anche la parola “editing”, ma quando nemmeno questo può essere usato come scusa, trovandosi di fronte indipendenti che si preoccupano anche di questo aspetto, si tende a usare la chiusura del “Sì, ma se il tuo romanzo valeva davvero, un editore lo trovavi.”

bilancio

Facciamo un passo indietro, almeno nel mio caso: io nemmeno l’ho cercato. Detto questo, proseguiamo.
Proseguiamo con un esempio chiaro, o almeno spero che lo sia:

Ipotizziamo che Ennio Trentino (nome creato con un generatore casuale di nomi) ami scrivere romanzi western. Fin da piccolo ha amato il genere, è cresciuto con Wayne, Eastwood, Leone, Tex, Bonanza, tutto ciò che vi pare insomma che abbia a che fare con la frontiera americana e le Colt. Da sempre ha desiderato di scriverne, e ha terminato il suo romanzo n°X.
Pascoli Insanguinati è pronto, scritto molto bene, revisionato da un amico professore e controllato da un cugino che vive negli USA. Ennio si è fatto il cosiddetto mazzo per scrivere questo suo nuovo lavoro. C’è chi dice che il titolo dovrebbe essere cambiato, c’è chi dice che vada bene così. Ma non è quello il problema.

Sapete qual è?

Chi diamine pubblicherebbe un romanzo western nel 2014? Io non ho nulla contro il genere, anzi, non fraintendetemi, ma quanti ne vedete sugli scaffali? A parte qualcosa di McCarthy o di Leonard, ma perché loro sono nomi già conosciuti. Leonard stesso aveva smesso di scrivere western perché commercialmente non tirava più.

Il punto è proprio questo: Pascoli Insanguinati non è commerciale.
È scritto molto bene, coerente, scorrevole, piacevole ma… non è commerciale, non è vendibile. Non farebbe fatturare l’azienda, anzi, sarebbe un flop e farebbe registrare una perdita.

editore

Fin qui ci siamo?

Perché in fondo sappiamo tutti cosa funziona e vende in questo momento, tenendo ben a mente che ciò che viene venduto non è detto che sia letto:

  • Paranormal Romance con ragazzina imbranata che si innamora del bel tenebroso
  • Thriller mistero misterioso alla Dan Brown, con monaci e antichi misteri
  • Libri di cucina del personaggio famoso
  • Biografia del personaggio famoso
  • King
  • Camilleri
  • Erotico per mamme e casalinghe
  • Libro che vedo in classifica/tv quindi deve essere bello (libro di moda, insomma)

Se il vostro/mio romanzo non appartiene a una di queste categorie, perché diamine una casa editrice dovrebbe essere così kamikaze dal pubblicarlo?


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