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Una cattedrale nel deserto : comiso , un aeroporto fantasma

Creato il 23 giugno 2011 da Madyur

Il primo aereo ad atterrare fu un Airbus 319 della Presidenza del Consiglio , con a bordo l’allora Massimo D’Alema. Era l’aprile 2007 e il numero due del governo Prodi arriva a Comiso per inaugurare il nuovo aeroporto. Ad accoglierlo il sindaco diessino , Giuseppe Digiacomo. Da allora nessun altro aereo è atterrato nello scalo costato 36 milioni di euro di fondi Cipe ed europei. Soldi sprecati , visto che a quattro anni di distanza qui crescono solo erbacce. L’aeroporto ha una torre di controllo , apparecchiature radar e perfino 60n vigili del fuoco distaccati in più nelle sede di Ragusa per servire lo scalo che non c’è.

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Il problema sulla carta è che quest’aeroporto è di proprietà del Comune e lo Stato non vuole accollarsi gli stipendi dei controllori di volo : che costano ,secondo l’Enav, 2 milioni di euro l’anno. Scontro politico, dato che basterebbe una firma per Tremonti per liberare 10 milioni di euro per lo start-up. Il fatto vero è che si è costruito un aereoporto senza sapere chi avrebbe pagato i servizi.

Tutto inizia quando D’Alema chiede al sindaco di Comiso , Digiacomo, di ospitare 6000 profughi kosovari nell’ex base Nato di Comiso. Il sindaco accetta in cambio dalla costruzione di un aeroporto civile. Nel 2001 si firma accordo  tra Stato, Regione ( in quel al momento c’era il diessino Capodicasa) e Comune : a Comiso arrivano 47 milioni di euro tra fondi europei e Cipe e si bandiscono le gare per la realizzazione della struttura. Il terreno era del Ministero della Difesa e da poco lo Stato ha trasferito l’area al Comune. A Comiso si pensava in grande con la decisione di mantenere la gestione dell’aeroporto , dando con gara ai privati il 51% della società di scopo , la So.a.Co.

Ad aiutare il sindaco c’è Gianni Scapellato, direttore dello Scalo Sea di Milano. I due pensano ad un potenziale traffico di 500 mila passeggeri all’anno: e su questa base indicano la gara da un valore di 8 milioni di euro. Alla selezione partecipa la stessa Sea , che offre 12 milioni. A vincerla è però la Intersac , composta dalla Sac che gestisce lo scalo di Catania e dal gruppo Ciancio-Sanfilippo. La Intersac versa nelle casse del Comune il canone per l’occupazione del suolo per i prossimi 40 anni : 3,2 milioni di euro , più altri 4,8 milioni per un aumento di capitale nella società di gestione oggi partecipata così al 65%. Questi sono gli unici soldi spesi concretamente dalla Intersac.

Lo scalo viene ultimato e inaugurato da D’Alema. Da allora nulla. Solo il cambio del nome da Pio La Torre al generale Magliocco, deciso dal nuovo sindaco Pdl Giuseppe Alfano, ucciso nel ‘36 nella folle guerra di Mussolini in Etiopia.

E Mentre si combatte sul nome. La Ryanair si è detta pronta ad attivare linee da Comiso per tutta l’Europa. Un altro problema è che l’aeroporto non solo non è stato collaudato dal Comune ma neanche certificato dall’Enac. Inoltre lo Stato non ha intenzione di pagare i controllori di volo dato che lo scalo è comparabile a un aeroporto privato. L’Intersac non ha intenzione di mettere un solo euro dato che la sua realizzazione vorrebbe dire concorrenza a Catania. Alfano ha bussato ai suoi amici del Pdl, ma Tremonti non sgancia. E lo scalo rimane fantasma.


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