Una città abbandonata a se stessa

Creato il 22 novembre 2010 da Riprendiamociroma


Che Roma fosse una città sporca, degradata, invivibile, non è certo da oggi che lo scopriamo. Ormai siamo (tra duemila virgolette) "abituati" a sorbirci ogni giorno la nostra razione di orrori metropolitani. Eppure a volte capita quella giornata in cui magari ti va tutto storto, in cui magari ti rode già di tuo, e in cui il degrado e l'invivibilità di questa città ti si manifesta in tutta la sua violenza e senza mezze misure. La sensazione è che Roma non sia mai stata così degradata come lo è oggi. Si, è vero, c'erano i monumenti e i palazzi anneriti, le piazze trasformate in parcheggi, ma la città aveva una sua "piacevole piattezza" quasi romantica, con quella sua immagine di città in cui il tempo si è fermato. Oggi la patina di smog e del tempo che corrodeva i palazzi è stata sostituita da una selva infinita di tag, murales e scritte sui muri. Non ci sono più le piazze parcheggio, ma il numero di auto è aumentato a livelli esponenziali. Ma, soprattutto, in questa città il tempo non sembra passare mai. Abbiamo ancora strutture e servizi degni degli anni '60, corrosi dall'incuria, dal menefreghismo e dal tempo. Una città strutturalmente arretrata, a livelli da quarto mondo, che si regge sul filo sottile del "che Dio ce la mandi buona". Negli anni non si è messo mano a nessun progetto sistemico su larga scala per riammodernare Roma. I lavori pubblici sono sempre più di infima qualità, evidentemente è il prezzo da pagare per chi deve accontentare le aziende amiche. Così capita che 10 minuti di diluvio facciano allagare strade, creino ingorghi disumani, aggravati dalla romanissima pratica della doppia fila. Uscendo a cena un parcheggiatore a San Lorenzo a cui non vuoi pagare il "pizzo" ti si presenti con un coltello in mano, proprio davanti alla Caserma dei Carabinieri. Aiutato magari dal buio dei lampioni fulminati. E capita pure che una strada chiusa a Testaccio sia segnalata da un cartello buio e devastato dalle tag. E che nessuno lo noti, e che si crei un ingorgo mostruoso anche lì, con auto incastrate in retromarcia. Capita eccome. Benvenuti a Roma.


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