Una città dismessa: Napoli

Creato il 15 aprile 2013 da Sommobuta @sommobuta
Non pensavo che due mesi di vita all’estero potessero essere in grado di cambiarmi in modo così radicale. Sarà che da napoletano abituato al “niente” cosmico che la mia (vecchia) città offre, essere (ri)catapultato in una città dove tutto funziona, e civiltà e ordine sono la prima cosa, è come essere in paradiso.
E non parlo di divertimenti, distrazioni o altro: parlo dei servizi di base, che sono (o dovrebbero essere) la normalità ovunque.
Eccetto che a Napoli.
Ho impiegato meno tempo a coprire il tragitto tra casa mia a Londra e l’aeroporto, assieme al viaggio Londra – Napoli (2100 km, 3 ore in tutto), che raggiungere casa mia a Bagnoli dall’aeroporto di Capodichino (4 ore e mezza, 8 km), tra disservizi in aeroporto, file chilometriche in centro, mezzi pubblici praticamente estinti.
Dopo due mesi ho trovato una città letteralmente dismessa, completamente diversa e totalmente distrutta rispetto a quando sono partito (e due mesi fa la situazione era già orripilante di suo, eh).
Napoli è una città putrida, esangue.
E morta.
A Gatwick, l’altra mattina, c’erano due ragazzi che parlavano.
Ragazzo A: “Sì, è bella Londra. Però…sai com’è, noi siamo napoletani. Noi senza ‘o sole, senza ‘o mare, nun ce firamm’ ‘e sta’.”
Ragazzo B: “Si, hai ragione. Qua il cielo è sempre plumbeo. Vuoi mettere fare una passeggiata a Mergellina sotto al sole? Non vedevo l’ora di tornare a casa.”
Nonostante tutto, oggi, sono d’accordo con loro.
Anch’io non vedo l’ora di tornare a casa.
A Londra.
Ps: sui motivi che mi hanno portato a rientrare per alcuni giorni nel Bel(?)paese mi taccio. Preferisco inoltre non divulgare gli episodi a cui ho assistito in queste 24 ore, altrimenti rischio di diventare scurrile. So solo che mi hanno convinto che l'essermene andato è stata assolutamente la scelta più felice della mia vita.

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