Cronache di un viaggio, internamente a quello che è possibile definire come Vecchio Continente.
Continente tanto vecchio quanto classificabile ( e non meramente etichettabile) in altrettante possibili ed ulteriori maniere; è questa la sintesi chiara ( e chiaramente non esaustiva) del libro " Una città o l'altra", scritto dal giornalista Bill Bryson ed edito da TEA - Tascabili degli Editori Associati.
La sintesi del libro appare esplicativa sin dal retro dello stesso:
"[...] 'Una delle piccole meraviglie del mio viaggio in Europa fu scoprire che il mondo poteva essere tanto vario da originare modi diversi di fare in pratica le stesse identiche cose, tipo mangiare e bere e acquistare biglietti per il cinema. Mi affascinava come gli Europei potessero essere tanto uguali tra loro - a tal punto da risultare al contempo universalmente intellettuali e cerebrali, guidare auto minuscole e vivere in piccole, guidare auto minuscole e vivere in piccole case di città antiche, amare il calcio...-pur rimanendo così eternamente e sorprendentemente diversi.' [...]"
Il giornalista compie, in un arco narrativo ampio ed estremamente argomentato, un viaggio attraverso quella stessa Europa che si sforza di giudicare e valutare con occhi sempre diversi.
Di città in città, di esperienza in esperienza.
Il punto fondamentale sembra proprio quello di cercare in ogni città, nazione od accaduto una differente occasione per sorridere, migliorare e migliorarsi:
"[...] Sopravvissuto agli automobilisti omicidi di Parigi, scampato al caos folle e travolgente di Roma, attento a non ordinare un piatto di trippa e bulbi oculari in un ristorante di Aquisgrana, colto da un attacco feroce di shopping nei sexy shop della trasgressiva Reeperbahn, ad Amburgo, travolto dai rumori e dagli odori 'esotici' di Istanbul, Bill Bryson, in un [...] tour di quattro mesi, attraversa il Vecchio Continente con uno zaino sulle spalle, il suo taccuino in mano e il suo inconfondibile senso dell'umorismo. [...]"
E' proprio quella stessa Europa a regalare a lui occasioni per sorridere, discutere e migliorarsi perseguendo una lunghissima serie di episodi e diversità da portare dentro di sé.
Essendo il viaggio articolatosi in una serie di mesi pari a quattro, nell'ormai lontano 1991, l'autore trovò modo di raccontare le impressioni e le giornate trascorse in una lunghissima serie di città.
Città appartenenti a moltissimi Stati, ciascuno enormemente diverso dall'altro ma facente parte del medesimo continente tanto vecchio quanto incredibilmente eterogeneo nella sua composizione.
Durante questo viaggio l'autore vede, fra le molte, Oslo, Parigi, Bruxelles, Aquisgrana, Colonia, Amsterdam, Amburgo, Copenaghen, Stoccolma e Stati come Svizzera, Liechtenstein, Austria, Jugoslavia. Sullo sfondo restano anche percorsi fatti in bellissime città italiane: Roma, Napoli, Sorrento, Capri, Firenze, Milano e Como.
Al netto dei punti di vista, si tratta di un libro capace di richiamare tratti di consapevolezze riguardo ad argomenti purtroppo tanto attuali quanto attualmente dimenticati.
A maggior ragione se si osserva al vecchio continente in un insieme di fattori mescolanti sia l'etica che l'ottica derivanti da una crisi socio-economico-finanziaria-[...] impostata ormai in maniera acclarata su logiche interne ed economiche tanto errate quanto profondamente rivedibili:
"[...] Bill Bryson nel suo 'Una città o l'altra' sa lanciare frecciate all'indirizzo dei cugini europei facendoli morire dal ridere. [...]" ( Sette, recensione)
Risate non prive, però, di una lunga serie di opportunità da dover cogliere per ( provare a) criticare, migliorare e migliorarsi. Di anno in anno, di viaggio in viaggio, di opportunità in opportunità.