Aiutiamolo. Adesso che non c’è più Lusi, Enrico Letta, nipote di Gianni con il quale forma il duo LettaLetta, ha qualche difficoltà a proseguire la costosa terapia di mantenimento, senza la quale rischia la crisi di nervi: per vent’anni lo sventurato rampollo, nato e cresciuto all’ombra dello zio, ha dovuto far finta di essere antiberlusconiano. E di certo la sua presenza nella trilaterale, il pappa e ciccia con l’entourage di Silvio che balugina nei convegni della sua fondazione Vedrò, da sole non potevano risolvere il conflitto. Quel dover far finta di essere a sinistra è sempre stata un vera maledizione.
Ultimamente le cose erano molto migliorate, il partito in cui milita aveva abolito la parola sinistra con esplicito divieto persino di pronunciarla da sola e non in unione con centro: Enrico cominciava a respirare. E i massacri sociali , le pensioni pestate a sangue, gli esodati, la castrazione dell’articolo 18, il pogrom di diritti e dignità erano davvero il suo mondo. Del resto non poteva essere diversamente per uno il cui grido di battaglia è ”Morire per Maastricht” , intendendo ovviamente gli altri, mica lui che nella vita ha preso mille calci in culo, ma solo di carriera.
Insomma finalmente non doveva più vergognarsi alle riunione della trilateral, non doveva più nascondere in un cassetto di cucina la foto di Marchionne con annessa candela votiva e poteva farcela anche senza farmaci. Anzi diciamo che l’idea di una grande coalizione di baciapile, baciafinanza, baciamonti e baciabanche lo esaltava, gli dava vigore e speranza. A detta degli amici era diventato un altro uomo: estroverso vitale, persino allegro quando gli si parlava di esodati.
Poi salta fuori questa faccenda dell’antipolitica che cresce e cresce, ruba voti a destra e sinistra, sprofonda nello sconforto i vertici del suo partito, fa temere a Letta che qualche pazzo pensi di rispolverare la parola sinistra visto che fare il peggio della destra, ma con le nostre idee non funzionava più. Un destino maledetto, proprio adesso che cominciava a dare segni di guarigione. La ricaduta si è manifestata con un feroce attacco di panico quando il presidente di Confindustria ha parlato di massacro sociale: tradimento, pugnalata alle spalle, non ci Vedrò più. E’ stato momentaneamente sedato, ma dopo pochi giorni non ha resistitoe ha fatto outing: meglio il Pdl che Grillo ha detto al Corriere più che mai della sera, quello col direttore che ha un’enorme banana di capelli a titolo compensativo.
Aiutiamolo, facciamo una colletta per la terapia, soprattutto aiutiamolo a prendere coscienza che il suo posto è un altro, accanto allo zio Gianni, a zio Mario a prozio Silvio. Finalmente in famiglia, deciso a morire per Maastricht, per la Tav, per la Chrysler, per la svendita dei beni pubblici, a fare nel lunghi pomeriggi quel gioco di ruolo che tanto piace agli enrichi: far finta di avere qualche idea in testa.