Due ovvietà:La montagne sono decisamente belle, soprattutto se trattasi delle montagne che ti appartengono.Le montagne sono tutte in salita.
Sono estremamente combattuto in questo periodo. Dal lato la stanchezza, la pigrizia delle giornate afose, dall'altra la voglia di riprendere con una certa lena gli allenamenti visto il miglioramento della tibia e la mia forma completamente scomparsa.Due antitesi che mi spingono a dei compromessi.
La giornata di riposo lavorativo, proponeva questa classica "Memorial Sergio Benetti", che quest'anno partiva dalla frazione sopra Corio (la gara parte, ad anni alterni, o da Piano Audi o da Forno-Milani).Visto il mio arrancare attuale ho pensato che una "corsa" in salita fosse un buon allenamento per me che coi dislivelli positivi ho un pessimo rapporto.Rimaneva da trovare lo spirito giusto con cui affrontare la gara. Ecco la soluzione: viverla con un po' di musica al seguito, riproponendomi di camminare per lunghi tratti.
Così è stato, anche se, condizionato dalla mia voglia (o poca voglia) di non strafare e seguendo l'esempio di molti altri, ho deciso di arrendermi alla camminata, fin troppo presto (il percorso era quasi per la sua totalità "corribile").
Arrivo quindi dopo oltre un'ora e venti in cima quando c'è già aria di smobilitazione (il clima lassù non è dei migliori) e dopo che i primi si son già fatti un pisolino... quindi, dopo aver sorriso al giudice Fidal che mi minacciava di squalifica per l'uso del lettore mp3 che, tra l'altro, nel frattempo avevo pure spento (ecco il dialogo: Giudice-"lo sa che non si può correre con le cuffiette vero?....Lo saaaa??" Io- "sì:infatti ho camminato!"), dopo aver sorseggiato un bicchiere di the alpino, mi butto difilato sulla strada del ritorno con l'amico Angelo, questa volta con un passo decisamente più solerte.
Come correre meglio nel defaticamento che in gara. Viva le discese!
LA CLASSIFICA!