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una cosa che vorrei dire al Papa

Creato il 17 luglio 2013 da Gaia

Io sono contenta che il papa sia andato a Lampedusa. Non bisogna dimenticarsi di cosa succede lì, e la sua visita, oltre, presumo, a portare un po’ di sollievo a chi soffre, ha contribuito a mantenere l’attenzione. E sono anche d’accordo con il suo appello contro all’indifferenza nei confronti della strage che si consuma nel Mediterraneo, di aspiranti migranti che annegano prima di arrivare. È tragico. Non dovrebbe succedere.
Di chi è colpa, però?
Nostra, in parte, sicuramente, per le disuguaglianze globali e per i respingimenti. Questo è evidente e lo sappiamo. È anche vero, però, che l’Italia, che lo voglia o no, non è in grado di accogliere tutti gli africani che desiderano lasciare i loro paesi. L’Africa è un continente, noi siamo un piccolo stato sovrappopolato. Nemmeno l’intera Europa può prendersi tutti i poveri del mondo, o anche solo dell’Africa. Non c’è tutto quel posto. I problemi devono essere risolti dove sono, non tramite l’emigrazione, tanto più che l’emigrazione rischia di aggravarli: ogni immigrato qua contribuisce ai livelli insostenibili di consumi occidentali e non alla risoluzione dei problemi nel suo paese.
Allora che si fa? Io mi chiedo, ma la lascio solo in forma di domanda perché la risposta non ce l’ho, come mai chi è arrivato non mette in guardia chi parte dai rischi che corre. Possibile che rischiare l’annegamento, lo sfruttamento, le torture, la detenzione, l’espulsione, l’elemosina per strada, sia comunque migliore che quello da cui si fugge? Io non ci credo. In certi casi estremi, forse, ma nella maggior parte, no. Non ci credo. C’è qualcosa di più profondo. C’è qualche colpa anche in Africa, qualche messaggio distorto, qualche silenzio colpevole.
Al di là di questo, però, io volevo dire una cosa proprio a proposito del papa. Attualmente l’emigrazione è una valvola di sfogo per disoccupazione, guerre, miseria. È complesso dire in breve cosa le causi, ma sicuramente c’è un fattore comune e preponderante: scusate se mi ripeto, ma è la crescita della popolazione. Un continente povero e pieno di conflitti, con enormi zone aride, che sta perdendo le proprie terre per colpa del land grabbing, che ha grosse fette della popolazione che soffrono la fame e un’altissima proporzione di bambini da accudire e di giovani a cui trovare lavoro non può permettersi di vedere la propria popolazione aumentare all’infinito – per non parlare della mortalità infantile e materna che l’alta fertilità comporta.
L’economia nigeriana cresce del 7% ogni anno, mentre noi siamo in recessione, ma non riesce a creare lavoro per tutti i giovani che ha e che continuano a entrare nel mercato del lavoro. Più in generale, se la popolazione africana continua a crescere a questo ritmo non solo l’Europa o gli Stati Uniti non riusciranno ad assorbire tutta la nuova popolazione, ma il rischio più probabile è una carestia di proporzioni apocalittiche. L’ONU prevede che l’Africa, se la fertilità calerà, arriverà a quasi quattro miliardi di abitanti nel 2100. Questo se la fertilità cala. Se gli africani continueranno a riprodursi al tasso attuale, nel 2100 ce ne saranno 16 miliardi solo nell’Africa sub-Sahariana. Sedici miliardi. Più del doppio dell’intera umanità oggi. Capirete che non è nemmeno pensabile.
In ogni caso, anche la stima media di quattro miliardi è una cifra impossibile. L’Africa non arriverà a quel numero: se non ci sarà un’auto limitazione, saranno le carestie o le guerre a fermare la crescita, e si spera che questo non accada, che ci si pensi prima.
Ora dico al papa: tu (Lei, Voi, insomma cercate di capire, tanto non è che il papa legge davvero) sì che puoi fare qualcosa per questo problema. Qualcosa oltre alle prediche e agli appelli ai buoni sentimenti.
Purtroppo la Chiesa Cattolica è il più grande nemico mondiale dei contraccettivi. Guardate le Filippine, dove il governo ha dovuto sfidare tutti i vertici ecclesiastici per fornire ai poveri accesso alla contraccezione, e ancora non ha vinto a causa di una continua opposizione, minacce e pressioni; alle pressioni del Vaticano negli organismi internazionali, alle famose e reiterate prese di posizione anti-preservativo… La stessa Madre Teresa di Calcutta, celebrata e venerata non solo dai cattolici, oltre a considerare l’aborto “il più grande nemico della pace nel mondo” avrebbe detto, secondo quanto riportato da Christopher Hitchens in un libro in cui lui ne dice peste e corna ma che non mi risulta sia stato smentito, che “non ci saranno mai abbastanza bambini.” In India.
Pare che il nuovo papa non faccia eccezione: leggo che si è opposto in Argentina alla distribuzione gratuita di preservativi. Secondo il Guardian, invece, ma non cita la fonte, il papa accetterebbe i contraccettivi come protezione dalle malattia.
Se la Chiesa, ma mi sembra quasi di parlare di fantascienza, si decidesse una buona volta a sostenere la pianificazione familiare e non l’astinenza o altri improbabili metodi naturali, se usasse il suo enorme potere per predicare il bene anziché il male travestito da bene, darebbe un enorme contributo a prevenire non solo le tragedie del Mediterraneo ma un’infinità di altre, collettive e individuali. Farebbe inoltre moltissimo per i diritti delle donne e per aiutarle a uscire dalla povertà. Questo sarebbe un gesto concreto: altrimenti quelli di Lampedusa saranno solo ipocriti piagnistei.


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