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Com'è stato il vostro Natale? Ricco di parenti, di pasti luculliani, di incontri con congiunti semidimenticati, ricchi di veri amici e di amici così così? Il mio Natale personale è stato quanto meno intimo, trascorso con moglie, figlia, madre, cane e gatta. E con una cena di natale a base di pesce. È una tradizione ormai abituale trascorrere il Natale in pochi, un po' perché il grosso della mia famiglia - cugini, zii, nonni ecc. ecc. - vive altrove, un po' perché organizzare lo spostamento di persone per lo più anziane o molto anziane è divenuta un'impresa semidisperata. Tutto ciò dovrebbe dare un'idea della mia età, credo, ma pazienza.
Dopo un paio di giorni di ozii di vario genere - leggere, guardare film in TV in orari antelucani, passeggiare (per evitare una pioggia biblica) in un centro commerciale incredibilmente chiuso, scoprendo, tra l'altro, di non provare nessun desiderio di vedere i negozi aperti - sono ritornato a una situazione relativamente normale, con i bar e i giornalai nuovamente praticabili, ovvero le categorie merceologiche che frequento di più.
Stamattina con mia moglie siamo rotolati fino al centro approfittando della temporanea assenza di pioggia, tanto per sgranchirci le gambe. Constatata l'ennesima scomparsa di qualche altro negozio, in mezzo ad altre persone che, all'apparenza, non si accorgono che stanno segando il ramo sul quale siamo seduti, abbiamo incontrato una nostra ottima amica. Lei ci ha accompagnato per un pezzetto verso la metro, ma poi di comune accordo siamo stati noi ad accompagnarla a casa. E, come capita spesso in questi casi, abbiamo trascorso un tempo X a chiacchierare, in piedi, al freddo e scomodi, com'è giusto che sia quando si è amici.
La prima brutta sorpresa l'ho trovata proprio sotto casa sua: la libreria che avevo visitato per una presentazione soltanto pochi mesi fa era chiusa. Con tanto di lettera affissa alla serranda dagli ex-proprietari dove spiegavano com'erano giunti a quella decisione. Legolibri ovviamente è un nome noto soltanto a Torino, ma non è facile spiegare la sensazione provata. I gestori erano bravi, gentili, competenti, li conoscevo personalmente e trovare di loro soltanto il foglio di una stampante non mi ha fatto bene al cuore.
Ma si sa... È la situazione... Si sa come va...
Vero, verissimo, ma la serranda chiusa di una libreria indipendente è il sepolcro di un sogno, inutile far finta di nulla. Certo, è possibile che abbiamo e abbiano sbagliato, come no, ma il vero problema è che una crisi come questa taglia selettivamente le gambe alle piccole imprese e al piccolo commercio.
E parlando è venuto fuori un altro fatto increscioso... L'editore Alga, del quale mi è capitato di parlare anche su queste pagine, ha chiuso bottega. Il che è come dire che non troverete più in commercio libri a 3 euro e che, passati i 16 esordienti che Alga ha lanciato sul mercato, se vorrete leggerne altri dovrete tirare fuori per un libro cartaceo almeno 10 euro. I motivi della chiusura sono numerosi e diversi e non si limitano alla resistenza comunque operata dal grande mercato editoriale librario, o alla scelta eroicamente masochista di non distribuire i propri volumi nelle librerie, ma il peso di una distribuzione libraria incompatibile con la scelta di far pagare i libri al puro costo di stampa ha alla fine vinto anche il coraggio di quattro ragazzi che sognavano un'editoria diversa e hanno portato i loro libri ovunque fosse ragionevole e possibile farlo, discoteche e ristoranti compresi. Chiunque si sia interessato della possibilità di rilevare la casa editrice ha comunque fatto notare che i libri si sarebbero dovuti vendere a 3-4 volte il prezzo a suo tempo fissato, per riuscire a entrare perlomeno nelle librerie. Alga ha preferito passare la mano, a quel punto, e non è possibile che ringraziarli per una scelta per alcuni testarda ma sicuramente dolorosa.
Siamo tornati a casa - mia moglie e io - di un umore di qualche tacca più basso di quando ne eravamo usciti. Non capita tutti i giorni di avere la sensazione di udire distintamente lo scricchiolio di un meccanismo che sta irresistibilmente correndo verso la rovina. Sono soltanto altre due piccole prove di una situazione disperante, ma sono due dopo altre migliaia.
La svolta è dietro l'angolo, a questo punto, e credo che avrà l'aspetto, il colore e l'apparenza di un libro elettronico. Certo, non riuscirete a scaricarlo su modello Unico, ma in fondo è soltanto un 19% ciò che vi viene restituito dallo stato. Poco anche per un libro Mondadori.
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