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Intanto sta arrivando Fortunato, il capo del gruppo di attori che fa la parte del fratello di Leone. Ha trovato anche un altro bambino per fargli fare la parte del figlio piccolo: nell'ambiente è chiamato il professionista, divo in erba, bello biondo e che costa veramente un mucchio di soldi.
Più si va avanti e più le pagine del copione degli attori si confondono con la vita reale e l'arrivo imprevisto di Alicia nella casa innesca tutta una serie di esilaranti equivoci.
Oggi sono proprio contento che posso parlare bene di una commedia italiana , diretta da Paolo Genovese ( non precisamente un curriculum registico rassicurante visto che comprende roba come i due Immaturi e La Banda dei Babbi Natale) che si è ispirato non so quanto liberamente perchè non ho visto l'originale al film spagnolo Familia, una commedia noir diretta da Fernando Leon de Aranoa ( quello del magnifico I lunedì al sole).
Il casale finemente arredato,circondato da un parco principesco è incastonato nella bellezza della campagna umbra e rappresenta un palcoscenico perfetto su cui vanno in scena diversi personaggi in cerca d'autore, orgogliosi di essere attori e della funzione della loro professione ma consapevoli che in tempi di crisi bisogna adattarsi a fare di tutto, anche recitare un copione ad uso e consumo di una persona sola, in questo caso Leone.
Perchè la realtà è proprio questa: tutto è finto ed è come una rappresentazione teatrale studiata nei minimi termini perchè allo spettatore/committente/pagante piace anche improvvisare, cospargere le varie scene di piccoli imprevisti oltre che vere e proprie trappole per delle volpi del paloscenico come quelle che ha ingaggiato.
Si assiste con una leggerissima inquietudine al crollo della facciata perbenista e natalizia che viene picconata da Leone e dalla scoperta che tutto quello che vediamo è solo un copione teatrale .
Proprio per questo Una famiglia perfetta è un film che si presta a molteplici letture , diventando un qualcosa che ha un quoziente intellettivo di molte spanne superiori rispetto a quello messo in mostra dalla commedia italiana moderna: si parla del ruolo dell'attore e della crisi economica, del fatto che non sempre possiamo essere totalmente responsabili delle nostre scelte, si parla di orgoglio e di sgomitamenti tra primedonne ( vedi la decana Rosa che si inventa il coup de theatre perchè si sente trascurata) in un meccanismo ben oliato in cui la vita reale si confonde continuamente con la rappresentazione teatrale.
Va dato atto a Genovese di non aver cercato a tutti i costi la pochade e la risata grassa, tiene al minimo sindacale il tasso di volgarità, orchestra quasi un Canto di Natale dickensiano perchè è impossibile non pensare a Ebenezer Scrooge quando ci si ferma a scrutare un po' il personaggio di Leone.
Una famiglia perfetta si riserva anche frecce avvelenate verso il tanto sbandierato spirito natalizio che contagia un po' tutti alla fine di ogni anno risultando un film oltre che piacevole anche intelligente nella sua punta di amarezza e nella vena malinconica che sopraggiunge nel finale.
Forse qualche sforbiciata gli avrebbe giovato ma alla fine non si può avere tutto , no? E poi ci si diverte comunque.
Gustosissima la partita a tombola ( anche quella frutto di un copione che però si inceppa sul più bello) e esilaranti le lezioni di immedesimazione per le scene di pianto tenute dal capo attore Fortunato.
Perfetto film natalizio però troppo intelligente per farlo uscire sotto Natale: infatti è uscito alla fine di novembre ed è stato condannato a un incasso modesto in rapporto alle ambizioni.
Ma vale comunque una visione,anche fuori stagione.
( VOTO : 7+ / 10 )
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